La crisi economica italiana sembra affetta da una sorta di metastasi che non si riesce a far regredire. La politica pare incapace di dare risposte soddisfacenti e sembra non voler realmente affrontare il problema; di fatto limitandosi ai soli proclami ne rinvia la soluzione. Il bollettino sociale intanto si fa ogni giorno più drammatico e le prospettive circa il futuro sempre più incerte. Di fronte a questo scenario sorgono nell'osservatore tante domande alle quali, con questa mia tesi, cercherò di dare delle risposte. Siamo di fronte a una crisi ciclica o è crisi di sistema? Perché la politica non reagisce? Perché si è deciso di abbandonare le politiche keynesiane? Quanto hanno inciso nel declino industriale italiano le ultime scelte europee, l'adozione dell'euro e la finanza internazionale? L'Italia dispone ancora delle potenzialità per tornare ad essere un grande paese industriale e mondare la nomea che gli è stata affibiata di "Paese poco affidabile"? Ma soprattutto, permangono per l'Italia margini di sovranità economica, monetaria e finanziaria tali da consentirle di ridiventare artefice del suo proprio futuro? È possibile mettere in discussione i paradigmi economici attuali, strettamente legati alla crisi globale, partendo da una rivisitazione della società e del futuro e che magari possa far ridiventare attuale Keynes? A queste e ad altre domande cercherò con questo lavoro di dare le mie risposte avvalendomi di un approccio alternativo, a quello comunemente utilizzato, per spiegare le cause di questa crisi e di questo particolare periodo storico-economico. Per sviluppare il mio ragionamento e arrivare alle conclusioni che esporro' nel corso della mia tesi ho fatto riferimento alle analisi di insigni economisti quali: il professor Nino Galloni, Alberto Bagnai e altri. Cerchero' di dimostrare come partendo dalle analisi di questi autorevoli scienziati economici si arrivi a spiegare fatti e a portare alla luce criticità con una chiarezza non altrettanto riscontrabile nelle spiegazioni elaborate in chiave ortodossa, seppur questa goda di maggior credito nel dibattito pubblico. Stante la portata del tema in discussione, che per il caso non fosse ben governato potrebbe arrivare a minare le stesse basi della coesistenza sociale, ritengo che non ci si possa permanere spazi grigi di incertezza e che percio' bisognerebbe aprire un serio tavolo di confronto.

DISTRUZIONE DELL' ECONOMIA ITALIANA. GLI ARTEFICI, LE CAUSE, POSSIBILI SOLUZIONI

PEREZ, PIETRO PAOLO
2012/2013

Abstract

La crisi economica italiana sembra affetta da una sorta di metastasi che non si riesce a far regredire. La politica pare incapace di dare risposte soddisfacenti e sembra non voler realmente affrontare il problema; di fatto limitandosi ai soli proclami ne rinvia la soluzione. Il bollettino sociale intanto si fa ogni giorno più drammatico e le prospettive circa il futuro sempre più incerte. Di fronte a questo scenario sorgono nell'osservatore tante domande alle quali, con questa mia tesi, cercherò di dare delle risposte. Siamo di fronte a una crisi ciclica o è crisi di sistema? Perché la politica non reagisce? Perché si è deciso di abbandonare le politiche keynesiane? Quanto hanno inciso nel declino industriale italiano le ultime scelte europee, l'adozione dell'euro e la finanza internazionale? L'Italia dispone ancora delle potenzialità per tornare ad essere un grande paese industriale e mondare la nomea che gli è stata affibiata di "Paese poco affidabile"? Ma soprattutto, permangono per l'Italia margini di sovranità economica, monetaria e finanziaria tali da consentirle di ridiventare artefice del suo proprio futuro? È possibile mettere in discussione i paradigmi economici attuali, strettamente legati alla crisi globale, partendo da una rivisitazione della società e del futuro e che magari possa far ridiventare attuale Keynes? A queste e ad altre domande cercherò con questo lavoro di dare le mie risposte avvalendomi di un approccio alternativo, a quello comunemente utilizzato, per spiegare le cause di questa crisi e di questo particolare periodo storico-economico. Per sviluppare il mio ragionamento e arrivare alle conclusioni che esporro' nel corso della mia tesi ho fatto riferimento alle analisi di insigni economisti quali: il professor Nino Galloni, Alberto Bagnai e altri. Cerchero' di dimostrare come partendo dalle analisi di questi autorevoli scienziati economici si arrivi a spiegare fatti e a portare alla luce criticità con una chiarezza non altrettanto riscontrabile nelle spiegazioni elaborate in chiave ortodossa, seppur questa goda di maggior credito nel dibattito pubblico. Stante la portata del tema in discussione, che per il caso non fosse ben governato potrebbe arrivare a minare le stesse basi della coesistenza sociale, ritengo che non ci si possa permanere spazi grigi di incertezza e che percio' bisognerebbe aprire un serio tavolo di confronto.
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