Sicuramente quello dei diritti umani e della loro attuazione, è un campo in cui la valutazione dei risultati conseguiti non può non tener conto del fatto che l'emanazione di leggi o la sottoscrizione di Convenzioni, pur rappresentandone l'indispensabile cornice, non bastano da sole a garantirne la fattibilità, effettività e concretezza. Diviene pertanto sempre più necessario, affinché la spinta innovativa che da sempre sta alla base di questa particolare tipologia di diritti possa prendere forma, che questa normativa trovi il modo di interagire al meglio delle proprie possibilità con un contesto culturale diffuso, che coltivi il rapporto intergenerazionale aiutandolo a crescere.Un' importanza ed un significato particolari, in questo ambito, assumono certamente i diritti riconosciuti ai bambini poiché si tratta di dare forma e di credere in un progetto che guarda contemporaneamente al presente e al futuro di tutte le generazioni, ciascuna con le proprie responsabilità individuali e collettive. Un contributo decisivo ci viene, in tal senso, dalla Convenzione internazionale sui diritti del fanciullo, approvata dall'Assemblea Generale dell'ONU il 20 novembre 1989 a New York, che rappresenta uno strumento normativo internazionale di promozione e tutela dei diritti dell'infanzia, il più importante tra quelli posti a tutela dei diritti dei bambini. Essa infatti non si limita ad una dichiarazione di principi generali ma, rappresenta un vero e proprio vincolo giuridico per gli Stati contraenti i quali pertanto devono, in forza di una sua eventuale ratifica, uniformare le norme di diritto interno a quelle della Convenzione, al fine di rendere effettivi i diritti e le libertà in essa proclamati. La Convenzione di New York, come viene anche definita, è il trattato internazionale maggiormente ratificato al mondo, pressoché da tutti i Paesi con esclusione, per motivi diversi, della Somalia e degli Stati Uniti, è in vigore a livello internazionale dal 2 settembre 1990 e l'Italia l'ha ratificata con legge 27.05.1991, n.176. Questo elaborato nasce dal desiderio di approfondire le tematiche relative alla tutela dell'universo infantile che sebbene oggi quanto mai di fondamentale importanza ed attualità risultano ancora poco o forse troppo superficialmente conosciute a livello di opinione pubblica. Esso, partendo da un'analisi storica e sociale dell'evoluzione della figura del minore nel corso dei secoli, nel cercare di individuarne i tratti e i momenti maggiormente significativi prova ad analizzare la corrispondente evoluzione del diritto che a partire dalla Dichiarazione dei diritti dei bambini del 1924 e ancor prima, nel 1923, dalla Carta del bambino di Englantine Louisa Jebb, dama della Croce Rossa e fondatrice nel 1919 di Save the Children, hanno portato alla Convenzione di New York del 1989 e a tre Protocolli opzionali alla stessa: due nel 1990, rispettivamente sul coinvolgimento dei bambini nei conflitti armati e sul traffico, prostituzione e pornografia infantile di minori ed uno nel 2011 che permette al minore, vittima di violazioni dei diritti affermati dalla Convenzione, di ricorrere direttamente al Comitato ONU. Infine vengono prese in esame alcune casistiche, anche in relazione a culture diverse, nelle quali tali garanzie e la loro tutela si sono rivelate particolarmente deboli,: lavoro minorile, prostituzione minorile, i bambini soldato o vittime della guerra, adozioni internazionali, conflitti familiari.
I Diritti dell'Infanzia nell'Ordinamento Giuridico Internazionale
SCALABRINO, SUSANNA
2011/2012
Abstract
Sicuramente quello dei diritti umani e della loro attuazione, è un campo in cui la valutazione dei risultati conseguiti non può non tener conto del fatto che l'emanazione di leggi o la sottoscrizione di Convenzioni, pur rappresentandone l'indispensabile cornice, non bastano da sole a garantirne la fattibilità, effettività e concretezza. Diviene pertanto sempre più necessario, affinché la spinta innovativa che da sempre sta alla base di questa particolare tipologia di diritti possa prendere forma, che questa normativa trovi il modo di interagire al meglio delle proprie possibilità con un contesto culturale diffuso, che coltivi il rapporto intergenerazionale aiutandolo a crescere.Un' importanza ed un significato particolari, in questo ambito, assumono certamente i diritti riconosciuti ai bambini poiché si tratta di dare forma e di credere in un progetto che guarda contemporaneamente al presente e al futuro di tutte le generazioni, ciascuna con le proprie responsabilità individuali e collettive. Un contributo decisivo ci viene, in tal senso, dalla Convenzione internazionale sui diritti del fanciullo, approvata dall'Assemblea Generale dell'ONU il 20 novembre 1989 a New York, che rappresenta uno strumento normativo internazionale di promozione e tutela dei diritti dell'infanzia, il più importante tra quelli posti a tutela dei diritti dei bambini. Essa infatti non si limita ad una dichiarazione di principi generali ma, rappresenta un vero e proprio vincolo giuridico per gli Stati contraenti i quali pertanto devono, in forza di una sua eventuale ratifica, uniformare le norme di diritto interno a quelle della Convenzione, al fine di rendere effettivi i diritti e le libertà in essa proclamati. La Convenzione di New York, come viene anche definita, è il trattato internazionale maggiormente ratificato al mondo, pressoché da tutti i Paesi con esclusione, per motivi diversi, della Somalia e degli Stati Uniti, è in vigore a livello internazionale dal 2 settembre 1990 e l'Italia l'ha ratificata con legge 27.05.1991, n.176. Questo elaborato nasce dal desiderio di approfondire le tematiche relative alla tutela dell'universo infantile che sebbene oggi quanto mai di fondamentale importanza ed attualità risultano ancora poco o forse troppo superficialmente conosciute a livello di opinione pubblica. Esso, partendo da un'analisi storica e sociale dell'evoluzione della figura del minore nel corso dei secoli, nel cercare di individuarne i tratti e i momenti maggiormente significativi prova ad analizzare la corrispondente evoluzione del diritto che a partire dalla Dichiarazione dei diritti dei bambini del 1924 e ancor prima, nel 1923, dalla Carta del bambino di Englantine Louisa Jebb, dama della Croce Rossa e fondatrice nel 1919 di Save the Children, hanno portato alla Convenzione di New York del 1989 e a tre Protocolli opzionali alla stessa: due nel 1990, rispettivamente sul coinvolgimento dei bambini nei conflitti armati e sul traffico, prostituzione e pornografia infantile di minori ed uno nel 2011 che permette al minore, vittima di violazioni dei diritti affermati dalla Convenzione, di ricorrere direttamente al Comitato ONU. Infine vengono prese in esame alcune casistiche, anche in relazione a culture diverse, nelle quali tali garanzie e la loro tutela si sono rivelate particolarmente deboli,: lavoro minorile, prostituzione minorile, i bambini soldato o vittime della guerra, adozioni internazionali, conflitti familiari.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14240/58613