BACKGROUND: Italy (especially its northern regions) is one of the countries which have been most affected by the SARS-CoV-2 pandemic. It was the first among the European countries to have imposed a lockdown, which lasted until May 2020, and it managed to decrease the contagion curve. AIMS: The evaluation of the prevalence of SARS-CoV-2, in order to estimate potential risk factors or protective factors. The evaluation of the population’s mental health at the end of the lockdown, in order to identify possible health needs, thus allowing to address the answer of the competent territorial services. PATIENTS AND METHODS: In this cross-sectional study, 2047 individuals were examined in Oulx and Bussoleno, during the period between June and August 2020. The individuals were all volunteers, and they underwent a rapid serological test for SARS-CoV-2 antibodies. They also took a questionnaire in order to investigate socio-demographic, clinical, motivational, behavior and mental health aspects. In particular, the Patient Health Questionnaire-2 was used in order to screen depression, and the Generalized Anxiety Disorder-2 was employed to screen anxiety. The inclusion criteria were: being of age, being able to understand the circular, being able to understand the questionnaire and express informed consent. RESULTS: The prevalence of individuals who were positive to the serological test was 4.2%. 7% of them resulted positive to RT-PCR. Only 19.2% of them downloaded the tracking app “IMMUNI”. Some symptoms which are typical of the COVID-19 patient (fever, cough, fatigue, anosmia/ageusia, diarrhea, dyspnea) and the subjective perception of having contracted the virus were associated in a statistically significant way to the positivity of the serological test. The age (AdjOR = 1.02; CI95% = 1.00-1.04), the previous anosmia/ageusia (AdjOR = 3.39; CI95% = 1.76-6.60), the presence of diarrhea (AdjOR =2.32; CI95% = 1.29-4.19) and the previous contacts with confirmed cases (AdjOR = 1.38; CI95% = 1.02-1.89) proved to be the main risk factors as far as the positivity to IgG and/or IgM is concerned. The prevalence of anxiety and depression were respectively of 4.7% and 8.5%. Being female, a foreign citizen and having a cold at the time of the interview significantly resulted in a bigger frequency of anxious and depressive symptomatology. Among those who experienced a reduction of their income, those who used word of mouth as a source of information and those who had fever, cough, fatigue and conjunctivitis, an increase of anxious symptomatology was registered, which, on the contrary, resulted lower among those who consulted specialists in order to have information or those who had left their houses during lockdown in order to go grocery shopping or go for a walk. The age, being single, the presence of neurological disorders, diarrhea and dyspnea were associated to a most frequent depressive symptomatology; on the contrary, the percentage of individuals with depressive symptoms was minor among those who used the internet as a source of information, paid attention to hand hygiene and left their houses in order to go grocery shopping. CONCLUSION: The education about the virus and the population’s awareness, the prevention, the correct use of PPE and the contact tracing represent the means of Public Health which need to be enhanced and applied. The screening of mental wellbeing needs to be carried out in order to locate conditions of fragility and intervene promptly, through psychological and sanitary support measures.
BACKGROUND: L’Italia (in particolare le regioni settentrionali) è stato uno dei Paesi maggiormente colpiti dalla pandemia di SARS-CoV-2. Primo fra gli Stati Europei ad imporre un lockdown durato fino a maggio 2020, è riuscito a ridurre la curva dei contagi. OBIETTIVI: Valutare la prevalenza di SARS-CoV-2 al fine di stimare eventuali fattori di rischio o protettivi. Valutare il benessere mentale della popolazione al termine del lockdown per misurare un possibile bisogno di salute, permettendo di indirizzare la risposta dei servizi territoriali competenti. PAZIENTI E METODI: In questo studio cross-sectional sono stati presi in esame 2047 soggetti nei centri di Oulx e Bussoleno, nel periodo compreso tra giugno ed agosto 2020. I soggetti, arruolati su base volontaria, sono stati sottoposti a un test sierologico rapido per gli anticorpi diretti contro SARS-CoV-2 e ad un questionario per indagare aspetti socio-demografici, clinici, motivazionali, comportamentali e di salute mentale. In particolare, sono stati usati il Patient Health Questionnaire-2, per lo screening della depressione, e il Generalized Anxiety Disorder-2, per lo screening dell’ansia. I criteri di inclusione sono stati: l’essere maggiorenne, l’essere in grado di comprendere l’informativa, l’essere in grado di comprendere il questionario ed esprimere il consenso informato. RISULTATI: La prevalenza di positivi al sierologico è stata del 4.2%. Di questi, il 7% è risultato positivo all’RT-PCR. Solo il 19.2% ha scaricato l’applicazione di tracciamento “IMMUNI”. Sono risultati associati in maniera statisticamente significativa alla positività al sierologico alcuni sintomi caratteristici del paziente COVID-19 (febbre, tosse, spossatezza, anosmia/ageusia, diarrea, difficoltà respiratoria) e la percezione soggettiva di aver contratto la malattia. L’età (AdjOR = 1.02; IC95% = 1.00-1.04) la pregressa anosmia/ageusia (AdjOR = 3.39; IC95% = 1.76-6.60), la presenza di diarrea (AdjOR =2.32; IC95% = 1.29-4.19) e l’aver avuto contatti precedenti con casi confermati (AdjOR = 1.38; IC95% = 1.02-1.89) risultano essere i principali fattori di rischio per la positività alle IgG e/o IgM. La prevalenza di ansia e depressione è stata del 4.7% e dell’8.5%. Il genere femminile, la cittadinanza straniera e l’avere il raffreddore al momento dell’intervista sono risultati associati significativamente a una maggiore frequenza di sintomatologia ansiosa e depressiva. Tra coloro che avevano visto una riduzione del proprio reddito, che usavano come fonti informative il passaparola e che manifestavano febbre, tosse, spossatezza e congiuntivite si è registrato un aumento della sintomatologia ansiosa, la quale, invece, risultava più bassa in coloro che si riferivano ad esperti per reperire notizie e che erano usciti durante il lockdown per motivi di spesa o per passeggiare. L’età, l’essere single, la presenza di patologie neurologiche, diarrea e dispnea sono risultate associate a una maggiore frequenza di sintomatologia depressiva; al contrario, la percentuale di soggetti con sintomi depressivi era minore in chi usava il web come fonte informativa, era attento all’igiene delle mani ed era uscito per motivi di spesa. CONCLUSIONI: L’educazione e la sensibilizzazione della popolazione alla malattia, alla prevenzione, all’uso corretto dei DPI e al tracciamento dei contatti rappresentano i mezzi di Sanità Pubblica da potenziare ed applicare. Lo screening del benessere piscologico deve essere implementato per individuare condizioni di fragilità, così da intervenire tempestivamente con misure di assistenza psico-sanitaria.
