The Regions of Provenance, defined by Directive 1999/105/EC, are the base for the management of genetic resources and for the production of forest reproductive material. The aim of the delimitation of Regions of Provenance is the possibility to control the movement of forest reproductive material, preventing them from being used in improper ecological conditions, and to enable better management of genetic resources in areas where the intra-specific diversity is rich and must be protected from artificial introgression, which could alter the genetic structure of populations of high value. The methods used to define the Regions of Provenance are based on criteria of environmental homogeneity, taking into account, where appropriate, genetic similarity of forest population located in a given territory and changes in altitude. The developed methods can be grouped according to two approaches: the associative type, essentially based on genetic parameters, and the ecological one, in which the territory is subdivided in ecologically homogeneous districts. Other EU countries have implemented the Directive 105/1999 much before than in Italy. The cases of France, Germany, Great Britain and Norway are briefly analysed. In Italy the Directive was implemented by Legislative Decree 386/2003 and, since 2000, several proposals have been advanced, concerning the criteria to be adopted for the delimitation of Regions of Provenance. The BIOFORV (Working Group on Forest Nursery), through the use of cartographic data and the distribution of major vegetation types, has identified the following Regions of Provenance: endalpic, mesalpic, esalpic, Po Valley, meso-Mediterranean, supra-Mediterranean oro-Mediterranean and thermo-Mediterranean. The official framework of national unity is, however, the one selected by the Ministry of Agricultural Policy, on the proposal of the CRA of Arezzo and several regions of Central Italy, which refers to the Regions Alps, Po plain, Northern Mediterranean, South Mediterranean, Sicily, Sardinia. The boundaries drawn on the paper adopt only in part vegetational and ecological criteria, with particular reference to the center-south, where the boundaries between Regions of Provenances often overlap the administrative ones. In Piedmont, since 1995 studies have been initiated to define the Regions of Provenance that led to the definition of five areas of ecological homogeneous, that is western Po Valley, internal hilly areas, Piedmont-Ligurian Apennines, the endalpic sectors of the Cozie Alps, the mesalpic sector of the Western Alps. Two case studies were analyzed as examples. The first involves the silver fir, for which it is possible to assume a distribution area subdivision in 5 Italian Regions of Provenance. The second case study concerns the wild cherry, for which in Italy real populations can not be identified, but rather harvesting areas, where the species grows in a discontinuous way; the study results do not allow to group individuals into genetically homogeneous regions, therefore, in the management of propagation materials, it is suggested to consider as a priority the ecological characteristics of the area.
Le Regioni di Provenienza, definite dalla Direttiva 1999/105/CE, costituiscono il principio per la gestione delle risorse genetiche destinate alla produzione di materiali forestali di propagazione. La delimitazione di Regioni di Provenienza ha come scopo principale un efficiente controllo dei movimenti dei materiali forestali di propagazione, evitando che questi vengano impiegati in condizioni ecologiche improprie, nonché consentire una migliore gestione delle risorse genetiche in aree in cui la diversità intra-specifica è più ricca e deve essere protetta da introgressioni non naturali, che potrebbero alterare la struttura genetica di popolazioni di elevato valore. I metodi per la delimitazione si basano su criteri di omogeneità ambientale, tenendo conto eventualmente di similitudine genetica delle popolazioni forestali situate in un dato territorio e delle variazioni altimetriche. Tali metodi possono essere raggruppati secondo due approcci: quello di tipo associativo, basato essenzialmente su parametri genetici, e quello di tipo partizionista, basato sulla suddivisione del territorio in distretti ecologicamente omogenei. Gli altri paesi dell'Unione Europea hanno recepito la Direttiva in tempi più rapidi rispetto all'Italia. Sono stati brevemente analizzati i casi di Francia, Germania, Gran Bretagna e Norvegia. In Italia la Direttiva è stata recepita con il D. Lgs. 386/2003 e, a partire dal 2000, sono state avanzate diverse proposte, sia a livello nazionale che per iniziativa di singole Regioni. Il BIOFORV (Gruppo di Lavoro sulla Vivaistica Forestale), grazie all'utilizzo dei dati cartografici di distribuzione dei principali tipi vegetazionali, ha individuato le Regioni di Provenienza endalpica, mesalpica, esalpica, Pianura Padana, meso-mediterranea, supra-mediterranea, oro-mediterranea e termo-mediterranea. Il quadro d'unione nazionale selezionato dal Ministero è tuttavia quello proposto dal CRA di Arezzo e delle Regioni dell'Italia Centrale, che prevede le Regioni Alpina, Planiziale Padana, Nord-Mediterranea, Sud-Mediterranea, della Sicilia, della Sardegna. Le delimitazioni tracciate su tale carta seguono però soltanto in parte criteri di tipo ecologico-vegetazionale, in particolare per il centro-sud, ove i confini adottati sono prevalentemente di tipo amministrativo. In Piemonte, a partire dal 1995 sono stati avviati studi per la definizione delle Regioni di Provenienza, che hanno portato alla definizione di 5 ambiti ecologici omogenei, ovvero Pianura Padana occidentale, Rilievi collinari interni, Appennino Ligure-Piemontese, Settori endalpici delle Alpi Cozie, Settore mesalpico delle Alpi Occidentali. Sono stati poi analizzati due casi studio esemplificativi. Il primo riguarda l'abete bianco, per il quale é possibile ipotizzare una suddivisione dell'areale italiano in 5 Regioni di Provenienza. Il secondo caso studio riguarda il ciliegio, per il quale in Italia non è possibile identificare vere e proprie popolazioni, quanto piuttosto delle aree di raccolta, dove la specie cresce in maniera discontinua; i risultati degli studi non consentono di raggruppare gli individui in regioni geneticamente omogenee, pertanto si suggerisce di considerare, nella gestione dei materiali di propagazione, in modo prioritario le caratteristiche ecologiche del territorio.
