Oppiofobia : La paura che peggiora. Indagine nei pazienti in cure palliative domiciliari

The phenomenon of opium phobia is certainly a phenomenon that is as present as it is silent and deep-rooted and deserves attention and study. The phobia of a drug or a procedure initially arises from subjective fears conditioned by the collective culture; aversion to opioid treatment is the best example. After having found the bibliographic sources, the data collection form was implemented, used by the home palliative care unit, integrating it with 7 questions regarding the opinion regarding opioids, which investigated in patients and caregivers those indices and fears that could lead to a refusal of therapy with these drugs. The data were collected at the time of admission, in patients followed by the home palliative care service in districts 5 and 6 of Ivrea and Cuorgnè. The pain symptom and the dyspnea symptom were investigated, given that, as demonstrated, opioids were also useful in the treatment of this symptom. The investigation period was from 01/01/2023 to 06/30/2023. A total of 119 questionnaires were analyzed in subjects aged between 44 and 95 years. 91.5% of them had tumor pathologies. Only 18.48% of patients interviewed and 33.61% of caregivers report that they consider their knowledge regarding opioids to be adequate. 49.58% of patients and 69.75% of relatives are afraid that this type of medicine could cause drowsiness, motor slowdown and confusion. These percentages were probably influenced by the fact that 51.27% of them at the time of taking charge, having pain or dyspnoea, were already taking opioids in various doses on a daily basis, albeit in some cases at inadequate dosages. Opiophobia is a problem of a cultural and social nature, which implies a considerable effort on the part of operators. Our cultural context, in fact, very easily condemns morphine-based medicines as "drugs" without discerning when they are prescribed for therapeutic purposes and when, on the contrary, there is an abuse responsible for potential serious damage to the organism. The most important thing the operator can do in this situation is therefore to educate. Educating the patient and caregiver means both receiving informed consent in some way at the start of treatment, and simultaneously also educating one or more people who revolve around the patient, making them promoters of these therapies, dispelling preconceptions.

Il fenomeno dell’ oppiofobia è un fenomeno sicuramente tanto presente quanto silente e radicato che merita attenzione e studio. La fobia di un farmaco o di una procedura nasce inizialmente da paure soggettive condizionate dalla cultura collettiva; l’avversione rispetto al trattamento con oppioidi ne è l’esempio migliore. Dopo aver reperito le fonti bibliografiche è stata implementata la scheda di rilevazione dati, utilizzata dall’ unità di cure palliative domiciliari, integrandola con 7 domande riguardo l’ opinione rispetto agli oppioidi, che indagasse nei pazienti e nei caregiver quegli indici e quelle paure che potessero portare ad un rifiuto della terapia con questi farmaci. I dati sono stati raccolti al momento della presa in carico, nei pazienti seguiti dal servizio di cure palliative domiciliari dei distretti 5 e 6 di Ivrea e Cuorgnè. Sono stati indagati il sintomo dolore ed il sintomo dispnea, dato che, come dimostrato, gli oppioidi sono risultati utili anche nel trattamento di questo sintomo Il periodo di indagine è stato dal 1/01/2023 al 30/06/2023. Sono stati analizzati 119 questionari totali in soggetti di età compresa tra i 44 e i 95 anni. Il 91,5% di loro presentava patologie tumorali. Solo il 18,48% dei pazienti intervistati e il 33,61% dei caregiver riferiscono di reputare la propria conoscenza riguardo gli oppioidi come adeguata. Il 49,58% dei pazienti e il 69,75% dei parenti ha paura che questo tipo di farmaci possano portare sonnolenza, rallentamento motorio e confusione. Probabilmente queste percentuali sono state influenzate dal fatto che il 51,27% di loro al momento di questa presa in carico, avendo dolore o dispnea, assumeva già quotidianamente oppioidi in varie posologie seppur in alcuni casi a dosaggi non adeguati. L’ oppiofobia è un problema di natura culturale e sociale, che implica uno sforzo non indifferente da parte degli operatori. Il nostro contesto culturale, infatti, condanna molto facilmente i farmaci a base di morfina come "droghe” senza discernere quando essi sono prescritti a scopo terapeutico e quando, al contrario, vi è un abuso responsabile di potenziali gravi danni all’ organismo. La cosa più importante che l’ operatore possa fare in questa situazione è quindi educare. Educare paziente e caregiver significa sia ricevere in qualche modo un consenso informato all’ avvio delle cure, che, simultaneamente anche educare una o più persone che ruotano attorno al malato, rendendole promotrici di queste terapie, scardinando i preconcetti.