Nella tesi svolta, come si può vedere dal titoli, sono state analizzate le opzioni call e put su titoli azionari di banche europee, per il periodo 2007-2012, ovvero il periodo della crisi dei mutui subprime e della crisi dei debiti pubblici. Le opzioni prese in considerazione sono state quelle relative a: Intesa San Paolo, Unicredit, HSBC, Deutsche Bank, BNP, Barclays, Santander, Commerzbank, Dexia e Alpha Bank. Dopo una breve introduzione teorica sulle opzioni, le principali caratteristiche, i mercati, le quotazioni, la skew, lo smile delle opzioni e soffermandosi principalmente su quelle scritte su titoli azionari, si è passati all'analisi delle singole opzioni. Per poter effettuare l'analisi sono stati estrapolati da Bloomberg i dati relativi ai singoli titoli delle banche europee. Per ogni singola banca sono stati analizzati il prezzo, la volatilità sia per le opzioni call che per quelle put, la volatilità implicita e storica dell'opzioni, la skewness e i leap relativi ai dati della skewness. Si deve precisare che la volatilità e i prezzi sono stati messi a confronto per verificare se sussistesse o meno la relazione inversa tra le due variabili; ed effettivamente è stato verificato che al diminuire del prezzo delle azioni si manifesta un conseguente aumento della volatilità e viceversa. Dopo queste analisi introduttive si è presa in considerazione la moneyness delle opzioni e la si è messa a confronto dapprima con i prezzi e successivamente con la volatilità e questa analisi è stata fatta prendendo in considerazione i dati anno per anno a partire da marzo 2007 e sino ad ottobre 2012. In generale, dopo aver analizzato volatilità e prezzi per la moneyness di ogni singola opzioni bancaria, si è potuto vedere come nel periodo 2007, considerato pre-crisi, i dati sulla volatilità fossero relativamente ridotti. Successivamente al manifestarsi della crisi sui mercati finanziari si è assistito ad un notevole aumento della volatilità per ogni moneyness considerata. Il picco massimo è stato registrato per il periodo 2009, anno più critico per i mercati finanziari e soprattutto il mercato dei derivati. Successivamente si è assistito ad un progressivo ritorno a valori minori della volatilità anche se non si è ancora rientrati nei parametri pre-crisi, il che ci fa pensare che dovremmo ancora attendere prima di poter tornare in una situazione di espansione dell'attività di trading. Per alcune banche il ritorno è stato più veloce (come accade per le banche inglese, anticipatrici delle tendenze) mentre per altre il ritorno è stato ostacolato da altri fenomeni che hanno bloccato la normale operatività (come Dexia o Alpha Bank). In seguito alla ¿burrasca¿ causata dalla crisi, possiamo vedere che il settore dei derivati ha subito una nuova trasformazione come già era accaduto nel 1987, quando gli smile (ovvero il grafico risultante dalla differenza tra opzioni ATM, OTM e ITM) si osservano per le scadenze brevi mentre gli smirk (ovvero la smorfia, in quanto il grafico è sbilanciato verso le opzioni OTM) si osservano per le scadenze lunghe. Ora, dopo la crisi subprime, si osservano smirk anche per scadenze brevi e non solo più per le scadenze lunghe, il che ci indica l'incertezza dei traders non solo per il futuro ma anche per l'immediato presente.
Le opzioni su titoli azionari di Banche Europee. Un'analisi della volatilità nel periodo 2007-2012.
PAPURELLO, ELENA
2011/2012
Abstract
Nella tesi svolta, come si può vedere dal titoli, sono state analizzate le opzioni call e put su titoli azionari di banche europee, per il periodo 2007-2012, ovvero il periodo della crisi dei mutui subprime e della crisi dei debiti pubblici. Le opzioni prese in considerazione sono state quelle relative a: Intesa San Paolo, Unicredit, HSBC, Deutsche Bank, BNP, Barclays, Santander, Commerzbank, Dexia e Alpha Bank. Dopo una breve introduzione teorica sulle opzioni, le principali caratteristiche, i mercati, le quotazioni, la skew, lo smile delle opzioni e soffermandosi principalmente su quelle scritte su titoli azionari, si è passati all'analisi delle singole opzioni. Per poter effettuare l'analisi sono stati estrapolati da Bloomberg i dati relativi ai singoli titoli delle banche europee. Per ogni singola banca sono stati analizzati il prezzo, la volatilità sia per le opzioni call che per quelle put, la volatilità implicita e storica dell'opzioni, la skewness e i leap relativi ai dati della skewness. Si deve precisare che la volatilità e i prezzi sono stati messi a confronto per verificare se sussistesse o meno la relazione inversa tra le due variabili; ed effettivamente è stato verificato che al diminuire del prezzo delle azioni si manifesta un conseguente aumento della volatilità e viceversa. Dopo queste analisi introduttive si è presa in considerazione la moneyness delle opzioni e la si è messa a confronto dapprima con i prezzi e successivamente con la volatilità e questa analisi è stata fatta prendendo in considerazione i dati anno per anno a partire da marzo 2007 e sino ad ottobre 2012. In generale, dopo aver analizzato volatilità e prezzi per la moneyness di ogni singola opzioni bancaria, si è potuto vedere come nel periodo 2007, considerato pre-crisi, i dati sulla volatilità fossero relativamente ridotti. Successivamente al manifestarsi della crisi sui mercati finanziari si è assistito ad un notevole aumento della volatilità per ogni moneyness considerata. Il picco massimo è stato registrato per il periodo 2009, anno più critico per i mercati finanziari e soprattutto il mercato dei derivati. Successivamente si è assistito ad un progressivo ritorno a valori minori della volatilità anche se non si è ancora rientrati nei parametri pre-crisi, il che ci fa pensare che dovremmo ancora attendere prima di poter tornare in una situazione di espansione dell'attività di trading. Per alcune banche il ritorno è stato più veloce (come accade per le banche inglese, anticipatrici delle tendenze) mentre per altre il ritorno è stato ostacolato da altri fenomeni che hanno bloccato la normale operatività (come Dexia o Alpha Bank). In seguito alla ¿burrasca¿ causata dalla crisi, possiamo vedere che il settore dei derivati ha subito una nuova trasformazione come già era accaduto nel 1987, quando gli smile (ovvero il grafico risultante dalla differenza tra opzioni ATM, OTM e ITM) si osservano per le scadenze brevi mentre gli smirk (ovvero la smorfia, in quanto il grafico è sbilanciato verso le opzioni OTM) si osservano per le scadenze lunghe. Ora, dopo la crisi subprime, si osservano smirk anche per scadenze brevi e non solo più per le scadenze lunghe, il che ci indica l'incertezza dei traders non solo per il futuro ma anche per l'immediato presente.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14240/59663