L'integrazione sociale è un processo complesso che varia in relazione alle caratteristiche del soggetto e della società nella quale egli è inserito o deve inserirsi. Tale processo produce una destrutturazione della personalità dell'immigrato che risulta essere strumentale e necessaria per la costruzione di un'identità compatibile con il nuovo contesto. L'identità, nonostante sia percepita come statica e immutabile, non è qualcosa che si eredita alla nascita e si mantiene stabile e uguale a se stessa per tutta la vita, ma è un processo dinamico che si evolve, trasforma e arricchisce nel corso del tempo e in base alle esperienze di vita. La presente tesi si propone di confrontare le esperienze migratorie dei soggetti intervistati al fine di rilevare aspetti comuni e differenze circa il significato che questi attribuiscono alla propria appartenenza religiosa e al ruolo che essa assume all'interno dei percorsi identitari. Si tratta di una ricerca qualitativa di tipo esplorativo che ha coinvolto 40 soggetti di origine marocchina (equamente distribuiti in prima e seconda generazione) residenti nella città di Torino. Dall'analisi delle interviste emerge che la religione musulmana, anche se con modalità differenti, costituisce un riferimento identitario importante per tutti i soggetti coinvolti nello studio. Le prime generazioni sono molto legate alla cultura d'origine. Vivere a Torino ha significato per loro abbandonare quegli stili di vita e quelle abitudini che davano un senso alla propria identità. Il disagio espresso da questi soggetti si riferisce, infatti, alle difficoltà legate all'individuazione di quelle costanti che permettono di mantenere vivo il senso di continuità riguardo a se stessi e alla propria esistenza. Un ruolo rilevante in questo processo è giocato dall'appartenenza religiosa che permette di riprodurre e riadattare nel nuovo contesto di vita le modalità culturali del paese di provenienza, ai fini di mantenere viva la propria dimensione etnica che risulta fondamentale per la costruzione di una nuova identità integrata. Per quanto riguarda le seconde generazioni, la ricerca evidenzia che i giovani trovano nell'Islam una dimensione nuova e personale in cui potersi riconoscere. Sono ragazzi che si definiscono ¿ibridi¿: né totalmente italiani, né totalmente marocchini. Giovani che trovano nella religione un modo per equilibrare le due appartenenze che, nonostante siano avvertite come estremamente distanti, sono entrambe necessarie per la definizione di se stessi. Un particolare spazio è dedicato al ruolo che associazioni musulmane come il GMI assumono per questi soggetti. Sono gruppi che hanno una funzione aggregativa importante per i giovani musulmani d'Italia, i quali trovano l'uno nell'altro il sostegno e i riferimenti necessari per la costruzione di un'identità integrata.
Costruzione identitaria e appartenenza religiosa in soggetti migranti
AMELIO, SOFIA
2013/2014
Abstract
L'integrazione sociale è un processo complesso che varia in relazione alle caratteristiche del soggetto e della società nella quale egli è inserito o deve inserirsi. Tale processo produce una destrutturazione della personalità dell'immigrato che risulta essere strumentale e necessaria per la costruzione di un'identità compatibile con il nuovo contesto. L'identità, nonostante sia percepita come statica e immutabile, non è qualcosa che si eredita alla nascita e si mantiene stabile e uguale a se stessa per tutta la vita, ma è un processo dinamico che si evolve, trasforma e arricchisce nel corso del tempo e in base alle esperienze di vita. La presente tesi si propone di confrontare le esperienze migratorie dei soggetti intervistati al fine di rilevare aspetti comuni e differenze circa il significato che questi attribuiscono alla propria appartenenza religiosa e al ruolo che essa assume all'interno dei percorsi identitari. Si tratta di una ricerca qualitativa di tipo esplorativo che ha coinvolto 40 soggetti di origine marocchina (equamente distribuiti in prima e seconda generazione) residenti nella città di Torino. Dall'analisi delle interviste emerge che la religione musulmana, anche se con modalità differenti, costituisce un riferimento identitario importante per tutti i soggetti coinvolti nello studio. Le prime generazioni sono molto legate alla cultura d'origine. Vivere a Torino ha significato per loro abbandonare quegli stili di vita e quelle abitudini che davano un senso alla propria identità. Il disagio espresso da questi soggetti si riferisce, infatti, alle difficoltà legate all'individuazione di quelle costanti che permettono di mantenere vivo il senso di continuità riguardo a se stessi e alla propria esistenza. Un ruolo rilevante in questo processo è giocato dall'appartenenza religiosa che permette di riprodurre e riadattare nel nuovo contesto di vita le modalità culturali del paese di provenienza, ai fini di mantenere viva la propria dimensione etnica che risulta fondamentale per la costruzione di una nuova identità integrata. Per quanto riguarda le seconde generazioni, la ricerca evidenzia che i giovani trovano nell'Islam una dimensione nuova e personale in cui potersi riconoscere. Sono ragazzi che si definiscono ¿ibridi¿: né totalmente italiani, né totalmente marocchini. Giovani che trovano nella religione un modo per equilibrare le due appartenenze che, nonostante siano avvertite come estremamente distanti, sono entrambe necessarie per la definizione di se stessi. Un particolare spazio è dedicato al ruolo che associazioni musulmane come il GMI assumono per questi soggetti. Sono gruppi che hanno una funzione aggregativa importante per i giovani musulmani d'Italia, i quali trovano l'uno nell'altro il sostegno e i riferimenti necessari per la costruzione di un'identità integrata.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14240/58165