Il rinnovato interesse intorno alla materia conciliativa è stato ricondotto alla più ampia riflessione, diffusasi notevolmente negli ultimi decenni, relativa allo studio della definizione delle cause e poi delle possibili risoluzioni del problema della crisi dei sistemi giudiziari tradizionali. La crisi di tali sistemi, al cui centro è posto il processo come struttura preorganizzata di norme, volte alla regolazione di un giudizio che sia il più possibile equo e giusto, è oggetto di dibattito da molto tempo. In Italia infatti la riforma della giustizia è un tema approfondito dalla dottrina, presente nell'agenda politica di molti governi e discusso tra coloro che, operando quotidianamente nell'amministrazione della giustizia, si rendono conto con sempre maggior preoccupazione di quanto il Sistema, in particolare della giustizia civile sia poco funzionale. Le ragioni sono molteplici, alcune relative a fattori storici di lunga durata, in parte comuni a molti sistemi giuridici occidentali, altre collegate a criticità italiane; tra queste, una in particolare, risulta legata al mutamento della figura del giudice nelle moderne società. Questi temi hanno fatto sorgere in me l'interesse ad approfondire la funzione conciliativa del giudice nel processo e in particolare intorno a quale potrebbe essere il modo più opportuno per rendere più efficiente l'istituto della conciliazione giudiziaria. Per analizzare nel modo più esauriente possibile la questione, l'esposizione è stata suddivisa in quattro capitoli, di cui il primo ha una funzione sostanzialmente introduttiva, volendo presentare e analizzare l'ampio fenomeno della conciliazione. In questo una prima parte è dedicata alla definizione del fenomeno, esponendone le diverse tipologie; si è poi resa doverosa una distinzione terminologica, visto il diffuso impiego del termine conciliazione e del termine mediazione in funzione di sinonimi. Segue una seconda parte dedicata alla ricostruzione storico-normativa della conciliazione nell'ordinamento giuridico del nostro Paese, con particolare riferimento all'istituto della conciliazione giudiziale di cui all'art. 185 c.p.c. e all'istituto della mediazione, innanzi tutto come disciplinata a livello europeo e poi come attuata nel nostro ordinamento nel 2010. A conclusione di questo primo capitolo mi sono poi brevemente soffermata sulla recente pronuncia in materia di mediazione civile e commerciale dalla Corte Costituzionale e sulle proposte avanzate dal Gruppo di Lavoro sulle Riforme Istituzionali dei dieci saggi, nominati nell'aprile del 2013 dal Presidente della Repubblica. Il secondo ed il terzo capitolo sono invece dedicati allo studio della disciplina attuale degli istituti introdotti precedentemente: la conciliazione giudiziale, svolta dal giudice entro il processo ordinario di cognizione, e la mediazione, come forma stragiudiziale ed extraprocessuale di conciliazione, con particolare riferimento alla mediazione delegata dal giudice, ex art. 5, comma 2 del decreto n. 28/2010. Infine ho riservato al quarto capitolo la presentazione di un istituto canadese, in particolare come disciplinato nello Stato del Québec, in cui è possibile scorgere una compenetrazione dei modelli esaminati poiché in esso la conduzione del procedimento di mediazione avviene per opera del giudice professionale, stabilmente inserito nell'ordinamento giudiziario del Paese.

Il giudice ordinario e il mediatore: due ruoli a confronto

BOTTINO, SERENA
2012/2013

Abstract

Il rinnovato interesse intorno alla materia conciliativa è stato ricondotto alla più ampia riflessione, diffusasi notevolmente negli ultimi decenni, relativa allo studio della definizione delle cause e poi delle possibili risoluzioni del problema della crisi dei sistemi giudiziari tradizionali. La crisi di tali sistemi, al cui centro è posto il processo come struttura preorganizzata di norme, volte alla regolazione di un giudizio che sia il più possibile equo e giusto, è oggetto di dibattito da molto tempo. In Italia infatti la riforma della giustizia è un tema approfondito dalla dottrina, presente nell'agenda politica di molti governi e discusso tra coloro che, operando quotidianamente nell'amministrazione della giustizia, si rendono conto con sempre maggior preoccupazione di quanto il Sistema, in particolare della giustizia civile sia poco funzionale. Le ragioni sono molteplici, alcune relative a fattori storici di lunga durata, in parte comuni a molti sistemi giuridici occidentali, altre collegate a criticità italiane; tra queste, una in particolare, risulta legata al mutamento della figura del giudice nelle moderne società. Questi temi hanno fatto sorgere in me l'interesse ad approfondire la funzione conciliativa del giudice nel processo e in particolare intorno a quale potrebbe essere il modo più opportuno per rendere più efficiente l'istituto della conciliazione giudiziaria. Per analizzare nel modo più esauriente possibile la questione, l'esposizione è stata suddivisa in quattro capitoli, di cui il primo ha una funzione sostanzialmente introduttiva, volendo presentare e analizzare l'ampio fenomeno della conciliazione. In questo una prima parte è dedicata alla definizione del fenomeno, esponendone le diverse tipologie; si è poi resa doverosa una distinzione terminologica, visto il diffuso impiego del termine conciliazione e del termine mediazione in funzione di sinonimi. Segue una seconda parte dedicata alla ricostruzione storico-normativa della conciliazione nell'ordinamento giuridico del nostro Paese, con particolare riferimento all'istituto della conciliazione giudiziale di cui all'art. 185 c.p.c. e all'istituto della mediazione, innanzi tutto come disciplinata a livello europeo e poi come attuata nel nostro ordinamento nel 2010. A conclusione di questo primo capitolo mi sono poi brevemente soffermata sulla recente pronuncia in materia di mediazione civile e commerciale dalla Corte Costituzionale e sulle proposte avanzate dal Gruppo di Lavoro sulle Riforme Istituzionali dei dieci saggi, nominati nell'aprile del 2013 dal Presidente della Repubblica. Il secondo ed il terzo capitolo sono invece dedicati allo studio della disciplina attuale degli istituti introdotti precedentemente: la conciliazione giudiziale, svolta dal giudice entro il processo ordinario di cognizione, e la mediazione, come forma stragiudiziale ed extraprocessuale di conciliazione, con particolare riferimento alla mediazione delegata dal giudice, ex art. 5, comma 2 del decreto n. 28/2010. Infine ho riservato al quarto capitolo la presentazione di un istituto canadese, in particolare come disciplinato nello Stato del Québec, in cui è possibile scorgere una compenetrazione dei modelli esaminati poiché in esso la conduzione del procedimento di mediazione avviene per opera del giudice professionale, stabilmente inserito nell'ordinamento giudiziario del Paese.
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