Individuazione di Regioni di Provenienza per la produzione di materiale propagativo forestale
CIROLLI, MARA
2011/2012
Abstract
Le Regioni di Provenienza, definite dalla Direttiva 1999/105/CE, costituiscono il principio per la gestione delle risorse genetiche destinate alla produzione di materiali forestali di propagazione. La delimitazione di Regioni di Provenienza ha come scopo principale un efficiente controllo dei movimenti dei materiali forestali di propagazione, evitando che questi vengano impiegati in condizioni ecologiche improprie, nonché consentire una migliore gestione delle risorse genetiche in aree in cui la diversità intra-specifica è più ricca e deve essere protetta da introgressioni non naturali, che potrebbero alterare la struttura genetica di popolazioni di elevato valore. I metodi per la delimitazione si basano su criteri di omogeneità ambientale, tenendo conto eventualmente di similitudine genetica delle popolazioni forestali situate in un dato territorio e delle variazioni altimetriche. Tali metodi possono essere raggruppati secondo due approcci: quello di tipo associativo, basato essenzialmente su parametri genetici, e quello di tipo partizionista, basato sulla suddivisione del territorio in distretti ecologicamente omogenei. Gli altri paesi dell'Unione Europea hanno recepito la Direttiva in tempi più rapidi rispetto all'Italia. Sono stati brevemente analizzati i casi di Francia, Germania, Gran Bretagna e Norvegia. In Italia la Direttiva è stata recepita con il D. Lgs. 386/2003 e, a partire dal 2000, sono state avanzate diverse proposte, sia a livello nazionale che per iniziativa di singole Regioni. Il BIOFORV (Gruppo di Lavoro sulla Vivaistica Forestale), grazie all'utilizzo dei dati cartografici di distribuzione dei principali tipi vegetazionali, ha individuato le Regioni di Provenienza endalpica, mesalpica, esalpica, Pianura Padana, meso-mediterranea, supra-mediterranea, oro-mediterranea e termo-mediterranea. Il quadro d'unione nazionale selezionato dal Ministero è tuttavia quello proposto dal CRA di Arezzo e delle Regioni dell'Italia Centrale, che prevede le Regioni Alpina, Planiziale Padana, Nord-Mediterranea, Sud-Mediterranea, della Sicilia, della Sardegna. Le delimitazioni tracciate su tale carta seguono però soltanto in parte criteri di tipo ecologico-vegetazionale, in particolare per il centro-sud, ove i confini adottati sono prevalentemente di tipo amministrativo. In Piemonte, a partire dal 1995 sono stati avviati studi per la definizione delle Regioni di Provenienza, che hanno portato alla definizione di 5 ambiti ecologici omogenei, ovvero Pianura Padana occidentale, Rilievi collinari interni, Appennino Ligure-Piemontese, Settori endalpici delle Alpi Cozie, Settore mesalpico delle Alpi Occidentali. Sono stati poi analizzati due casi studio esemplificativi. Il primo riguarda l'abete bianco, per il quale é possibile ipotizzare una suddivisione dell'areale italiano in 5 Regioni di Provenienza. Il secondo caso studio riguarda il ciliegio, per il quale in Italia non è possibile identificare vere e proprie popolazioni, quanto piuttosto delle aree di raccolta, dove la specie cresce in maniera discontinua; i risultati degli studi non consentono di raggruppare gli individui in regioni geneticamente omogenee, pertanto si suggerisce di considerare, nella gestione dei materiali di propagazione, in modo prioritario le caratteristiche ecologiche del territorio.File | Dimensione | Formato | |
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