Studio di prevalenza dell'infezione da SARS-CoV-2 nella popolazione della Valle di Susa. Risultati del Progetto Open Valley.
MELILLI, ENRICO
2019/2020
Abstract
BACKGROUND: L’Italia (in particolare le regioni settentrionali) è stato uno dei Paesi maggiormente colpiti dalla pandemia di SARS-CoV-2. Primo fra gli Stati Europei ad imporre un lockdown durato fino a maggio 2020, è riuscito a ridurre la curva dei contagi. OBIETTIVI: Valutare la prevalenza di SARS-CoV-2 al fine di stimare eventuali fattori di rischio o protettivi. Valutare il benessere mentale della popolazione al termine del lockdown per misurare un possibile bisogno di salute, permettendo di indirizzare la risposta dei servizi territoriali competenti. PAZIENTI E METODI: In questo studio cross-sectional sono stati presi in esame 2047 soggetti nei centri di Oulx e Bussoleno, nel periodo compreso tra giugno ed agosto 2020. I soggetti, arruolati su base volontaria, sono stati sottoposti a un test sierologico rapido per gli anticorpi diretti contro SARS-CoV-2 e ad un questionario per indagare aspetti socio-demografici, clinici, motivazionali, comportamentali e di salute mentale. In particolare, sono stati usati il Patient Health Questionnaire-2, per lo screening della depressione, e il Generalized Anxiety Disorder-2, per lo screening dell’ansia. I criteri di inclusione sono stati: l’essere maggiorenne, l’essere in grado di comprendere l’informativa, l’essere in grado di comprendere il questionario ed esprimere il consenso informato. RISULTATI: La prevalenza di positivi al sierologico è stata del 4.2%. Di questi, il 7% è risultato positivo all’RT-PCR. Solo il 19.2% ha scaricato l’applicazione di tracciamento “IMMUNI”. Sono risultati associati in maniera statisticamente significativa alla positività al sierologico alcuni sintomi caratteristici del paziente COVID-19 (febbre, tosse, spossatezza, anosmia/ageusia, diarrea, difficoltà respiratoria) e la percezione soggettiva di aver contratto la malattia. L’età (AdjOR = 1.02; IC95% = 1.00-1.04) la pregressa anosmia/ageusia (AdjOR = 3.39; IC95% = 1.76-6.60), la presenza di diarrea (AdjOR =2.32; IC95% = 1.29-4.19) e l’aver avuto contatti precedenti con casi confermati (AdjOR = 1.38; IC95% = 1.02-1.89) risultano essere i principali fattori di rischio per la positività alle IgG e/o IgM. La prevalenza di ansia e depressione è stata del 4.7% e dell’8.5%. Il genere femminile, la cittadinanza straniera e l’avere il raffreddore al momento dell’intervista sono risultati associati significativamente a una maggiore frequenza di sintomatologia ansiosa e depressiva. Tra coloro che avevano visto una riduzione del proprio reddito, che usavano come fonti informative il passaparola e che manifestavano febbre, tosse, spossatezza e congiuntivite si è registrato un aumento della sintomatologia ansiosa, la quale, invece, risultava più bassa in coloro che si riferivano ad esperti per reperire notizie e che erano usciti durante il lockdown per motivi di spesa o per passeggiare. L’età, l’essere single, la presenza di patologie neurologiche, diarrea e dispnea sono risultate associate a una maggiore frequenza di sintomatologia depressiva; al contrario, la percentuale di soggetti con sintomi depressivi era minore in chi usava il web come fonte informativa, era attento all’igiene delle mani ed era uscito per motivi di spesa. CONCLUSIONI: L’educazione e la sensibilizzazione della popolazione alla malattia, alla prevenzione, all’uso corretto dei DPI e al tracciamento dei contatti rappresentano i mezzi di Sanità Pubblica da potenziare ed applicare. Lo screening del benessere piscologico deve essere implementato per individuare condizioni di fragilità, così da intervenire tempestivamente con misure di assistenza psico-sanitaria.| File | Dimensione | Formato | |
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