Nell'ultimo ventennio i sistemi di trasporto colloidali dei farmaci, e in particolare le nanoparticelle, hanno suscitato un notevole interesse perché potrebbero portare a un significativo miglioramento nella diagnosi e nella terapia. Le nanoparticelle, grazie alle loro speciali caratteristiche, quali le ridotte dimensioni, l'ampia area superficiale e la possibilità di modulare le proprietà di superficie, hanno numerosi vantaggi rispetto ad altri sistemi di rilascio dei farmaci. Sono stati svolti diversi studi riguardo alla somministrazione delle nanoparticelle; la tesi prende in considerazione le ricerche effettuate per valutare i vantaggi dell'applicazione polmonare. La fisiologia dei polmoni fa di questi organi un target ideale per la somministrazione non invasiva sia locale che sistemica, in particolare per le proteine e i farmaci poco solubili in acqua che hanno una bassa biodisponibilità se somministrati per via orale. I vantaggi della somministrazione polmonare sono l'estesa area superficiale disponibile per l'assorbimento, la limitata attività proteolitica, l'elevata permeabilità ai soluti e l'estesa vascolarizzazione [1]. Gli studi sulle nanoparticelle ne hanno evidenziato l'utilità per la diagnosi tumorale, la terapia tumorale e della tubercolosi, il trasporto di geni. I risultati hanno evidenziato un maggior accumulo polmonare delle nanoparticelle rispetto ai farmaci liberi, e una maggiore durata d'azione, che porta a una riduzione della frequenza dell'assunzione della dose e a una maggiore compliance da parte del paziente. Al fine di migliorare ulteriormente la somministrazione delle nanoparticelle sono state sviluppate le PNAPs: particelle porose di aggregati nanoparticellari, che si sono dimostrate efficaci nel consentire un rilascio prolungato del farmaco, nell'aumentarne l'attività e nel prevenire l'aggregazione delle nanoparticelle [2]. Le nanoparticelle lipidiche solide (SLN) si sono dimostrate utili nella somministrazione di farmaci antitumorali e di farmaci poco solubili in acqua, aumentandone l'efficacia e l'accumulo nei polmoni [3]. La somministrazione delle nanoparticelle ai polmoni offre quindi incredibili opportunità per migliorare le terapie farmacologiche locali e sistemiche, ma sono necessari ulteriori studi sugli effetti delle proprietà chimico-fisiche delle nanoparticelle e sulla loro tossicità per farne dei carrier sicuri ed efficaci [4].

Applicazioni e vantaggi delle nanoparticelle quali carrier di farmaci per la somministrazione polmonare

PICCARDO, VIRGINIA
2011/2012

Abstract

Nell'ultimo ventennio i sistemi di trasporto colloidali dei farmaci, e in particolare le nanoparticelle, hanno suscitato un notevole interesse perché potrebbero portare a un significativo miglioramento nella diagnosi e nella terapia. Le nanoparticelle, grazie alle loro speciali caratteristiche, quali le ridotte dimensioni, l'ampia area superficiale e la possibilità di modulare le proprietà di superficie, hanno numerosi vantaggi rispetto ad altri sistemi di rilascio dei farmaci. Sono stati svolti diversi studi riguardo alla somministrazione delle nanoparticelle; la tesi prende in considerazione le ricerche effettuate per valutare i vantaggi dell'applicazione polmonare. La fisiologia dei polmoni fa di questi organi un target ideale per la somministrazione non invasiva sia locale che sistemica, in particolare per le proteine e i farmaci poco solubili in acqua che hanno una bassa biodisponibilità se somministrati per via orale. I vantaggi della somministrazione polmonare sono l'estesa area superficiale disponibile per l'assorbimento, la limitata attività proteolitica, l'elevata permeabilità ai soluti e l'estesa vascolarizzazione [1]. Gli studi sulle nanoparticelle ne hanno evidenziato l'utilità per la diagnosi tumorale, la terapia tumorale e della tubercolosi, il trasporto di geni. I risultati hanno evidenziato un maggior accumulo polmonare delle nanoparticelle rispetto ai farmaci liberi, e una maggiore durata d'azione, che porta a una riduzione della frequenza dell'assunzione della dose e a una maggiore compliance da parte del paziente. Al fine di migliorare ulteriormente la somministrazione delle nanoparticelle sono state sviluppate le PNAPs: particelle porose di aggregati nanoparticellari, che si sono dimostrate efficaci nel consentire un rilascio prolungato del farmaco, nell'aumentarne l'attività e nel prevenire l'aggregazione delle nanoparticelle [2]. Le nanoparticelle lipidiche solide (SLN) si sono dimostrate utili nella somministrazione di farmaci antitumorali e di farmaci poco solubili in acqua, aumentandone l'efficacia e l'accumulo nei polmoni [3]. La somministrazione delle nanoparticelle ai polmoni offre quindi incredibili opportunità per migliorare le terapie farmacologiche locali e sistemiche, ma sono necessari ulteriori studi sugli effetti delle proprietà chimico-fisiche delle nanoparticelle e sulla loro tossicità per farne dei carrier sicuri ed efficaci [4].
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