Beech (Fagus sylvatica L.) forests in Piemonte Region currently cover about 135.770 has corresponding to the 16% of the overall regional forest area while those in public ownership amount to 48%. Regional programs about "forest improvements" undertaken since the 90s (EEC Regulation 2081/93- objective 5b) have focused on these populations through conversion to high forest and it have affected a total area of 3811 has (Gottero et al., 2007). The problem that arises today for populations that have been subjected to these interventions and who have already reached the age of 50-70 years is how to proceed with the following selviculture treatment after the conversion to high forest (Wolynski 2002). This thesis is inserted into the "Bioenerwood" project (Regional Operational Programme "Regional Competitiveness and Employment" ERDF 2007/2013), which focuses on the development of renewable resources and technological innovation with low environmental impact of the wood system in Tanaro Valley. The aim of this paper is to acquire data on the effect of the conversion to high forest on the structure and on other quality characteristics and biological properties of the converted beech forest . The following example of multifunctional forestry quality-oriented is based on the results of this first survey phase. The study area (extension 5 has) is established within the particle No. OR73 of the Management Forest Plan (valid 2008-2017), in the locality of Colle San Bernardo (City of Ormea). The forest type is a eutrophic beech. The particle has an uniform composition, but the structural features are inhomogene; the population is a young high forest obtained from a conversion of coppices aged. For the stems qualitative classification the particle has been divided into two sub-areas with surface of 625 m² (25 * 25 m) each. The classification provides four grades, A (the best), B, C and D (the worst). In both populations prevail C and D quality classes. Despite the presence of a higher density, in the second area the frequency percentage of individuals in A and B quality classes is lower; the measured values are 34.1% ( 320 plants/ha) for the first area and 31.7% (240 plants/ha) for the second one. The most common defect that causes the downgrading is the number of nodes or scarring of the nodes. The proposed intervention is a thinning from above, implemented with the mode of "détourage" of the plant candidates, in order to free their crown over the entire circumference. The main objectives of the intervention made, were the reduction of the density, the stabilization of the best plants and the maintenance of an articulated structure. Despite the higher density, the levy in the second area was less intense due to the presence of a weaker structure and a greater slope of the ground. In the first area the levy involved 236 plants/ha with a basal area/ha amounted to 13.24 m² and a volume of 108 m³/ha. In the second area instead, it was made a levy of 336 plants/ha with 13.02 m² of basal area/ha and a volume of 105 m³/ha. This first survey, conducted on a population that has beginning the sizing fase, has allowed to obtain a set of data able to characterize both quatitative and qualitative this kind of interventions in similar populations. The repetition of the reliefs in the years will help to understand what is the reaction of the population to the cut and then be able to better modulate the timing of management over time.
In Piemonte le faggete interessano una superficie totale di 135.770 ha pari al 16% della superficie forestale regionale (Gottero et al.2007) e quelle di proprietà pubblica ammontano al 48% della superficie totale. I programmi di ¿miglioramenti boschivi¿ intrapresi a partire dagli anni '90 (Regolamento CEE 2081/93- obbiettivo 5b) a livello regionale hanno privilegiato questi popolamenti attraverso interventi di conversione all'alto fusto effettuati su una superficie complessiva di 3.811 ha (Gottero et al.2007). Il problema che si pone oggi per i popolamenti che sono stati oggetto di questi interventi e che hanno già raggiunto i 50-70 anni di età è come procedere con i diradamenti che seguono i tagli di avviamento all'alto fusto (Wolynski 2002). La presente tesi si inserisce nel progetto ¿Bioenerwood¿ (Programma Operativo Regionale ¿Competitività regionale e occupazione¿ F.E.S.R. 2007/2013) che promuove la valorizzazione delle risorse rinnovabili e dell'innovazione tecnologica a basso impatto ambientale nella filiera foresta-legno-energia in Alta Valle Tanaro. L'obiettivo del lavoro è di acquisire i dati riguardanti l'effetto dei tagli di avviamento alla fustaia sulla struttura e su altre caratteristiche qualitative e biologiche del bosco di faggio in conversione. Sulla base dei risultati ottenuti si intende proporre un esempio di selvicoltura multifunzionale orientata alla qualità . L'area di studio (superficie 5 ha) è insediata all'interno della particella forestale n° OR73 del PFA (validità 2008-2017), in località Colle San Bernardo (Comune di Ormea). Il tipo forestale presente è una faggeta eutrofica. Nella classificazione qualitativa dei fusti si è tenuto conto della disomogeneità strutturale dei popolamenti all'interno della particella, che è stata suddivisa in due sottoaree rappresentative con superficie di 25*25 m ciascuna. Questa classificazione prevede 4 classi di qualità, A (la migliore), B, C e D (la peggiore). In entrambi i popolamenti prevalgono le classi di qualità C e D. Nella seconda area la frequenza percentuale di individui di qualità A e B è inferiore a quella ottenuta dalla prima; i valori rilevati sono 34,1 % (pari a 320 piante /ha) per la prima area e 31,7 % (pari a 240 piante /ha) per la seconda. Il difetto più frequente che causa il declassamento dei fusti è il numero dei nodi o delle cicatrici dei nodi presenti. Obiettivi generali della martellata sono stati la riduzione della densità, la stabilizzazione delle piante migliori e il mantenimento di una struttura articolata. Nonostante la maggiore densità il prelievo effettuato nella seconda area è stato meno intenso a causa di una struttura più debole e dalla maggior pendenza del terreno. Nella prima area di saggio la martellata ha interessato 236 piante/ha con un area basimetrica di 13,24 m²/ha e un volume di 108,80 m³ /ha. Nella seconda area invece, è stato effettuato un prelievo di 336 piante/ha con un'area basimetrica di 13,02 m² /ha e un volume di 105,27 m³ /ha. Questa prima indagine, condotta su un popolamento che sta iniziando la fase di dimensionamento, ha consentito di ottenere una serie di dati capaci di caratterizzare interventi di questo genere in popolamenti simili da un punto di vista quantitativo, qualitativo e di fertilità stazionale. La ripetizione dei rilievi negli anni consentirà di comprendere quale sia la reazione del popolamento al taglio e quindi di poter meglio modulare le tempistiche degli interventi selvicolturali nel tempo.
