Negli Stati Uniti gli anni '70 furono un momento di profonda crisi. Dopo una fase di grande prosperità, caratterizzata dalla massima espansione del capitalismo, che assicurava ricchezza e benessere, ci fu un lungo periodo di instabilità, inizialmente economica, successivamente anche sociale e politica. A peggiorare la situazione contribuì la sensazione di sfiducia e insicurezza in seguito alla guerra del Vietnam. In tale scenario si manifestò la volontà della classe media di tornare alla normalità rappresentata sia dal periodo precedente alle contestazioni culturali degli anni '60 sia a quello del benessere economico post-bellico. Contemporaneamente a ciò però si svilupparono nuovi movimenti estremisti e fondamentalisti che si battevano per una trasformazione violenta della situazione. Quelli che ottennero una maggiore visibilità furono la ¿nuova destra¿ cristiana fondamentalista e i Weatherman (il Meteorologo), gruppo che ammetteva il ricorso alla violenza per esprimere il disagio sociale. In questo clima di crisi e agitazione, di insicurezza e desiderio di rinascita si può inserire l'analisi storica e sociologica di Christopher Lasch (Nebraska 1932- New York 1994) storico delle idee e professore dell'Università di Rochester. Lasch è stato uno dei più significativi critici sociali americani della seconda metà del XX secolo. Il fatto di provenire da una famiglia altamente politicizzata e radicata a sinistra influenzò il suo orientamento politico avvicinandolo alle idee della sinistra conservatrice americana. Anche se è difficile definire la sua posizione in modo univoco nel panorama politico americano, di certo si può affermare che il suo pensiero, pur orientato a una critica del conservatorismo e dell'ordine sociale esistente, non rientrò mai negli schemi tradizionali della sinistra. Inizialmente egli sostenne idee vicine al radicalismo, ma negli anni si avvicinò a posizioni più conservatrici con la proposta di un ritorno agli ideali piccolo-borghesi come soluzione alla deriva politica e morale della società americana. Fu uno strenuo oppositore della corrente liberal americana. Tentò di usare la storia come mezzo per risvegliare i sentimenti della società americana dalla spinta, a suo avviso corrosiva, derivante dalle maggiori istituzioni (pubbliche e private) che stavano eliminando l'autonomia delle famiglie e delle comunità. Unì alla critica sociale un'analisi psicologica sfruttando i lavori di Freud e della psicanalisi. Partì dalla definizione di ¿narcisismo patologico¿ per definire quella che per lui è la caratteristica saliente del nostro tempo, per l'appunto il narcisismo, e sviluppò una decisa critica all'individualismo. Parlò di ¿clima terapeutico¿ della nostra società per esprimere l'aspirazione delle persone al raggiungimento della sensazione illusoria di benessere personale. Il suo pensiero quindi si sviluppava all'interno di una visione del mondo piuttosto anacronistica rispetto a quello che era il pensiero comune negli in cui scriveva. Infatti egli si schierava contro l'individualismo tipico della società contemporanea sostenendo al contrario l'importanza della comunità e della tradizione; criticava fortemente le istituzioni accusandole di aver invaso lo spazio e l'autonomia della famiglia opponendo a questo fenomeno la rivalutazione della famiglia e dell'educazione tradizionale; si diceva stupito del fatto che le persone continuassero ad essere così ottimiste e fiduciose nel progresso quando esso non aveva risposto a nessuna delle tante aspettative che gli erano state rivolte. Risulta chiaro da questo piccolo accenno ai temi da lui affrontati in che senso Lasch possa essere considerato un critico del sistema capitalistico e del liberalismo statunitense.

Christopher Lasch: un pensatore critico

MANTELLERO, SILVIA
2011/2012

Abstract

Negli Stati Uniti gli anni '70 furono un momento di profonda crisi. Dopo una fase di grande prosperità, caratterizzata dalla massima espansione del capitalismo, che assicurava ricchezza e benessere, ci fu un lungo periodo di instabilità, inizialmente economica, successivamente anche sociale e politica. A peggiorare la situazione contribuì la sensazione di sfiducia e insicurezza in seguito alla guerra del Vietnam. In tale scenario si manifestò la volontà della classe media di tornare alla normalità rappresentata sia dal periodo precedente alle contestazioni culturali degli anni '60 sia a quello del benessere economico post-bellico. Contemporaneamente a ciò però si svilupparono nuovi movimenti estremisti e fondamentalisti che si battevano per una trasformazione violenta della situazione. Quelli che ottennero una maggiore visibilità furono la ¿nuova destra¿ cristiana fondamentalista e i Weatherman (il Meteorologo), gruppo che ammetteva il ricorso alla violenza per esprimere il disagio sociale. In questo clima di crisi e agitazione, di insicurezza e desiderio di rinascita si può inserire l'analisi storica e sociologica di Christopher Lasch (Nebraska 1932- New York 1994) storico delle idee e professore dell'Università di Rochester. Lasch è stato uno dei più significativi critici sociali americani della seconda metà del XX secolo. Il fatto di provenire da una famiglia altamente politicizzata e radicata a sinistra influenzò il suo orientamento politico avvicinandolo alle idee della sinistra conservatrice americana. Anche se è difficile definire la sua posizione in modo univoco nel panorama politico americano, di certo si può affermare che il suo pensiero, pur orientato a una critica del conservatorismo e dell'ordine sociale esistente, non rientrò mai negli schemi tradizionali della sinistra. Inizialmente egli sostenne idee vicine al radicalismo, ma negli anni si avvicinò a posizioni più conservatrici con la proposta di un ritorno agli ideali piccolo-borghesi come soluzione alla deriva politica e morale della società americana. Fu uno strenuo oppositore della corrente liberal americana. Tentò di usare la storia come mezzo per risvegliare i sentimenti della società americana dalla spinta, a suo avviso corrosiva, derivante dalle maggiori istituzioni (pubbliche e private) che stavano eliminando l'autonomia delle famiglie e delle comunità. Unì alla critica sociale un'analisi psicologica sfruttando i lavori di Freud e della psicanalisi. Partì dalla definizione di ¿narcisismo patologico¿ per definire quella che per lui è la caratteristica saliente del nostro tempo, per l'appunto il narcisismo, e sviluppò una decisa critica all'individualismo. Parlò di ¿clima terapeutico¿ della nostra società per esprimere l'aspirazione delle persone al raggiungimento della sensazione illusoria di benessere personale. Il suo pensiero quindi si sviluppava all'interno di una visione del mondo piuttosto anacronistica rispetto a quello che era il pensiero comune negli in cui scriveva. Infatti egli si schierava contro l'individualismo tipico della società contemporanea sostenendo al contrario l'importanza della comunità e della tradizione; criticava fortemente le istituzioni accusandole di aver invaso lo spazio e l'autonomia della famiglia opponendo a questo fenomeno la rivalutazione della famiglia e dell'educazione tradizionale; si diceva stupito del fatto che le persone continuassero ad essere così ottimiste e fiduciose nel progresso quando esso non aveva risposto a nessuna delle tante aspettative che gli erano state rivolte. Risulta chiaro da questo piccolo accenno ai temi da lui affrontati in che senso Lasch possa essere considerato un critico del sistema capitalistico e del liberalismo statunitense.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14240/59444