L'idea di questa tesi trae origine dalla volontà di contribuire alla riflessione sulla realtà dei distretti produttivi italiani emblema, insieme alla piccola e media impresa, del tessuto economico e imprenditoriale italiano. I distretti industriali, nati negli ani Settanta durante la stagione del ¿miracolo economico¿ hanno ampiamente dimostrato nei decenni, ciascuno a suo modo, una vitalità e una capacità di far fronte al cambiamento produttivo e organizzativo che ne hanno fatto un modello che tutto il modo ha cercato di imitare; nei fatti si sono dimostrati uno strumento formidabile di autodifesa dell'industria italiana. Ma di fronte alla globalizzazione, alle dinamiche internazionali, ad una crescente burocrazia, alle trasformazioni del nuovo Millennio, all'imperversare della crisi economica qual è stata la reazione di questa realtà industriale? Quali sono i possibili percorsi che permettono di conservare gli elementi di identità, di autopropulsività, propri del modello, e contemporaneamente di ricollocarli nella nuova dimensione dell'economia? Obiettivo del presente lavoro è quello di condurre un ¿viaggio¿ all'interno di dieci differenti distretti produttivi italiani per studiarne la storia, i rischi, le opportunità e valutare possibili mezzi a sostegno di queste realtà rappresentative dell'ossatura produttiva italiana. Nel primo capitolo è stata fatta una disamina sulla principale letteratura di riferimento individuando origini, storia ed evoluzione del concetto di distretto industriale. Sono state individuate le caratteristiche delle imprese distrettuali, i punti di forza e debolezza, le necessità e gli scenari futuri che vedono la metamorfosi dei distretti industriali in reti di impresa, trans-settoriali e trans-territoriali. Successivamente il lavoro presenta un reportage sulle dieci realtà produttive: tre appartenenti al sistema della meccanica, quattro al sistema moda e tre al comparto dell'arredo-casa. Per ognuna di esse vengono fornite indicazioni circa la localizzazione geografica, la storia, gli operatori, le dinamiche di internazionalizzazione e innovazione allo stato attuale. Il fulcro della trattazione si apre nel capitolo tre, in cui viene presentata l'analisi empirica svolta sui distretti industriali selezionati. Attraverso l'ausilio di un database è stato possibile creare dieci campioni di aziende distrettuali rappresentativi dei ¿territori¿; in questo modo la ricerca ha potuto fornire dati circa le caratteristiche economiche e finanziarie dei differenti cluster. Il lavoro di tesi si conclude con un'apposita sezione dedicata al private equity ¿ attività di investimento nel capitale di rischio ¿ e al ruolo che questo strumento potrebbe avere nel processo di crescita dei distretti industriali.
Capitale di sviluppo e distretti produttivi
BECCHIO, ALESSIA
2011/2012
Abstract
L'idea di questa tesi trae origine dalla volontà di contribuire alla riflessione sulla realtà dei distretti produttivi italiani emblema, insieme alla piccola e media impresa, del tessuto economico e imprenditoriale italiano. I distretti industriali, nati negli ani Settanta durante la stagione del ¿miracolo economico¿ hanno ampiamente dimostrato nei decenni, ciascuno a suo modo, una vitalità e una capacità di far fronte al cambiamento produttivo e organizzativo che ne hanno fatto un modello che tutto il modo ha cercato di imitare; nei fatti si sono dimostrati uno strumento formidabile di autodifesa dell'industria italiana. Ma di fronte alla globalizzazione, alle dinamiche internazionali, ad una crescente burocrazia, alle trasformazioni del nuovo Millennio, all'imperversare della crisi economica qual è stata la reazione di questa realtà industriale? Quali sono i possibili percorsi che permettono di conservare gli elementi di identità, di autopropulsività, propri del modello, e contemporaneamente di ricollocarli nella nuova dimensione dell'economia? Obiettivo del presente lavoro è quello di condurre un ¿viaggio¿ all'interno di dieci differenti distretti produttivi italiani per studiarne la storia, i rischi, le opportunità e valutare possibili mezzi a sostegno di queste realtà rappresentative dell'ossatura produttiva italiana. Nel primo capitolo è stata fatta una disamina sulla principale letteratura di riferimento individuando origini, storia ed evoluzione del concetto di distretto industriale. Sono state individuate le caratteristiche delle imprese distrettuali, i punti di forza e debolezza, le necessità e gli scenari futuri che vedono la metamorfosi dei distretti industriali in reti di impresa, trans-settoriali e trans-territoriali. Successivamente il lavoro presenta un reportage sulle dieci realtà produttive: tre appartenenti al sistema della meccanica, quattro al sistema moda e tre al comparto dell'arredo-casa. Per ognuna di esse vengono fornite indicazioni circa la localizzazione geografica, la storia, gli operatori, le dinamiche di internazionalizzazione e innovazione allo stato attuale. Il fulcro della trattazione si apre nel capitolo tre, in cui viene presentata l'analisi empirica svolta sui distretti industriali selezionati. Attraverso l'ausilio di un database è stato possibile creare dieci campioni di aziende distrettuali rappresentativi dei ¿territori¿; in questo modo la ricerca ha potuto fornire dati circa le caratteristiche economiche e finanziarie dei differenti cluster. Il lavoro di tesi si conclude con un'apposita sezione dedicata al private equity ¿ attività di investimento nel capitale di rischio ¿ e al ruolo che questo strumento potrebbe avere nel processo di crescita dei distretti industriali.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14240/57495