L'aggressività è un comportamento adattativo che, se presenta anomalie, può diventare rischioso per quanto riguarda il benessere della persona stessa e l'incolumità delle persone circostanti. È soprattutto questo il motivo per cui si è deciso di condurre esperimenti e studi associativi a riguardo, trovando i neurotrasmettitori e le alterazioni geniche che interagiscono con variabili ambientali quali genere, stato ormonale, influenze prenatali, contesto famigliare e contesto culturale, determinando così il comportamento dell'individuo. Attraverso vari studi, è stato riscontrato che la serotonina è uno degli elementi chiave che, sia singolarmente che associata ad altri trasmettitori, regola la manifestazione del comportamento aggressivo. Quello che ancora non è chiaro è in che modo la serotonina influenzi l'aggressività. Infatti, nei vari studi qua descritti (che comprendono esperimenti condotti su animali modello e studi associativi condotti sui cani e sull'uomo), sono stati trovati risultati diversi, e spesso in contraddizione tra loro. Il sistema serotoninergico interagisce con altri neurotrasmettitori e ormoni (DA, T, CRT) e con il contesto ambientale circostante, e questa complessa interazione può spesso portare a risultati ambigui. L'ipotesi più diffusa afferma che i comportamenti aggressivi anomali possano essere causati da un'inibizione della 5-HT, ed è stato dimostrato dall'analisi dei livelli di 5-HIAA nei soggetti umani e da esperimenti su topi Tph2-/-. Altri esperimenti e studi invece hanno ottenuto risultati opposti: gli esperimenti condotti sui moscerini hanno mostrato che l'attivazione delle vie serotoninergiche aumenta il numero di attacchi aggressivi contro l'avversario. Nei topi si vide che i ceppi più violenti presentavano alti livelli di 5-HT, e che i topi MAOA KO adulti mostravano alti livelli di aggressività. Un'ipotesi interessante sostiene che un alto livello di 5-HT sarebbe legato ad un'aggressività alta ma adattativa, dunque non deviante dalla ¿normalità¿, mentre bassi livelli di serotonina sarebbero sintomo di un comportamento aggressivo anomalo e potenzialmente patologico. Un'altra idea da sviluppare distingue l'aggressività strumentale da quella impulsiva, e afferma che la funzione dei neurotrasmettitori e dei geni connessi potrebbe variare a seconda del tipo di aggressività preso in considerazione. Questi studi, comunque, hanno identificato alcuni geni che sono legati al comportamento aggressivo. L'attesa dei ricercatori è quella di risolvere le contraddizioni riguardo alla funzione e all'interazione dei neurotrasmettitori e degli ormoni, replicando alcuni esperimenti e ampliando gli studi, soprattutto all'interno della GWAS, ancora poco numerosi.

I modelli animali utilizzati per lo studio dell'aggressività: il ruolo chiave della serotonina

BARBERIS, LARA
2011/2012

Abstract

L'aggressività è un comportamento adattativo che, se presenta anomalie, può diventare rischioso per quanto riguarda il benessere della persona stessa e l'incolumità delle persone circostanti. È soprattutto questo il motivo per cui si è deciso di condurre esperimenti e studi associativi a riguardo, trovando i neurotrasmettitori e le alterazioni geniche che interagiscono con variabili ambientali quali genere, stato ormonale, influenze prenatali, contesto famigliare e contesto culturale, determinando così il comportamento dell'individuo. Attraverso vari studi, è stato riscontrato che la serotonina è uno degli elementi chiave che, sia singolarmente che associata ad altri trasmettitori, regola la manifestazione del comportamento aggressivo. Quello che ancora non è chiaro è in che modo la serotonina influenzi l'aggressività. Infatti, nei vari studi qua descritti (che comprendono esperimenti condotti su animali modello e studi associativi condotti sui cani e sull'uomo), sono stati trovati risultati diversi, e spesso in contraddizione tra loro. Il sistema serotoninergico interagisce con altri neurotrasmettitori e ormoni (DA, T, CRT) e con il contesto ambientale circostante, e questa complessa interazione può spesso portare a risultati ambigui. L'ipotesi più diffusa afferma che i comportamenti aggressivi anomali possano essere causati da un'inibizione della 5-HT, ed è stato dimostrato dall'analisi dei livelli di 5-HIAA nei soggetti umani e da esperimenti su topi Tph2-/-. Altri esperimenti e studi invece hanno ottenuto risultati opposti: gli esperimenti condotti sui moscerini hanno mostrato che l'attivazione delle vie serotoninergiche aumenta il numero di attacchi aggressivi contro l'avversario. Nei topi si vide che i ceppi più violenti presentavano alti livelli di 5-HT, e che i topi MAOA KO adulti mostravano alti livelli di aggressività. Un'ipotesi interessante sostiene che un alto livello di 5-HT sarebbe legato ad un'aggressività alta ma adattativa, dunque non deviante dalla ¿normalità¿, mentre bassi livelli di serotonina sarebbero sintomo di un comportamento aggressivo anomalo e potenzialmente patologico. Un'altra idea da sviluppare distingue l'aggressività strumentale da quella impulsiva, e afferma che la funzione dei neurotrasmettitori e dei geni connessi potrebbe variare a seconda del tipo di aggressività preso in considerazione. Questi studi, comunque, hanno identificato alcuni geni che sono legati al comportamento aggressivo. L'attesa dei ricercatori è quella di risolvere le contraddizioni riguardo alla funzione e all'interazione dei neurotrasmettitori e degli ormoni, replicando alcuni esperimenti e ampliando gli studi, soprattutto all'interno della GWAS, ancora poco numerosi.
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