La tesi, nell'ambito degli studi sulla disuguaglianza, ha l'obiettivo di analizzare l'impatto delle politiche abitative di sostegno all'affitto. In Italia infatti, sebbene la proprietà della casa sia tra la più diffusa in Europa, permane una domanda di abitazioni. In particolare si continua a registrare un forte bisogno di alloggi sociali da parte dei gruppi a più basso reddito e sono le famiglie in affitto che patiscono maggiori disagi nelle condizioni abitative, nella segregazione spaziale e nella sostenibilità delle spese per l'abitare. La tesi affronta tre domande di ricerca attraverso il ricorso a tecniche di analisi di tipo qualitativo e di tipo quantitativo. La prima domanda di ricerca della tesi è diretta a comprendere su quale approccio all'ugualitarismo si inserisce la principale politica di intervento attiva nel nostro Paese e cioè il fondo nazionale sostegno alla locazione. La seconda domanda di ricerca è rivolta a capire se gli esiti concreti raggiunti sul territorio rimangono coerenti con gli intenti iniziali. L'ultima domanda di ricerca è nuovamente centrata sull'approccio all'ugualitarismo con riferimento ad una forma di intervento, coeva del fondo affitto, rappresentata del sostegno alle famiglie tramite le agenzie sociali per la locazione. L'interrogativo è indirizzato a indagare le differenze e le similitudini tra i due strumenti. Per il fondo la ricerca porta a iscrivere la politica nell'ambito delle strategie che perseguono l'uguaglianza dei risultati mentre la dimensione della disuguaglianza coinvolta è quella della sostenibilità dei costi per l'abitare rispetto al reddito posseduto. Non si tratta tuttavia di una uguaglianza per tutti perché sono escluse le famiglie che non hanno una casa o che vivono in abitazioni improprie. Gli esiti concreti, in assenza di una banca dati nazionale sui risultati raggiunti nelle diverse regioni, sono stati analizzati con riferimento ad una sola regione, il Piemonte. I criteri allocativi delle risorse adottati a livello locale mettono sotto scacco il principio di uguaglianza e non riescono a far pareggiare le condizioni disuguali esistenti prima della concessione dell'aiuto pubblico. Per le agenzie l'azione si profila orientata, a livello di intenti, all'uguaglianza delle opportunità ed è diretta ad aumentare la capacità del soggetto ad interagire sul mercato. L'uguaglianza è ricercata anche per le famiglie che non hanno una casa o che l'hanno persa a causa di uno sfratto. La sporadicità delle iniziative rilevate sul territorio nazionale, nate per impulso delle regioni, e l'assenza di dati empirici sui risultati non consentono di trarre convincimenti definitivi. Sulla base dei risultati si possono prospettare ulteriori passi di ricerca. L'analisi potrebbe essere estesa ad altre regioni per valutare se i criteri di giustizia locale sono tra loro simili o conducono a situazioni di disuguaglianza territoriale. Si potrebbe approfondire studiando la relazione tra i costi per la casa e la povertà e utilizzando un approccio multidimensionale comprendente anche le dimensioni che definiscono il benessere abitativo, come servizi e spazi. Si potrebbe ampliare l'analisi sulle agenzie per valutare similitudini, carenze e possibili sinergie con il fondo affitto.

Disuguaglianze e politiche abitative

AUTIGNA, LAURA PAOLA
2012/2013

Abstract

La tesi, nell'ambito degli studi sulla disuguaglianza, ha l'obiettivo di analizzare l'impatto delle politiche abitative di sostegno all'affitto. In Italia infatti, sebbene la proprietà della casa sia tra la più diffusa in Europa, permane una domanda di abitazioni. In particolare si continua a registrare un forte bisogno di alloggi sociali da parte dei gruppi a più basso reddito e sono le famiglie in affitto che patiscono maggiori disagi nelle condizioni abitative, nella segregazione spaziale e nella sostenibilità delle spese per l'abitare. La tesi affronta tre domande di ricerca attraverso il ricorso a tecniche di analisi di tipo qualitativo e di tipo quantitativo. La prima domanda di ricerca della tesi è diretta a comprendere su quale approccio all'ugualitarismo si inserisce la principale politica di intervento attiva nel nostro Paese e cioè il fondo nazionale sostegno alla locazione. La seconda domanda di ricerca è rivolta a capire se gli esiti concreti raggiunti sul territorio rimangono coerenti con gli intenti iniziali. L'ultima domanda di ricerca è nuovamente centrata sull'approccio all'ugualitarismo con riferimento ad una forma di intervento, coeva del fondo affitto, rappresentata del sostegno alle famiglie tramite le agenzie sociali per la locazione. L'interrogativo è indirizzato a indagare le differenze e le similitudini tra i due strumenti. Per il fondo la ricerca porta a iscrivere la politica nell'ambito delle strategie che perseguono l'uguaglianza dei risultati mentre la dimensione della disuguaglianza coinvolta è quella della sostenibilità dei costi per l'abitare rispetto al reddito posseduto. Non si tratta tuttavia di una uguaglianza per tutti perché sono escluse le famiglie che non hanno una casa o che vivono in abitazioni improprie. Gli esiti concreti, in assenza di una banca dati nazionale sui risultati raggiunti nelle diverse regioni, sono stati analizzati con riferimento ad una sola regione, il Piemonte. I criteri allocativi delle risorse adottati a livello locale mettono sotto scacco il principio di uguaglianza e non riescono a far pareggiare le condizioni disuguali esistenti prima della concessione dell'aiuto pubblico. Per le agenzie l'azione si profila orientata, a livello di intenti, all'uguaglianza delle opportunità ed è diretta ad aumentare la capacità del soggetto ad interagire sul mercato. L'uguaglianza è ricercata anche per le famiglie che non hanno una casa o che l'hanno persa a causa di uno sfratto. La sporadicità delle iniziative rilevate sul territorio nazionale, nate per impulso delle regioni, e l'assenza di dati empirici sui risultati non consentono di trarre convincimenti definitivi. Sulla base dei risultati si possono prospettare ulteriori passi di ricerca. L'analisi potrebbe essere estesa ad altre regioni per valutare se i criteri di giustizia locale sono tra loro simili o conducono a situazioni di disuguaglianza territoriale. Si potrebbe approfondire studiando la relazione tra i costi per la casa e la povertà e utilizzando un approccio multidimensionale comprendente anche le dimensioni che definiscono il benessere abitativo, come servizi e spazi. Si potrebbe ampliare l'analisi sulle agenzie per valutare similitudini, carenze e possibili sinergie con il fondo affitto.
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