An endocrine disruptor (ED) is defined as "an exogenous substance or a mixture - whether natural or synthetic - that alters the functionality of the endocrine system, causing adverse effects on the health of an organism, its offspring, or a (sub)population." Among all EDs, Bisphenol A (BPA) is the most widely used synthetic one. Known for its flexibility, durability, and transparency, BPA is employed in the industry for the production of resins and plastics, including containers for food or beverages, baby bottles, toys, medical equipment, thermal paper, and the inner coating of cans. Despite reassurances about its presumed safety, the daily use of materials containing BPA and its ability to disperse into the atmosphere may lead to health issues for both humans and animals. Numerous studies assert BPA's ability to act as a toxin even at very low doses, causing ongoing debates about choosing the correct daily tolerable dosage. BPA's estrogen-like structure gives it the capacity to mimic hormonal activity, disturbing it. Its tendency to accumulate in certain areas of the brain has been observed, demonstrating it as a significant target. Furthermore, potential accumulation of the ED during critical periods such as pregnancy and lactation, temporal windows in which the entire neuroendocrine system of the organism is formed, could result in more significant alterations in gene expression or other molecular processes, leading to permanent dysfunctions. In recent literature, attention is focused on the potential impact of BPA when exposed perinatally at low doses. Three articles were selected to analyze the effects of this substance on metabolism, reproduction, behavior, and the related neuronal circuits regulating their proper functioning. All these studies were conducted on rodents. The results observed from the analysis of the selected studies confirm the toxicity of BPA even at low doses. In the first case, the chemical compound caused a permanent modification in the neurobiology of metabolic homeostasis, leading to a reduction in POMC projections in the hypothalamic PVN nucleus, resulting in an altered pattern of postnatal leptin secretion and the suppression of food intake. In the second case, the xenoestrogen induced alterations in prepubertal Kisspeptin expression in the hypothalamic AVPV nucleus, causing disruptions in GnRH pulsatility and the advancement of the first ovulation. These effects precede the onset of puberty. In the third case, exposure to the synthetic substance during the perinatal period showed a correlation with changes in anxiety-related behavior patterns, differently between male and female genders, caused by alterations in serotonin levels in the dorsal and median raphe nuclei. Specifically, anxiolytic effects were observed in males, and anxiogenic effects in females. From these investigations, it follows that Bisphenol A is capable of exhibiting estrogenic behavior even at low doses and, when exposed during critical periods, can induce significant alterations that may persist over time.
Un interferente endocrino (IE) è “una sostanza esogena o una miscela -naturale o sintetica-, che altera la funzionalità del sistema endocrino, causando effetti avversi sulla salute di un organismo, oppure della sua progenie o di una (sotto)popolazione”. Tra tutti, il Bisfenolo A (BPA) è l’IE sintetico più utilizzato. Conosciuto per essere, flessibile, resistente e trasparente, il BPA viene utilizzato in ambito industriale per la produzione di resine e plastiche, tra cui contenitori per alimenti o bevande, biberon, giocattoli, attrezzature mediche, oltre a carta termica e il rivestimento interno delle lattine. Nonostante le rassicurazioni sulla sua presunta sicurezza, l’uso quotidiano di materiali contenenti BPA e la sua capacità di diffondersi in atmosfera potrebbe portare a problematiche per la salute umana e animale. Infatti, numerosi studi affermano la capacità del BPA di agire come tossina anche a dosi molto basse, motivo per il quale la scelta del corretto dosaggio tollerabile giornaliero risulta essere ancora causa di dibattito. La struttura del BPA, simile a quella degli estrogeni, gli conferisce la capacità di mimare l'attività ormonale, perturbandola. È stata osservata la sua tendenza ad accumularsi in alcune aree dell'encefalo, dimostrando di essere un bersaglio significativo. Inoltre, un possibile accumulo dell'IE durante i periodi critici, come la gravidanza e l'allattamento, finestre temporali in cui si forma l'intero sistema neuroendocrino dell'organismo, potrebbe determinare alterazioni più significative nell'espressione genica o in altri processi molecolari, portando a disfunzioni permanenti. Nella letteratura recente, l'attenzione si focalizza sul potenziale impatto del BPA quando è esposto perinatalmente a basse dosi. Tre articoli sono stati selezionati per analizzare gli effetti di questa sostanza sul metabolismo, la riproduzione, il comportamento e i relativi circuiti neuronali che ne regolano il corretto funzionamento. Tutti questi studi sono stati condotti su roditori. I risultati osservati dall’analisi degli studi scelti confermano la tossicità del BPA anche a basse dosi. Effettivamente, nel primo caso il composto chimico ha provocato una modifica permanente nella neurobiologia dell’omeostasi metabolica, causando una diminuzione delle proiezioni di POMC nel nucleo ipotalamico PVN, conseguente ad un modello alterato di secrezione di leptina postnatale, e la soppressione dell’assunzione alimentare. Nel secondo caso lo xenostrogeno ha portato, nelle femmine, l’alterazione dell’espressione prepuberale della Kisspeptina nel nucleo ipotalamico AVPV, causando disfunzioni nella pulsatilità di GnRH, e l’avanzamento della prima ovulazione. Tali effetti anticipano l’avvento della pubertà. Nel terzo caso la sostanza sintetica ha indotto perturbazioni nel naturale dimorfismo sessuale dei comportamenti legati all'ansia, correlate a alterazioni del sistema serotoninergico nei nuclei del rafe dorsale e mediano. In particolare, sono stati osservati effetti ansiolitici nel sesso maschile e effetti ansiogeni in quello femminile. Da queste indagini consegue quindi che il Bisfenolo A sia in grado di assumere un comportamento estrogenico anche con basso dosaggio e che, se esposto durante i periodi critici, può indurre alterazioni importanti che possono permanere nel tempo.
