The Piedmontese breed of cattle is an economic resource of particular importance for our region affecting 6,000 farms rearing cattle currently 330,000 , with an average of 55 leaders of the barn . The Piemontese cattle is an animal of medium size in the last 30 years has specialized in the production of meat . The income of this type of farming is closely related to reproductive efficiency of mares, since the production of the calf is the main part of the company's annual revenues . The objective that each breeder is to obtain an optimal calving interval 365 days ie put in the condition to produce a veal calf a year . The subjects that have problems with childbirth, resulting in inability to be fertilized within the first 90-100 days of lactation , because of ovarian activity silent or absent in some cases , tend to stretch significantly the duration of the parturition , with a consequent reduction of the calves born . In this regard, during the placement, taking into account the income that you currently get from selling the calf Piemontese scolostrato (on average 600 ¿ / head) and feeding costs of the bovine (1,5 ¿ / d) was calculated loss of gross income , depending on the duration and dell'interparto of the "quota calf " , within the optimum than 365 days. The calculations performed showed that for 100 cows that calved , this company loses 21,400 ¿ / year . This , for the farmer means losing about 60 euro / d , half of which attributable to the increase in the number of days to keep the mare ( +75 days of calving ) , and half to the loss of revenue due to a reduction of the "quota calf " that falls from 1.0 to 0.83 ( 365giorni/440 days) , or 17 calves in less than a year. This figure , optimizing reproductive efficiency of the herd , could usefully be used to give work to a wage or be reinvested in the company. The main causes , found in the company, which can lead to reproductive inefficiency of the mares, essentially depend on the correct identification of the heat and , above all, by an inadequate dietary management , especially in the early postpartum period . In fact, at this delicate stage , if the rationing is not adapted to the changing physiological conditions , the cows can be in terms of energy deficit in the last stage of pregnancy , and even more in early lactation . This condition affects estrous behavior with the onset of silent heats and in some cases even anoestrus . A method for improving reproductive efficiency farming is represented by the control status of the animal body through the BCS ( body condition score ) and through a score indicating the fatness of the cow . The check should be performed before delivery and after 2 months of lactation in which the BCS must have a score of , respectively , 3.5 and 3.0 . To ensure these values ​​of BCS is necessary to administer a proper diet in the first 2-3 months post- partum , supplementing the diet of the cows with 1.5-2 kg of corn flour / barley. From the above, it emerges that the solution of these problems can only be achieved through an effective collaboration between the farmer , agronomist and veterinarian stable.
L'allevamento bovino di razza Piemontese rappresenta una risorsa economica peculiare per la nostra regione interessando 6.000 aziende che allevano attualmente 330.000 bovini, con una consistenza media di stalla pari a 55 capi. La bovina Piemontese è un animale di taglia media che negli ultimi 30 anni si è specializzata nella produzione della carne. Il reddito di questa tipologia di allevamento è strettamente legato all'efficienza riproduttiva delle fattrici, dal momento che la produzione del vitello costituisce la parte principale dei ricavi annuali dell'azienda. L'obiettivo che si prefigge ogni allevatore è quello di ottenere un interparto ottimale di 365 giorni ossia mettere le bovine nella condizione di produrre un vitello all'anno. I soggetti che presentano problemi al parto, con conseguente impossibilità di essere fecondate entro i primi 90-100 giorni di lattazione, a causa di un'attività ovarica silente o in certi casi assente, tendono ad allungare significativamente la durata dell'intervallo di parto, con conseguente riduzione dei vitelli nati. A tale riguardo durante il tirocinio, prendendo in considerazione il ricavo che attualmente si ottiene dalla vendita del vitello Piemontese scolostrato (in media 600 euro/capo) e i costi di alimentazione della bovina (1,5 euro/d), è stata calcolata la perdita di reddito lordo, in funzione della durata dell'interparto e della ¿quota vitello¿, rispetto all'intervallo ottimale di 365 giorni. Dai calcoli effettuati è emerso che per 100 vacche che partoriscono, questa azienda perde 21.400 euro/anno. Ciò, per l'allevatore significa perdere circa 60 euro/d di cui metà imputabili all'aumento del numero di giorni di mantenimento della fattrice (+75 giorni di interparto), e metà al mancato ricavo dovuto ad una riduzione della ¿quota vitello¿ che da 1,0 scende a 0,83 (365giorni/440 giorni), ossia 17 vitelli in meno all'anno. Tale cifra, ottimizzando l'efficienza riproduttiva della mandria, potrebbe essere proficuamente utilizzata per dare lavoro ad un salariato o essere reinvestita in azienda. Le cause principali, riscontrate in azienda, che possono determinare un'inefficienza riproduttiva delle fattrici, dipendono essenzialmente dalla corretta individuazione del calore e, soprattutto, da un'inadeguata gestione alimentare, specialmente nel primo periodo post-parto. Infatti in questa delicata fase, se il razionamento non viene adattato alle mutate condizioni fisiologiche, le bovine possono trovarsi in condizioni di deficit energetico già nell'ultima fase di gravidanza ed ancor più ad inizio lattazione. Tale condizione influenza il comportamento estrale con l'insorgenza di calori silenti ed in alcuni casi anche di anaestro. Un metodo per migliorare l'efficienza riproduttiva dell'allevamento è rappresentato dal controllo dello stato corporeo dell'animale attraverso il BCS (body condition score) che attraverso un punteggio indica lo stato d'ingrassamento della bovina. Il controllo va eseguito prima del parto e dopo 2 mesi di lattazione in cui il BCS deve avere un punteggio pari, rispettivamente, a 3,5 e 3,0. Per garantire questi valori di BCS è necessario somministrare una dieta adeguata nei primi 2-3 mesi post-partum, integrando la dieta delle bovine con 1,5-2 kg di farina di mais/orzo. Da quanto esposto finora, emerge come la soluzione di questi problemi possa avvenire soltanto attraverso una fattiva collaborazione tra allevatore, agronomo e veterinario di stalla.
