Lo scopo della mia tesi è indagare come il potere venga esercitato, si mantenga e si evolva all'interno delle organizzazioni. In particolare ho analizzato come il potere sia stato esercitato e si sia evoluto all'interno dei modelli di fabbrica taylorista e giapponese. Infine ho analizzato l'applicazione dei due modelli di fabbrica alla Fiat Auto, la più importante azienda italiana nel settore dell'auto. Le tappe fondamentali del percorso da me seguito sono le seguenti: ¿Nel primo capitolo espongo il contesto economico in cui nasce il modello taylorista e i principi essenziali che lo costituiscono. In seguito presento i mezzi tramite cui vengono esercitati il controllo e il potere: questi mezzi sono la gerarchia verticale-funzionale, la divisione del lavoro e il salario. Mostro inoltre come i dipendenti riescano a sfruttare il potere informale per crearsi degli spazi di libertà e per sfuggire in parte al rigido controllo e al potere esercitato su di essi. Infine vado ad esporre alcune considerazioni e critiche fondamentali che sono state rivolte al modello di fabbrica tayloristica. ¿Il secondo capitolo segue lo stesso percorso ma riguarda il modello giapponese. Inizialmente presento il contesto economico e i principi essenziali del modello giapponese, per poi presentare i mezzi utilizzati dai superiori per esercitare e mantenere il potere e il controllo all'interno dell'impresa. Questi mezzi sono la gerarchia orizzontale, il salario, le promozioni e la formazione. Nel modello giapponese il potere dei dipendenti è formalizzato e vengono date loro più responsabilità, l'essere umano è più valorizzato. Infine presento alcuni pareri positivi e negativi che diversi autori hanno sviluppato riguardo tale modello. ¿L'ultimo capitolo è dedicato interamente al percorso di applicazione dei due modelli nella Fiat Auto. Inizio presentando le tre tappe fondamentali di questo percorso: la Fiat tayloristica degli anni'60-'70, la Fiat come Fabbrica ad alta Automazione (FAA) negli anni'80, e infine la Fiat come Fabbrica Integrata (FI) negli anni'90. Ovviamente alla Fiat non sono stati applicati i due modelli in forma pura, ma vengono applicati solo alcuni dei principi essenziali dei due modelli. Da un potere oppressivo e un rigido controllo durante il periodo taylorista e la FAA si è passati, con la Fabbrica Integrata, alla promozione della cooperazione e del pieno coinvolgimento dei dipendenti. Ma tale coinvolgimento nello stabilimento di Mirafiori era riservato a una cerchia ristretta di individui, mentre negli stabilimenti di Melfi e Pratola Serra si è riusciti a promuovere un reale coinvolgimento di tutti i dipendenti secondo quanto stabilisce il modello giapponese puro. Concludendo posso affermare che nel passaggio da un modello all'altro l'utilizzo del potere si è modificato: da potere oppressivo, esercitato secondo i principi del modello taylorista, a potere maggiormente costruttivo o positivo, che prevede un più ampio coinvolgimento dei dipendenti sul quale viene esercitato. Si è passati da una relazione asimmetrica di potere, dove i dipendenti erano completamente sottomessi, a una relazione di potere più collaborativa, dove i dipendenti sono più autonomi e sono realmente rispettati dai superiori.

Dalla gerarchia alla cooperazione. Evoluzione del concetto di potere dall'organizzazione scientifica del lavoro al modello giapponese.

ARDUINO, EVIANA
2012/2013

Abstract

Lo scopo della mia tesi è indagare come il potere venga esercitato, si mantenga e si evolva all'interno delle organizzazioni. In particolare ho analizzato come il potere sia stato esercitato e si sia evoluto all'interno dei modelli di fabbrica taylorista e giapponese. Infine ho analizzato l'applicazione dei due modelli di fabbrica alla Fiat Auto, la più importante azienda italiana nel settore dell'auto. Le tappe fondamentali del percorso da me seguito sono le seguenti: ¿Nel primo capitolo espongo il contesto economico in cui nasce il modello taylorista e i principi essenziali che lo costituiscono. In seguito presento i mezzi tramite cui vengono esercitati il controllo e il potere: questi mezzi sono la gerarchia verticale-funzionale, la divisione del lavoro e il salario. Mostro inoltre come i dipendenti riescano a sfruttare il potere informale per crearsi degli spazi di libertà e per sfuggire in parte al rigido controllo e al potere esercitato su di essi. Infine vado ad esporre alcune considerazioni e critiche fondamentali che sono state rivolte al modello di fabbrica tayloristica. ¿Il secondo capitolo segue lo stesso percorso ma riguarda il modello giapponese. Inizialmente presento il contesto economico e i principi essenziali del modello giapponese, per poi presentare i mezzi utilizzati dai superiori per esercitare e mantenere il potere e il controllo all'interno dell'impresa. Questi mezzi sono la gerarchia orizzontale, il salario, le promozioni e la formazione. Nel modello giapponese il potere dei dipendenti è formalizzato e vengono date loro più responsabilità, l'essere umano è più valorizzato. Infine presento alcuni pareri positivi e negativi che diversi autori hanno sviluppato riguardo tale modello. ¿L'ultimo capitolo è dedicato interamente al percorso di applicazione dei due modelli nella Fiat Auto. Inizio presentando le tre tappe fondamentali di questo percorso: la Fiat tayloristica degli anni'60-'70, la Fiat come Fabbrica ad alta Automazione (FAA) negli anni'80, e infine la Fiat come Fabbrica Integrata (FI) negli anni'90. Ovviamente alla Fiat non sono stati applicati i due modelli in forma pura, ma vengono applicati solo alcuni dei principi essenziali dei due modelli. Da un potere oppressivo e un rigido controllo durante il periodo taylorista e la FAA si è passati, con la Fabbrica Integrata, alla promozione della cooperazione e del pieno coinvolgimento dei dipendenti. Ma tale coinvolgimento nello stabilimento di Mirafiori era riservato a una cerchia ristretta di individui, mentre negli stabilimenti di Melfi e Pratola Serra si è riusciti a promuovere un reale coinvolgimento di tutti i dipendenti secondo quanto stabilisce il modello giapponese puro. Concludendo posso affermare che nel passaggio da un modello all'altro l'utilizzo del potere si è modificato: da potere oppressivo, esercitato secondo i principi del modello taylorista, a potere maggiormente costruttivo o positivo, che prevede un più ampio coinvolgimento dei dipendenti sul quale viene esercitato. Si è passati da una relazione asimmetrica di potere, dove i dipendenti erano completamente sottomessi, a una relazione di potere più collaborativa, dove i dipendenti sono più autonomi e sono realmente rispettati dai superiori.
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