ANALISI QUANTITATIVA E QUALITATIVA DI UNA FUSTAIA TRANSITORIA DI FAGGIO IN VALLE TANARO E INTERVENTO SELVICOLTURALE
CUCERZAN, ANDREEA FLAVIA
2011/2012
Abstract
In Piemonte le faggete interessano una superficie totale di 135.770 ha pari al 16% della superficie forestale regionale (Gottero et al.2007) e quelle di proprietà pubblica ammontano al 48% della superficie totale. I programmi di ¿miglioramenti boschivi¿ intrapresi a partire dagli anni '90 (Regolamento CEE 2081/93- obbiettivo 5b) a livello regionale hanno privilegiato questi popolamenti attraverso interventi di conversione all'alto fusto effettuati su una superficie complessiva di 3.811 ha (Gottero et al.2007). Il problema che si pone oggi per i popolamenti che sono stati oggetto di questi interventi e che hanno già raggiunto i 50-70 anni di età è come procedere con i diradamenti che seguono i tagli di avviamento all'alto fusto (Wolynski 2002). La presente tesi si inserisce nel progetto ¿Bioenerwood¿ (Programma Operativo Regionale ¿Competitività regionale e occupazione¿ F.E.S.R. 2007/2013) che promuove la valorizzazione delle risorse rinnovabili e dell'innovazione tecnologica a basso impatto ambientale nella filiera foresta-legno-energia in Alta Valle Tanaro. L'obiettivo del lavoro è di acquisire i dati riguardanti l'effetto dei tagli di avviamento alla fustaia sulla struttura e su altre caratteristiche qualitative e biologiche del bosco di faggio in conversione. Sulla base dei risultati ottenuti si intende proporre un esempio di selvicoltura multifunzionale orientata alla qualità . L'area di studio (superficie 5 ha) è insediata all'interno della particella forestale n° OR73 del PFA (validità 2008-2017), in località Colle San Bernardo (Comune di Ormea). Il tipo forestale presente è una faggeta eutrofica. Nella classificazione qualitativa dei fusti si è tenuto conto della disomogeneità strutturale dei popolamenti all'interno della particella, che è stata suddivisa in due sottoaree rappresentative con superficie di 25*25 m ciascuna. Questa classificazione prevede 4 classi di qualità, A (la migliore), B, C e D (la peggiore). In entrambi i popolamenti prevalgono le classi di qualità C e D. Nella seconda area la frequenza percentuale di individui di qualità A e B è inferiore a quella ottenuta dalla prima; i valori rilevati sono 34,1 % (pari a 320 piante /ha) per la prima area e 31,7 % (pari a 240 piante /ha) per la seconda. Il difetto più frequente che causa il declassamento dei fusti è il numero dei nodi o delle cicatrici dei nodi presenti. Obiettivi generali della martellata sono stati la riduzione della densità, la stabilizzazione delle piante migliori e il mantenimento di una struttura articolata. Nonostante la maggiore densità il prelievo effettuato nella seconda area è stato meno intenso a causa di una struttura più debole e dalla maggior pendenza del terreno. Nella prima area di saggio la martellata ha interessato 236 piante/ha con un area basimetrica di 13,24 m²/ha e un volume di 108,80 m³ /ha. Nella seconda area invece, è stato effettuato un prelievo di 336 piante/ha con un'area basimetrica di 13,02 m² /ha e un volume di 105,27 m³ /ha. Questa prima indagine, condotta su un popolamento che sta iniziando la fase di dimensionamento, ha consentito di ottenere una serie di dati capaci di caratterizzare interventi di questo genere in popolamenti simili da un punto di vista quantitativo, qualitativo e di fertilità stazionale. La ripetizione dei rilievi negli anni consentirà di comprendere quale sia la reazione del popolamento al taglio e quindi di poter meglio modulare le tempistiche degli interventi selvicolturali nel tempo.File | Dimensione | Formato | |
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