Aspetti gestionali dell'allevamento della bovina Piemontese a ciclo chiuso
CAVAZZI, ALBERTO IGOR
2012/2013
Abstract
L'allevamento bovino di razza Piemontese rappresenta una risorsa economica peculiare per la nostra regione interessando 6.000 aziende che allevano attualmente 330.000 bovini, con una consistenza media di stalla pari a 55 capi. La bovina Piemontese è un animale di taglia media che negli ultimi 30 anni si è specializzata nella produzione della carne. Il reddito di questa tipologia di allevamento è strettamente legato all'efficienza riproduttiva delle fattrici, dal momento che la produzione del vitello costituisce la parte principale dei ricavi annuali dell'azienda. L'obiettivo che si prefigge ogni allevatore è quello di ottenere un interparto ottimale di 365 giorni ossia mettere le bovine nella condizione di produrre un vitello all'anno. I soggetti che presentano problemi al parto, con conseguente impossibilità di essere fecondate entro i primi 90-100 giorni di lattazione, a causa di un'attività ovarica silente o in certi casi assente, tendono ad allungare significativamente la durata dell'intervallo di parto, con conseguente riduzione dei vitelli nati. A tale riguardo durante il tirocinio, prendendo in considerazione il ricavo che attualmente si ottiene dalla vendita del vitello Piemontese scolostrato (in media 600 euro/capo) e i costi di alimentazione della bovina (1,5 euro/d), è stata calcolata la perdita di reddito lordo, in funzione della durata dell'interparto e della ¿quota vitello¿, rispetto all'intervallo ottimale di 365 giorni. Dai calcoli effettuati è emerso che per 100 vacche che partoriscono, questa azienda perde 21.400 euro/anno. Ciò, per l'allevatore significa perdere circa 60 euro/d di cui metà imputabili all'aumento del numero di giorni di mantenimento della fattrice (+75 giorni di interparto), e metà al mancato ricavo dovuto ad una riduzione della ¿quota vitello¿ che da 1,0 scende a 0,83 (365giorni/440 giorni), ossia 17 vitelli in meno all'anno. Tale cifra, ottimizzando l'efficienza riproduttiva della mandria, potrebbe essere proficuamente utilizzata per dare lavoro ad un salariato o essere reinvestita in azienda. Le cause principali, riscontrate in azienda, che possono determinare un'inefficienza riproduttiva delle fattrici, dipendono essenzialmente dalla corretta individuazione del calore e, soprattutto, da un'inadeguata gestione alimentare, specialmente nel primo periodo post-parto. Infatti in questa delicata fase, se il razionamento non viene adattato alle mutate condizioni fisiologiche, le bovine possono trovarsi in condizioni di deficit energetico già nell'ultima fase di gravidanza ed ancor più ad inizio lattazione. Tale condizione influenza il comportamento estrale con l'insorgenza di calori silenti ed in alcuni casi anche di anaestro. Un metodo per migliorare l'efficienza riproduttiva dell'allevamento è rappresentato dal controllo dello stato corporeo dell'animale attraverso il BCS (body condition score) che attraverso un punteggio indica lo stato d'ingrassamento della bovina. Il controllo va eseguito prima del parto e dopo 2 mesi di lattazione in cui il BCS deve avere un punteggio pari, rispettivamente, a 3,5 e 3,0. Per garantire questi valori di BCS è necessario somministrare una dieta adeguata nei primi 2-3 mesi post-partum, integrando la dieta delle bovine con 1,5-2 kg di farina di mais/orzo. Da quanto esposto finora, emerge come la soluzione di questi problemi possa avvenire soltanto attraverso una fattiva collaborazione tra allevatore, agronomo e veterinario di stalla.File | Dimensione | Formato | |
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