L'obiettivo di questo lavoro è quello di svolgere un confronto impossibile, perché intrapreso in relazione a due personaggi molto distanti tra loro: J. Derrida e M. Nussbaum. Ciò che tenteremo di portare avanti nelle pagine che seguiranno sarà proprio un'analisi comparativa delle argomentazioni di questi due pensatori. Il nostro studio si concentrerà in particolare sul problema della giustizia e del politico così come viene inteso da entrambi, cercando di mettere in evidenza quei luoghi delle rispettive trattazioni nei quali è possibile riscontrare non solo una comunanza di temi e interessi, ma anche di soluzioni e strategie. Siamo convinti di poter mostrare come tutti e due i sistemi presi in esame giungano a tracciare uno specifico modo di intendere la giustizia e la comunità, che deriva a sua volta da una comune concezione della ragione. Riteniamo che al di sotto di tutte queste differenze superficiali, nelle quali un ruolo determinante è giocato dalla geografia e dall'appartenenza di scuola, sia possibile identificare una comune concezione della giustizia. Entrambi gli autori dimostrano infatti la stessa sensibilità e la stessa attenzione nell'affrontare nodi problematici che, come possiamo riscontrare dal dibattito contemporaneo su questi temi, risultano centrali e per questo più difficilmente districabili. Siamo altresì convinti che una tale convergenza non sia casuale, ma frutto di una medesima prospettiva epistemologica che si manifesta attraverso una particolare concezione della deliberazione razionale. In questo senso arriveremo ad affermare che è possibile considerare la teoria delle capacità e il discorso sulla decostruzione come due ragionamenti non contraddittori ma complementari. Essi assumono l'uno per l'altro, a nostro avviso, il ruolo di vigilanti, rafforzandosi vicendevolmente. Ponendosi domande simili ma in contesti differenti, questi autori hanno la possibilità di fungere reciprocamente da guida per l'altro, da punto di riferimento qualora le condizioni li portino a commettere errori o leggerezze che ne vanificherebbero l'impresa. La struttura del testo sarà composta da tre capitoli. Nel primo verrà analizzato il discorso portato avanti da Derrida in ambito politico. Il secondo capitolo, più breve ma non meno importante, rappresenta per certi versi il cuore della nostra trattazione. In queste pagine mostreremo come il modello di razionalità che può essere estrapolato dalla filosofia di Derrida sia strettamente legato alle conclusioni in campo scientifico di Putnam. Nel terzo invece cercheremo di esporre il punto di vista della Nussbaum partendo dalle sue ricerche sulla filosofia greca, in particolare di Aristotele e Socrate, fino ad arrivare alla teoria delle capacità di cui descriveremo la struttura.

Decostruzione e capacità. La giustizia in duscussione nel confronto tra due percorsi possibili

GIUSTINIANO, ALBERTO
2012/2013

Abstract

L'obiettivo di questo lavoro è quello di svolgere un confronto impossibile, perché intrapreso in relazione a due personaggi molto distanti tra loro: J. Derrida e M. Nussbaum. Ciò che tenteremo di portare avanti nelle pagine che seguiranno sarà proprio un'analisi comparativa delle argomentazioni di questi due pensatori. Il nostro studio si concentrerà in particolare sul problema della giustizia e del politico così come viene inteso da entrambi, cercando di mettere in evidenza quei luoghi delle rispettive trattazioni nei quali è possibile riscontrare non solo una comunanza di temi e interessi, ma anche di soluzioni e strategie. Siamo convinti di poter mostrare come tutti e due i sistemi presi in esame giungano a tracciare uno specifico modo di intendere la giustizia e la comunità, che deriva a sua volta da una comune concezione della ragione. Riteniamo che al di sotto di tutte queste differenze superficiali, nelle quali un ruolo determinante è giocato dalla geografia e dall'appartenenza di scuola, sia possibile identificare una comune concezione della giustizia. Entrambi gli autori dimostrano infatti la stessa sensibilità e la stessa attenzione nell'affrontare nodi problematici che, come possiamo riscontrare dal dibattito contemporaneo su questi temi, risultano centrali e per questo più difficilmente districabili. Siamo altresì convinti che una tale convergenza non sia casuale, ma frutto di una medesima prospettiva epistemologica che si manifesta attraverso una particolare concezione della deliberazione razionale. In questo senso arriveremo ad affermare che è possibile considerare la teoria delle capacità e il discorso sulla decostruzione come due ragionamenti non contraddittori ma complementari. Essi assumono l'uno per l'altro, a nostro avviso, il ruolo di vigilanti, rafforzandosi vicendevolmente. Ponendosi domande simili ma in contesti differenti, questi autori hanno la possibilità di fungere reciprocamente da guida per l'altro, da punto di riferimento qualora le condizioni li portino a commettere errori o leggerezze che ne vanificherebbero l'impresa. La struttura del testo sarà composta da tre capitoli. Nel primo verrà analizzato il discorso portato avanti da Derrida in ambito politico. Il secondo capitolo, più breve ma non meno importante, rappresenta per certi versi il cuore della nostra trattazione. In queste pagine mostreremo come il modello di razionalità che può essere estrapolato dalla filosofia di Derrida sia strettamente legato alle conclusioni in campo scientifico di Putnam. Nel terzo invece cercheremo di esporre il punto di vista della Nussbaum partendo dalle sue ricerche sulla filosofia greca, in particolare di Aristotele e Socrate, fino ad arrivare alla teoria delle capacità di cui descriveremo la struttura.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14240/59016