"È un'assurdità sottoporre l'educazione alle leggi dell'economia, quando invece, dovrebbe essere l'economia ad essere sottoposta alle leggi dell'educazione." Carl William Brown La scuola è uno dei servizi istituiti dallo Stato, finalizzati a realizzare la formazione umana. Tale fine, nella scuola, si attua attraverso la cultura, che abilita alla comprensione critica dell'attuale fase di progresso e di vita sociale. La cultura, quindi, è apertura alla partecipazione e allo sviluppo della comunità. Questa non sopravvive né prospera se gli individui che ne fanno parte non sono maturi nella volontà, come libera adesione alle leggi che reggono lo Stato, nel carattere e nella conoscenza. L'esercizio della libertà individuale consente di pensare, agire, di tendere al miglioramento della propria condizione, con la piena e consapevole accettazione delle norme che regolano la vita comunitaria. L'educazione allora, oltre a dare conoscenza dei saperi, forma il cittadino, cioè l'Uomo ad essere membro della vita associata, non soltanto entro i confini della propria nazione, ma anche al di là di questa. Il cittadino tra le sue caratteristiche ha quella di essere un agente economico, ovvero è consumatore nella misura in cui utilizza beni economici, così come è produttore nella misura in cui concorre ad un'attività produttiva, facendo parte del processo che prende il nome di ciclo economico. Negli ultimi decenni, le agenzie formative formali, quali la scuola e la famiglia hanno cominciato a porsi delle domande come: "Gli studenti sono preparati ad affrontare il ruolo di cittadini economicamente responsabili?","I cittadini di oggi, saranno in grado domani, di gestire le proprie finanze e quelle della comunità in maniera oculata?", "Hanno chiaro cosa significhi lavorare, guadagnare, spendere e risparmiare?"Questi interrogativi vengono avvertiti maggiormente oggi, rispetto a ieri, poiché un tempo, in famiglia, si trasmettevano automaticamente molte più competenze legate all'economia. Il legame tra economia e famiglia risiede nell'etimologia stessa della parola economia. In origine, questo termine richiama il concetto di 'amministrazione della casa' (dal greco οἰκονομία, comp. di οἶκος «dimora» e -νομία «-nomia», «amministrare»): la famiglia trasmette con il suo modello quella che è la capacità di gestire la casa e che porta alla capacità di gestire le proprie finanze. In passato, i figli rappresentavano ¿forza lavoro¿, entravano ben presto in contatto con la realtà economica, sperimentandola direttamente, e questo generava in loro un senso di partecipazione pratica alla vita familiare. Una volta cresciuti, lavorando, spesso, davano parte dei loro guadagni in famiglia, abitudine che li aiutava a comprendere come soddisfare spese fondamentali e necessarie e li stimolava automaticamente ad imparare a risparmiare. Oggi, la realtà è radicalmente mutata, ed il rischio è quello che le nuove generazioni abbiano delle competenze superficiali in materia economica, estranee a qualsiasi inquadramento valoriale, a fronte di un sistema che invece coinvolge i bambini come consumatori già a partire dalla tenera età, tanto da farli divenire oggetto delle attenzioni dei pubblicitari che cercano di studiarne, in modo più sistematico e approfondito possibile, i gusti emergenti in quanto essi contribuiscono in maniera consistente a determinare gli orientamenti di scelta e d'acquisto dei genitori per prodotti che li riguardano direttamente o che concernono tutta la famiglia.
Educazione alla cittadinanza economica: un'esperienza didattica nel primo ciclo di scuola primaria
MARCHETTI, ELENA LUCIA
2012/2013
Abstract
"È un'assurdità sottoporre l'educazione alle leggi dell'economia, quando invece, dovrebbe essere l'economia ad essere sottoposta alle leggi dell'educazione." Carl William Brown La scuola è uno dei servizi istituiti dallo Stato, finalizzati a realizzare la formazione umana. Tale fine, nella scuola, si attua attraverso la cultura, che abilita alla comprensione critica dell'attuale fase di progresso e di vita sociale. La cultura, quindi, è apertura alla partecipazione e allo sviluppo della comunità. Questa non sopravvive né prospera se gli individui che ne fanno parte non sono maturi nella volontà, come libera adesione alle leggi che reggono lo Stato, nel carattere e nella conoscenza. L'esercizio della libertà individuale consente di pensare, agire, di tendere al miglioramento della propria condizione, con la piena e consapevole accettazione delle norme che regolano la vita comunitaria. L'educazione allora, oltre a dare conoscenza dei saperi, forma il cittadino, cioè l'Uomo ad essere membro della vita associata, non soltanto entro i confini della propria nazione, ma anche al di là di questa. Il cittadino tra le sue caratteristiche ha quella di essere un agente economico, ovvero è consumatore nella misura in cui utilizza beni economici, così come è produttore nella misura in cui concorre ad un'attività produttiva, facendo parte del processo che prende il nome di ciclo economico. Negli ultimi decenni, le agenzie formative formali, quali la scuola e la famiglia hanno cominciato a porsi delle domande come: "Gli studenti sono preparati ad affrontare il ruolo di cittadini economicamente responsabili?","I cittadini di oggi, saranno in grado domani, di gestire le proprie finanze e quelle della comunità in maniera oculata?", "Hanno chiaro cosa significhi lavorare, guadagnare, spendere e risparmiare?"Questi interrogativi vengono avvertiti maggiormente oggi, rispetto a ieri, poiché un tempo, in famiglia, si trasmettevano automaticamente molte più competenze legate all'economia. Il legame tra economia e famiglia risiede nell'etimologia stessa della parola economia. In origine, questo termine richiama il concetto di 'amministrazione della casa' (dal greco οἰκονομία, comp. di οἶκος «dimora» e -νομία «-nomia», «amministrare»): la famiglia trasmette con il suo modello quella che è la capacità di gestire la casa e che porta alla capacità di gestire le proprie finanze. In passato, i figli rappresentavano ¿forza lavoro¿, entravano ben presto in contatto con la realtà economica, sperimentandola direttamente, e questo generava in loro un senso di partecipazione pratica alla vita familiare. Una volta cresciuti, lavorando, spesso, davano parte dei loro guadagni in famiglia, abitudine che li aiutava a comprendere come soddisfare spese fondamentali e necessarie e li stimolava automaticamente ad imparare a risparmiare. Oggi, la realtà è radicalmente mutata, ed il rischio è quello che le nuove generazioni abbiano delle competenze superficiali in materia economica, estranee a qualsiasi inquadramento valoriale, a fronte di un sistema che invece coinvolge i bambini come consumatori già a partire dalla tenera età, tanto da farli divenire oggetto delle attenzioni dei pubblicitari che cercano di studiarne, in modo più sistematico e approfondito possibile, i gusti emergenti in quanto essi contribuiscono in maniera consistente a determinare gli orientamenti di scelta e d'acquisto dei genitori per prodotti che li riguardano direttamente o che concernono tutta la famiglia.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14240/57981