L'indagine condotta in questo lavoro ha cercato di mostrare la coerenza della disciplina costituzionale delle relazioni finanziarie, contenuta nel Titolo V, con il fondamentale principio autonomistico dell'art. 5 Cost. Si è cercato quindi di dimostrare che la potestà tributaria regionale è una situazione giuridica coessenziale a quell'autonomia che la Costituzione si è limitata a riconoscere, e che senza tale potestà tributaria non si ha nemmeno autonomia. Il primo capitolo si ripropone di dare una classificazione ad alcuni ordinamenti giuridici per quanto concerne la disciplina delle relazioni finanziarie fra i diversi livelli di governo. Si tratterà inoltre del principale punto debole del Titolo V, e cioè la mancata previsione costituzionale del riparto materiale degli spazi di autonomia tra Stato e Regioni. Spetta quindi al coordinamento, ed alla legge statale, il ruolo di arbitro dell'autonomia tributaria regionale. Il lavoro proseguirà con il processo di integrazione europea, che ha segnato anche l'autonomia tributaria e finanziaria regionale portando ad una duplice relazione di autonomia, da una parte, nei confronti dell'ordinamento statale, e dall'altra, di quello europeo. Inoltre, si spiegherà uno dei principali motivi per cui il sistema regionale italiano appare così complicato: la presenza di un diverso tipo di autonomia regionale, dotata di ampia autonomia finanziaria, riconosciuta direttamente dagli Statuti. Altro elemento importante sarà la legge delega 5 maggio 2009, n. 42, la quale ha sostanzialmente confermato un modello di finanza regionale subordinato a quello statale. Infine, si denoterà come il ruolo delle compartecipazioni ai tributi statali e del fondo perequativo dovrebbe essere sussidiario rispetto a quello delle risorse tributarie.

SINTESI RAGIONATA DEL TESTO "L'AUTONOMIA FINANZIARIA E TRIBUTARIA REGIONALE"

RESTAGNO, SIMONA
2012/2013

Abstract

L'indagine condotta in questo lavoro ha cercato di mostrare la coerenza della disciplina costituzionale delle relazioni finanziarie, contenuta nel Titolo V, con il fondamentale principio autonomistico dell'art. 5 Cost. Si è cercato quindi di dimostrare che la potestà tributaria regionale è una situazione giuridica coessenziale a quell'autonomia che la Costituzione si è limitata a riconoscere, e che senza tale potestà tributaria non si ha nemmeno autonomia. Il primo capitolo si ripropone di dare una classificazione ad alcuni ordinamenti giuridici per quanto concerne la disciplina delle relazioni finanziarie fra i diversi livelli di governo. Si tratterà inoltre del principale punto debole del Titolo V, e cioè la mancata previsione costituzionale del riparto materiale degli spazi di autonomia tra Stato e Regioni. Spetta quindi al coordinamento, ed alla legge statale, il ruolo di arbitro dell'autonomia tributaria regionale. Il lavoro proseguirà con il processo di integrazione europea, che ha segnato anche l'autonomia tributaria e finanziaria regionale portando ad una duplice relazione di autonomia, da una parte, nei confronti dell'ordinamento statale, e dall'altra, di quello europeo. Inoltre, si spiegherà uno dei principali motivi per cui il sistema regionale italiano appare così complicato: la presenza di un diverso tipo di autonomia regionale, dotata di ampia autonomia finanziaria, riconosciuta direttamente dagli Statuti. Altro elemento importante sarà la legge delega 5 maggio 2009, n. 42, la quale ha sostanzialmente confermato un modello di finanza regionale subordinato a quello statale. Infine, si denoterà come il ruolo delle compartecipazioni ai tributi statali e del fondo perequativo dovrebbe essere sussidiario rispetto a quello delle risorse tributarie.
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