L'obiettivo del presente lavoro è quello di analizzare, senza pretese di esaustività, quali sono le principali articolazioni del diritto di difesa, soffermandosi in particolare sulla difesa tecnica, sul patrocinio a spese dello Stato, istituto chiave nel garantire l'effettività della diritto difesa e sulla disciplina concernente le indagini difensive. L'ampiezza della tematica ha portato a concentrarsi su quelli che sono gli aspetti più controversi, rispetto ai quali dottrina e giurisprudenza non mancano di fornire interessanti spunti riflessivi. Il primo capitolo, partendo dalle difficoltà interpretative in merito all'art. 24 Cost., analizza alcune sentenze della Corte Costituzionale che, nel corso del tempo, hanno apportato un contributo considerevole alla definizione della norma. Successivamente viene esaminata un'altra disposizione costituzionale, l'art. 111 Cost., la quale, in seguito alla legge costituzionale n. 2 del 1999, ha introdotto i principi del giusto processo. Nella seconda parte del medesimo capitolo vengono trattate alcune estrinsecazioni del diritto di difesa che, se pure necessiterebbero di una esposizione molto più approfondita, non possono essere ignorate in questa sede. Il riferimento va al principio del nemo tenenur se detegere, al contraddittorio nel momento di formazione della prova, al diritto alla prova, alla difesa tecnica e all'autodifesa. Il secondo capitolo è dedicato al difensore. In primis ci si occupa della disciplina relativa al difensore di fiducia, successivamente di quella relativa al difensore d'ufficio ed infine di quella applicabile ad entrambe le figure. Una parte importante all'interno del capitolo è quella sul termine a difesa ex art. 108 c.p.p., denominatore comune dei fatti interruttivi del rapporto tra difensore e cliente e strumento fondamentale per assicurare l'effettività della difesa. In relazione al termine a difesa viene analizzata la problematica concernente un suo eventuale abuso. Lo spunto è stato dato da una recente sentenza delle Sezioni Unite della Corte di Cassazione, sulla quale si innestano le critiche sollevate dalla dottrina e le possibili soluzioni alla questione. Il capitolo terzo approfondisce un'articolazione chiave del diritto di difesa: il patrocinio dei non abbienti. Dopo aver ripercorso le tappe che hanno portato a quella che è l'attuale formulazione della norma costituzionale di riferimento, l'art. 24 comma 3 Cost., vengono fatti alcuni cenni sull'evoluzione dell'istituto a partire dal r.d. 30 dicembre 1923, n. 3282, che disciplinava il primo sistema generale di assistenza legale gratuita, fino al d.P.R. 30 maggio 2002 n. 115 e modifiche successive. L'attenzione si focalizza quindi sulla normativa attuale. Il quarto ed ultimo capitolo è dedicato alle indagini difensive. In primo luogo si fa riferimento all'iter che ha interessato la disciplina dal codice di rito penale del 1930 fino all'entrata in vigore della l. 7 dicembre 2000 n. 397. In merito a quest'ultima l'analisi è incentrata sui soggetti, i profili temporali, e l'oggetto della indagini difensive. Una problematica su cui ci si è specificatamente soffermati è quella attinente alla qualifica giuridica che il difensore riveste nel momento in cui verbalizza le informazioni assunte durante l'esame documentato. Sul tema è intervenuta una sentenza delle Sezioni Unite che ha inevitabilmente fatto sorgere perplessità e dato adito a contrastanti dibattiti dottrinali.
DIRITTO DI DIFESA E DIFENSORE
REGALDO, FEDERICA
2012/2013
Abstract
L'obiettivo del presente lavoro è quello di analizzare, senza pretese di esaustività, quali sono le principali articolazioni del diritto di difesa, soffermandosi in particolare sulla difesa tecnica, sul patrocinio a spese dello Stato, istituto chiave nel garantire l'effettività della diritto difesa e sulla disciplina concernente le indagini difensive. L'ampiezza della tematica ha portato a concentrarsi su quelli che sono gli aspetti più controversi, rispetto ai quali dottrina e giurisprudenza non mancano di fornire interessanti spunti riflessivi. Il primo capitolo, partendo dalle difficoltà interpretative in merito all'art. 24 Cost., analizza alcune sentenze della Corte Costituzionale che, nel corso del tempo, hanno apportato un contributo considerevole alla definizione della norma. Successivamente viene esaminata un'altra disposizione costituzionale, l'art. 111 Cost., la quale, in seguito alla legge costituzionale n. 2 del 1999, ha introdotto i principi del giusto processo. Nella seconda parte del medesimo capitolo vengono trattate alcune estrinsecazioni del diritto di difesa che, se pure necessiterebbero di una esposizione molto più approfondita, non possono essere ignorate in questa sede. Il riferimento va al principio del nemo tenenur se detegere, al contraddittorio nel momento di formazione della prova, al diritto alla prova, alla difesa tecnica e all'autodifesa. Il secondo capitolo è dedicato al difensore. In primis ci si occupa della disciplina relativa al difensore di fiducia, successivamente di quella relativa al difensore d'ufficio ed infine di quella applicabile ad entrambe le figure. Una parte importante all'interno del capitolo è quella sul termine a difesa ex art. 108 c.p.p., denominatore comune dei fatti interruttivi del rapporto tra difensore e cliente e strumento fondamentale per assicurare l'effettività della difesa. In relazione al termine a difesa viene analizzata la problematica concernente un suo eventuale abuso. Lo spunto è stato dato da una recente sentenza delle Sezioni Unite della Corte di Cassazione, sulla quale si innestano le critiche sollevate dalla dottrina e le possibili soluzioni alla questione. Il capitolo terzo approfondisce un'articolazione chiave del diritto di difesa: il patrocinio dei non abbienti. Dopo aver ripercorso le tappe che hanno portato a quella che è l'attuale formulazione della norma costituzionale di riferimento, l'art. 24 comma 3 Cost., vengono fatti alcuni cenni sull'evoluzione dell'istituto a partire dal r.d. 30 dicembre 1923, n. 3282, che disciplinava il primo sistema generale di assistenza legale gratuita, fino al d.P.R. 30 maggio 2002 n. 115 e modifiche successive. L'attenzione si focalizza quindi sulla normativa attuale. Il quarto ed ultimo capitolo è dedicato alle indagini difensive. In primo luogo si fa riferimento all'iter che ha interessato la disciplina dal codice di rito penale del 1930 fino all'entrata in vigore della l. 7 dicembre 2000 n. 397. In merito a quest'ultima l'analisi è incentrata sui soggetti, i profili temporali, e l'oggetto della indagini difensive. Una problematica su cui ci si è specificatamente soffermati è quella attinente alla qualifica giuridica che il difensore riveste nel momento in cui verbalizza le informazioni assunte durante l'esame documentato. Sul tema è intervenuta una sentenza delle Sezioni Unite che ha inevitabilmente fatto sorgere perplessità e dato adito a contrastanti dibattiti dottrinali.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14240/58857