Il Capital Asset Pricing Model (CAPM) è uno dei modelli più popolari della letteratura dei mercati finanziari. Il CAPM è un modello di equilibrio, sviluppato da Sharpe (1964), Lintner (1965) e Mossin (1966), che stabilisce una relazione tra rischio e rendimento di tutti i titoli finanziari sotto l'ipotesi di equilibrio tra domanda e offerta aggregate. Il successo di questo modello dipende essenzialmente da tre fattori: è lineare e facilmente trattabile; mette in luce il trade-off che esiste tra rischio e rendimento, in quanto un titolo più rischioso presenterà in equilibrio un rendimento più elevato; e permette di scomporre il rischio totale di un'attività in due parti: il rischio sistematico, misurato dal coefficiente β, dovuto alla congiuntura economica, e quello non sistematico, indipendente dalla situazione economica. Questo modello è stato fin dalla sua nascita soggetto a numerose verifiche empiriche i cui risultati non sono stati sempre tra di loro concordanti e hanno portato alla nascita di modelli alternativi che rappresentano delle estensioni del CAPM. Il punto di partenza del nostro lavoro è la moderna teoria del portafoglio, che si basa sulle assunzioni di Harry Markowitz. Il primo capitolo, quindi, è dedicato alla teoria del portafoglio, evidenziando che le preferenze degli investitori si basano unicamente sul rendimento atteso e sulla rischiosità del titolo. Viene analizzata la costruzione della frontiera efficiente nel caso di due e di N titoli rischiosi e viene affrontato anche il caso di introduzione di un titolo privo di rischio. Il secondo capitolo illustra il CAPM nelle sue caratteristiche più importanti e viene descritto come una parte del rischio associato ad un titolo non viene affatto remunerata dal mercato, perché può essere eliminata attraverso la diversificazione. La parte di rischio non eliminabile e quindi remunerata dal mercato è misurata dal modello attraverso un solo parametro, detto beta. Nel terzo capitolo è descritto a grandi linee il modello di regressione lineare, utilizzato per condurre una verifica empirica sulla validità del modello. Come vedremo in seguito il nostro obiettivo sarà di valutare l'efficienza del modello verificando la nullità dell'intercetta (del parametro alfa) e l'omoschedasticità e la non autocorrelazione dei residui. Nel quarto capitolo si procede ad un'esemplificazione del modello. I dati utilizzati si riferiscono a dei settori industriali rilevati dal Center for Research in Security Prices (CRSP) e disponibili on-line e nella libreria del software Gretl. L'ultimo capitolo è dedicato ad una verifica empirica del modello. Ci siamo rivolti al mercato italiano e abbiamo analizzato la validità del modello e delle sue ipotesi utilizzando come titolo di mercato il Ftse Mib e come titolo privo di rischio il BTP. L'analisi è stata condotta in riferimento al titolo dell'azienda Tod's e al titolo bancario dell'Intesa SanPaolo. Il software utilizzato per condurre le nostre analisi, sia nel quarto che nel quinto capitolo, è il pacchetto statistico Gretl.

Il capital asset pricing model: teoria ed applicazione ad un caso studio

FERRANDO BATTISTA', ANNA
2011/2012

Abstract

Il Capital Asset Pricing Model (CAPM) è uno dei modelli più popolari della letteratura dei mercati finanziari. Il CAPM è un modello di equilibrio, sviluppato da Sharpe (1964), Lintner (1965) e Mossin (1966), che stabilisce una relazione tra rischio e rendimento di tutti i titoli finanziari sotto l'ipotesi di equilibrio tra domanda e offerta aggregate. Il successo di questo modello dipende essenzialmente da tre fattori: è lineare e facilmente trattabile; mette in luce il trade-off che esiste tra rischio e rendimento, in quanto un titolo più rischioso presenterà in equilibrio un rendimento più elevato; e permette di scomporre il rischio totale di un'attività in due parti: il rischio sistematico, misurato dal coefficiente β, dovuto alla congiuntura economica, e quello non sistematico, indipendente dalla situazione economica. Questo modello è stato fin dalla sua nascita soggetto a numerose verifiche empiriche i cui risultati non sono stati sempre tra di loro concordanti e hanno portato alla nascita di modelli alternativi che rappresentano delle estensioni del CAPM. Il punto di partenza del nostro lavoro è la moderna teoria del portafoglio, che si basa sulle assunzioni di Harry Markowitz. Il primo capitolo, quindi, è dedicato alla teoria del portafoglio, evidenziando che le preferenze degli investitori si basano unicamente sul rendimento atteso e sulla rischiosità del titolo. Viene analizzata la costruzione della frontiera efficiente nel caso di due e di N titoli rischiosi e viene affrontato anche il caso di introduzione di un titolo privo di rischio. Il secondo capitolo illustra il CAPM nelle sue caratteristiche più importanti e viene descritto come una parte del rischio associato ad un titolo non viene affatto remunerata dal mercato, perché può essere eliminata attraverso la diversificazione. La parte di rischio non eliminabile e quindi remunerata dal mercato è misurata dal modello attraverso un solo parametro, detto beta. Nel terzo capitolo è descritto a grandi linee il modello di regressione lineare, utilizzato per condurre una verifica empirica sulla validità del modello. Come vedremo in seguito il nostro obiettivo sarà di valutare l'efficienza del modello verificando la nullità dell'intercetta (del parametro alfa) e l'omoschedasticità e la non autocorrelazione dei residui. Nel quarto capitolo si procede ad un'esemplificazione del modello. I dati utilizzati si riferiscono a dei settori industriali rilevati dal Center for Research in Security Prices (CRSP) e disponibili on-line e nella libreria del software Gretl. L'ultimo capitolo è dedicato ad una verifica empirica del modello. Ci siamo rivolti al mercato italiano e abbiamo analizzato la validità del modello e delle sue ipotesi utilizzando come titolo di mercato il Ftse Mib e come titolo privo di rischio il BTP. L'analisi è stata condotta in riferimento al titolo dell'azienda Tod's e al titolo bancario dell'Intesa SanPaolo. Il software utilizzato per condurre le nostre analisi, sia nel quarto che nel quinto capitolo, è il pacchetto statistico Gretl.
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