Il presente lavoro si focalizza sul principio di inerenza, uno dei principi generali di determinazione del reddito imponibile (d'impresa e lavoro autonomo), fondamentale condizione di deducibilità dei componenti reddituali negativi, la cui ratio consiste nel permettere la distinzione fra spese di produzione del reddito, deducibili, e spese di disposizione del medesimo, indeducibili. Tale principio ha conosciuto una trattazione sistematica e completa, a livello dottrinale, solo in tempi recenti, non senza equivoci ed incomprensioni. Analizzeremo dunque, nel primo e nel terzo capitolo, gli altri principi generali di determinazione del reddito d'impresa, per poi dedicare il secondo capitolo all'analisi dettagliata del principio di inerenza. Compiuto ciò, andremo a "calare" il principio di inerenza in singole componenti reddituali negative, analizzandone i rapporti con la disciplina speciale ad esse dedicata, cercando di evidenziarne pregi e difetti: il quarto capitolo sarà dunque dedicato alle spese di pubblicità e rappresentanza, il quinto ai cosidetti "costi illeciti", il sesto alle sanzioni e, infine, il settimo alle perdite su crediti. Particolare attenzione sarà dedicata all'orientamento giurisprudenziale, della prassi e della dottrina, il cui ruolo, in un settore come quello tributario, caratterizzato da frequenti mutamenti della disciplina legislativa, appare quanto mai fondamentale, per aiutare il contribuente nella corretta comprensione ed applicazione della normativa fiscale, nonché per evidenziare mancanze e difetti del dettato normativo, spronando il legislatore al continuo miglioramento della disciplina impositiva. Lo scopo del presente scritto è quello di dimostrare che una miglior conoscenza del principio di inerenza può permettere un definitivo superamento di orientamenti e pratiche, sostenute da prassi e giurisprudenza, del tutto immotivate ed ingiustificabili, nell'auspicio che il legislatore tributario, finalmente, abbandoni il suo modo di procedere, spasmodicamente alla ricerca di un aumento del gettito fiscale, per dare il giusto rilievo al rispetto dei principi fondamentali che dovrebbero reggere il sistema tributario in un paese moderno e civile. Ciò permetterebbe il ritorno di un minimo di "luce" in un settore del diritto nel quale, purtroppo, sempre più spesso il contribuente si trova a brancolare nel buio più totale.
Il principio di inerenza nella deducibilità delle componenti negative di reddito
GIORDANA, CARLO EMANUELE
2012/2013
Abstract
Il presente lavoro si focalizza sul principio di inerenza, uno dei principi generali di determinazione del reddito imponibile (d'impresa e lavoro autonomo), fondamentale condizione di deducibilità dei componenti reddituali negativi, la cui ratio consiste nel permettere la distinzione fra spese di produzione del reddito, deducibili, e spese di disposizione del medesimo, indeducibili. Tale principio ha conosciuto una trattazione sistematica e completa, a livello dottrinale, solo in tempi recenti, non senza equivoci ed incomprensioni. Analizzeremo dunque, nel primo e nel terzo capitolo, gli altri principi generali di determinazione del reddito d'impresa, per poi dedicare il secondo capitolo all'analisi dettagliata del principio di inerenza. Compiuto ciò, andremo a "calare" il principio di inerenza in singole componenti reddituali negative, analizzandone i rapporti con la disciplina speciale ad esse dedicata, cercando di evidenziarne pregi e difetti: il quarto capitolo sarà dunque dedicato alle spese di pubblicità e rappresentanza, il quinto ai cosidetti "costi illeciti", il sesto alle sanzioni e, infine, il settimo alle perdite su crediti. Particolare attenzione sarà dedicata all'orientamento giurisprudenziale, della prassi e della dottrina, il cui ruolo, in un settore come quello tributario, caratterizzato da frequenti mutamenti della disciplina legislativa, appare quanto mai fondamentale, per aiutare il contribuente nella corretta comprensione ed applicazione della normativa fiscale, nonché per evidenziare mancanze e difetti del dettato normativo, spronando il legislatore al continuo miglioramento della disciplina impositiva. Lo scopo del presente scritto è quello di dimostrare che una miglior conoscenza del principio di inerenza può permettere un definitivo superamento di orientamenti e pratiche, sostenute da prassi e giurisprudenza, del tutto immotivate ed ingiustificabili, nell'auspicio che il legislatore tributario, finalmente, abbandoni il suo modo di procedere, spasmodicamente alla ricerca di un aumento del gettito fiscale, per dare il giusto rilievo al rispetto dei principi fondamentali che dovrebbero reggere il sistema tributario in un paese moderno e civile. Ciò permetterebbe il ritorno di un minimo di "luce" in un settore del diritto nel quale, purtroppo, sempre più spesso il contribuente si trova a brancolare nel buio più totale.File | Dimensione | Formato | |
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