Effetti del trattamento materno con basse dosi del Bisfenolo A sul neurosviluppo della prole
COLLU, ERICA
2022/2023
Abstract
Un interferente endocrino (IE) è “una sostanza esogena o una miscela -naturale o sintetica-, che altera la funzionalità del sistema endocrino, causando effetti avversi sulla salute di un organismo, oppure della sua progenie o di una (sotto)popolazione”. Tra tutti, il Bisfenolo A (BPA) è l’IE sintetico più utilizzato. Conosciuto per essere, flessibile, resistente e trasparente, il BPA viene utilizzato in ambito industriale per la produzione di resine e plastiche, tra cui contenitori per alimenti o bevande, biberon, giocattoli, attrezzature mediche, oltre a carta termica e il rivestimento interno delle lattine. Nonostante le rassicurazioni sulla sua presunta sicurezza, l’uso quotidiano di materiali contenenti BPA e la sua capacità di diffondersi in atmosfera potrebbe portare a problematiche per la salute umana e animale. Infatti, numerosi studi affermano la capacità del BPA di agire come tossina anche a dosi molto basse, motivo per il quale la scelta del corretto dosaggio tollerabile giornaliero risulta essere ancora causa di dibattito. La struttura del BPA, simile a quella degli estrogeni, gli conferisce la capacità di mimare l'attività ormonale, perturbandola. È stata osservata la sua tendenza ad accumularsi in alcune aree dell'encefalo, dimostrando di essere un bersaglio significativo. Inoltre, un possibile accumulo dell'IE durante i periodi critici, come la gravidanza e l'allattamento, finestre temporali in cui si forma l'intero sistema neuroendocrino dell'organismo, potrebbe determinare alterazioni più significative nell'espressione genica o in altri processi molecolari, portando a disfunzioni permanenti. Nella letteratura recente, l'attenzione si focalizza sul potenziale impatto del BPA quando è esposto perinatalmente a basse dosi. Tre articoli sono stati selezionati per analizzare gli effetti di questa sostanza sul metabolismo, la riproduzione, il comportamento e i relativi circuiti neuronali che ne regolano il corretto funzionamento. Tutti questi studi sono stati condotti su roditori. I risultati osservati dall’analisi degli studi scelti confermano la tossicità del BPA anche a basse dosi. Effettivamente, nel primo caso il composto chimico ha provocato una modifica permanente nella neurobiologia dell’omeostasi metabolica, causando una diminuzione delle proiezioni di POMC nel nucleo ipotalamico PVN, conseguente ad un modello alterato di secrezione di leptina postnatale, e la soppressione dell’assunzione alimentare. Nel secondo caso lo xenostrogeno ha portato, nelle femmine, l’alterazione dell’espressione prepuberale della Kisspeptina nel nucleo ipotalamico AVPV, causando disfunzioni nella pulsatilità di GnRH, e l’avanzamento della prima ovulazione. Tali effetti anticipano l’avvento della pubertà. Nel terzo caso la sostanza sintetica ha indotto perturbazioni nel naturale dimorfismo sessuale dei comportamenti legati all'ansia, correlate a alterazioni del sistema serotoninergico nei nuclei del rafe dorsale e mediano. In particolare, sono stati osservati effetti ansiolitici nel sesso maschile e effetti ansiogeni in quello femminile. Da queste indagini consegue quindi che il Bisfenolo A sia in grado di assumere un comportamento estrogenico anche con basso dosaggio e che, se esposto durante i periodi critici, può indurre alterazioni importanti che possono permanere nel tempo.File | Dimensione | Formato | |
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