L'aumento delle transazioni internazionali, la naturale scelta degli operatori di collocare capitali ed attività in Paesi i cui ordinamenti giuridici ed economici garantiscono un livello di redditto più elevato, maggiore sicurezza, segretezza e comodità, hanno favorito i fenomeni dell'evasione e dell'elusione fiscale internazionale. Tali fenomeni presentano notevoli complicazioni dovute alla diversa fiscalità esistente nei vari Paesi e alla difficile individuazione della base imponibile nelle operazioni internazionali. Il presente lavoro analizza le operazioni che portano a mostrare una situazione patrimoniale, finanziaria ed economica, sana e affidabile agli occhi degli investitori; modificando i dati contabili, emettendo fatture false, utilizzando fatture per operazioni inesistenti. Pratiche oramai d'uso comune contro cui l'Amministrazione finanziaria si trova a combattere ogni giorno sempre di più. Ma anche la costituzione di società estere in territori a fiscalità privilegiata, da parte di soggetti residenti in Paesi ad alta fiscalità al fine di ridurre il proprio carico fiscale, è diventato un fenomeno molto diffuso negli ultimi anni e costituisce un problema molto serio per la maggior parte dei Paesi industrializzati. Oggi, bisogna fronteggiare anche forme più insidiose di evasione fiscale internazionale come il ¿treaty shopping¿, l'esterovestizione societaria, i dividendi provenienti da paradisi fiscali e la pianificazione fiscale aggressiva tramite Holding Europee. Dopo aver esposto le operazioni sulle quali l'Amministrazione finanziaria concentra maggiormente i propri controlli, ho analizzato le caratteristiche dei paradisi fiscali così come sono giudicati e trattati in ambito internazionale ed interno. Inoltre, ho cercato di offrire un panorama di elementi che li rendono appetibili per la collocazione di capitali; ho illustrato le posizioni della comunità internazionale in merito alle transazioni finanziarie che coinvolgono i paradisi fiscali, fornendo una visione delle contromisure adottate sia in ambito nazionale che all'interno dell'OCSE. Dalla libertà di tassazione dei diversi Paesi è nata una concorrenza fiscale tra Stati volta ad attrarre capitali, persone e ricchezza. Accanto alla possibilità di sfruttare le differenze dei sistemi impositivi attraverso un'attenta pianificazione fiscale, un'impresa sviluppa le proprie attività al fine di ottenere legittimamente la minore imposizione fiscale possibile. In questo contesto sorge il problema della doppia imposizione internazionale, nei casi in cui il contribuente è chiamato a pagare due volte un tributo su uno stesso reddito in due stati diversi. Questo problema può essere risolto con i ¿trattati sulle doppie imposizioni¿ o con normative interne, che riconoscano le imposte corrisposte ad uno Stato estero. La fiscalità internazionale influenza inevitabilmente le scelte economiche dei vari operatori ed il principio della ¿neutralità fiscale internazionale¿, secondo il quale l'attività economica non dovrebbe essere influenzata dalla diversa tassazione adottata dai vari Paesi. Rimane tuttora un'utopia nel contesto mondiale, mentre potrebbe essere nel prossimo futuro, un obiettivo da raggiungere in ambito europeo.

DAL FALSO IN BILANCIO ATTRAVERSO L'EVASIONE SINO AD ARRIVARE AI PARADISI FISCALI

METTA, ALICE
2012/2013

Abstract

L'aumento delle transazioni internazionali, la naturale scelta degli operatori di collocare capitali ed attività in Paesi i cui ordinamenti giuridici ed economici garantiscono un livello di redditto più elevato, maggiore sicurezza, segretezza e comodità, hanno favorito i fenomeni dell'evasione e dell'elusione fiscale internazionale. Tali fenomeni presentano notevoli complicazioni dovute alla diversa fiscalità esistente nei vari Paesi e alla difficile individuazione della base imponibile nelle operazioni internazionali. Il presente lavoro analizza le operazioni che portano a mostrare una situazione patrimoniale, finanziaria ed economica, sana e affidabile agli occhi degli investitori; modificando i dati contabili, emettendo fatture false, utilizzando fatture per operazioni inesistenti. Pratiche oramai d'uso comune contro cui l'Amministrazione finanziaria si trova a combattere ogni giorno sempre di più. Ma anche la costituzione di società estere in territori a fiscalità privilegiata, da parte di soggetti residenti in Paesi ad alta fiscalità al fine di ridurre il proprio carico fiscale, è diventato un fenomeno molto diffuso negli ultimi anni e costituisce un problema molto serio per la maggior parte dei Paesi industrializzati. Oggi, bisogna fronteggiare anche forme più insidiose di evasione fiscale internazionale come il ¿treaty shopping¿, l'esterovestizione societaria, i dividendi provenienti da paradisi fiscali e la pianificazione fiscale aggressiva tramite Holding Europee. Dopo aver esposto le operazioni sulle quali l'Amministrazione finanziaria concentra maggiormente i propri controlli, ho analizzato le caratteristiche dei paradisi fiscali così come sono giudicati e trattati in ambito internazionale ed interno. Inoltre, ho cercato di offrire un panorama di elementi che li rendono appetibili per la collocazione di capitali; ho illustrato le posizioni della comunità internazionale in merito alle transazioni finanziarie che coinvolgono i paradisi fiscali, fornendo una visione delle contromisure adottate sia in ambito nazionale che all'interno dell'OCSE. Dalla libertà di tassazione dei diversi Paesi è nata una concorrenza fiscale tra Stati volta ad attrarre capitali, persone e ricchezza. Accanto alla possibilità di sfruttare le differenze dei sistemi impositivi attraverso un'attenta pianificazione fiscale, un'impresa sviluppa le proprie attività al fine di ottenere legittimamente la minore imposizione fiscale possibile. In questo contesto sorge il problema della doppia imposizione internazionale, nei casi in cui il contribuente è chiamato a pagare due volte un tributo su uno stesso reddito in due stati diversi. Questo problema può essere risolto con i ¿trattati sulle doppie imposizioni¿ o con normative interne, che riconoscano le imposte corrisposte ad uno Stato estero. La fiscalità internazionale influenza inevitabilmente le scelte economiche dei vari operatori ed il principio della ¿neutralità fiscale internazionale¿, secondo il quale l'attività economica non dovrebbe essere influenzata dalla diversa tassazione adottata dai vari Paesi. Rimane tuttora un'utopia nel contesto mondiale, mentre potrebbe essere nel prossimo futuro, un obiettivo da raggiungere in ambito europeo.
ITA
IMPORT DA TESIONLINE
File in questo prodotto:
File Dimensione Formato  
311266_tesi.pdf

non disponibili

Tipologia: Altro materiale allegato
Dimensione 571.56 kB
Formato Adobe PDF
571.56 kB Adobe PDF

I documenti in UNITESI sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.

Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14240/58434