Il quinto allargamento dell'Unione Europea (2004 e 2007) ha interessato un numeroso gruppo di paesi dell'Europa centro-orientale che, dopo la fine dei regimi comunisti, necessitava di un profondo cambiamento economico e politico per potersi allineare all'UE. Attraverso il lungo processo di integrazione, l'Unione colse l'opportunità di realizzare l'obiettivo politico di unificare l'Europa e di rafforzarne la stabilità, la crescita e il benessere. Prima che l'allargamento potesse realizzarsi, i PECO hanno dovuto attuare radicali riforme per colmare i divari e la distanza con l'UE e adeguarsi alle norme comunitarie necessarie per la transizione verso la democrazia. Il sostegno finanziario dato ai PECO, attraverso i programmi di preadesione, ha consentito loro di realizzare progressi nella transizione verso l'economia di mercato. La politica di coesione economica e sociale è intervenuta ad aiutare i PECO durante il percorso di convergenza con le economie europee: i programmi di coesione, cofinanziati con il bilancio dell'UE, hanno contribuito a trasformare le economie nazionali e regionali attraverso investimenti nelle infrastrutture, nello sviluppo imprenditoriale, nella formazione e nella modernizzazione nei paesi. Il bilancio sull'attuazione della politica di coesione è positivo, e il supporto fornito dai fondi comunitari ha contribuito a ridurre la disoccupazione nella prima fase dell'attuale crisi economica. I PECO hanno bisogno di ricorrere ai finanziamenti comunitari per portare avanti i programmi a favore della crescita e per contrastare gli effetti della crisi. Infatti l'attuale contesto economico evidenzia che per molti dei nuovi paesi membri dell'UE è assai forte la dipendenza dalla politica di coesione e dal sostegno finanziario. Per la Romania, reduce dagli stenti e dall'oppressione di uno dei regimi socialisti più duri dell'Est europeo, l'adesione (1° gennaio 2007) ha significato il passaggio verso il mondo occidentale, considerato modello di libertà e benessere. Come paese aderente e in ritardo di sviluppo, la Romania è stata ammessa tra i beneficiari della politica di coesione, affinché raggiungesse una maggiore integrazione con le economie avanzate dell'UE. La prospettiva dell'adesione è stata una forza trainante per la modernizzazione del paese e per gli investimenti diretti esteri: infatti le politiche nazionali incentivanti, soprattutto fiscali, e il basso costo della manodopera hanno attirato, nei primi anni dell'ingresso, cospicui investimenti stranieri. Questi elementi hanno favorito la delocalizzazione di molte PMI italiane, che hanno portato parte della loro attività produttiva, competenze e capitali, contribuendo allo sviluppo del paese. La Romania sta vivendo un periodo di grave recessione e la crisi economica ha fatto venir meno gli investimenti nel paese, che rimane agli ultimi posti, in quasi tutte le classifiche, rispetto alla media comunitaria. Il recente rapporto di Bruxelles ne sottolinea una fragilità dovuta soprattutto a inefficienze e carenze nella pubblica amministrazione e nel settore giudiziario, nella lotta alla corruzione, nel settore sanitario e delle infrastrutture. Per accedere alla nuova strategia dei fondi europei nell'ambito della politica di coesione 2014-2020, la Romania deve procedere a severe riforme strutturali e fornire risposte credibili a livello politico ed economico, al fine di raggiungere una crescita economica stabile e di migliorare lo standard di vita della popolazione.
L'allargamento a Est dell'Unione Europea e la politica di coesione. Il caso della Romania
BONSIGNORE, FEDERICA
2012/2013
Abstract
Il quinto allargamento dell'Unione Europea (2004 e 2007) ha interessato un numeroso gruppo di paesi dell'Europa centro-orientale che, dopo la fine dei regimi comunisti, necessitava di un profondo cambiamento economico e politico per potersi allineare all'UE. Attraverso il lungo processo di integrazione, l'Unione colse l'opportunità di realizzare l'obiettivo politico di unificare l'Europa e di rafforzarne la stabilità, la crescita e il benessere. Prima che l'allargamento potesse realizzarsi, i PECO hanno dovuto attuare radicali riforme per colmare i divari e la distanza con l'UE e adeguarsi alle norme comunitarie necessarie per la transizione verso la democrazia. Il sostegno finanziario dato ai PECO, attraverso i programmi di preadesione, ha consentito loro di realizzare progressi nella transizione verso l'economia di mercato. La politica di coesione economica e sociale è intervenuta ad aiutare i PECO durante il percorso di convergenza con le economie europee: i programmi di coesione, cofinanziati con il bilancio dell'UE, hanno contribuito a trasformare le economie nazionali e regionali attraverso investimenti nelle infrastrutture, nello sviluppo imprenditoriale, nella formazione e nella modernizzazione nei paesi. Il bilancio sull'attuazione della politica di coesione è positivo, e il supporto fornito dai fondi comunitari ha contribuito a ridurre la disoccupazione nella prima fase dell'attuale crisi economica. I PECO hanno bisogno di ricorrere ai finanziamenti comunitari per portare avanti i programmi a favore della crescita e per contrastare gli effetti della crisi. Infatti l'attuale contesto economico evidenzia che per molti dei nuovi paesi membri dell'UE è assai forte la dipendenza dalla politica di coesione e dal sostegno finanziario. Per la Romania, reduce dagli stenti e dall'oppressione di uno dei regimi socialisti più duri dell'Est europeo, l'adesione (1° gennaio 2007) ha significato il passaggio verso il mondo occidentale, considerato modello di libertà e benessere. Come paese aderente e in ritardo di sviluppo, la Romania è stata ammessa tra i beneficiari della politica di coesione, affinché raggiungesse una maggiore integrazione con le economie avanzate dell'UE. La prospettiva dell'adesione è stata una forza trainante per la modernizzazione del paese e per gli investimenti diretti esteri: infatti le politiche nazionali incentivanti, soprattutto fiscali, e il basso costo della manodopera hanno attirato, nei primi anni dell'ingresso, cospicui investimenti stranieri. Questi elementi hanno favorito la delocalizzazione di molte PMI italiane, che hanno portato parte della loro attività produttiva, competenze e capitali, contribuendo allo sviluppo del paese. La Romania sta vivendo un periodo di grave recessione e la crisi economica ha fatto venir meno gli investimenti nel paese, che rimane agli ultimi posti, in quasi tutte le classifiche, rispetto alla media comunitaria. Il recente rapporto di Bruxelles ne sottolinea una fragilità dovuta soprattutto a inefficienze e carenze nella pubblica amministrazione e nel settore giudiziario, nella lotta alla corruzione, nel settore sanitario e delle infrastrutture. Per accedere alla nuova strategia dei fondi europei nell'ambito della politica di coesione 2014-2020, la Romania deve procedere a severe riforme strutturali e fornire risposte credibili a livello politico ed economico, al fine di raggiungere una crescita economica stabile e di migliorare lo standard di vita della popolazione.File | Dimensione | Formato | |
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