Introduction and objectives. The majority of patients at the end of life tend to reduce the oral fluid intake as a result of the appearance of certain symptoms. When the supply is not sufficient, most terminally ill patients receive parenteral hydration. Palliative care is contrary to the use of invasive methods but the controversy about the use of artificial hydration is still open. The decision to withdraw or not start artificial hydration make an emotional impact important in patients, family, and health care professionals. This paper proposes to assess the possible efficacy of artificial hydration in patients in the terminal stages considering the legal aspects and ethical issues concerning the end of life. Materials and methods. The research starting with the formulation of a PICO and has subsequently been performed a literature search using the databases PubMed and Cinhal, trying to select the most recent articles in order to have a closer view to the present day, among the evidence found in literature. It has also been used surfing the net to find legislative documents, ethical and news stories Results. An analysis of the context and of the literature revealed several discrepancies between the various studies selected among the legislative, ethical and religious values that do not allow to reach a joint decision on this issue and practically achievable. Through the reading of selected articles, the study carried out by the author Bruera 2013, which it compared the effects of hydration parenterally administering 1000ml/die saline and placebo, administering 100ml/die, responded better to the research question. Discussion and conclusion. The study by Bruera did not note significant differences in improvement of symptoms resulting state of dehydration, such as fatigue, myoclonus, sedation, hallucinations, and delirium, quality of life or survival between the group receiving parenteral hydration and the group who received the placebo, and concluded that artificial hydration should not be administered routinely in patients in the terminal phase. It may be appropriate in the future to perform a new study on the subject, including patients excluded from the study Bruera. Keyword. Terminal patient, artificial hydration, dehydration, ethical and legal aspects, and nurses.
Introduzione ed obiettivi. La maggior parte dei pazienti alla fine della vita tendono a ridurre l'assunzione orale di liquidi come conseguenza alla comparsa di alcuni sintomi. Quando l'apporto non è sufficiente, molti pazienti terminali vengono idratati per via parenterale. Le cure palliative sono contrarie all'utilizzo di metodi invasivi, ma il dibattito circa l'uso dell'idratazione artificiale è tuttora aperto. La decisione di sospendere o non iniziare un'idratazione artificiale crea un impatto emotivo importante nei pazienti, nei familiari, e nelle figure professionali sanitarie. Questo elaborato si propone di valutare l'eventuale efficacia dell'idratazione artificiale nel paziente in fase terminale, considerando gli aspetti legislativi ed etici riguardanti il fine vita. Materiali e metodi. La ricerca ha avuto inizio partendo dalla formulazione di un PICO; successivamente è stata svolta una ricerca bibliografica utilizzando le banche dati Cinhal e PubMed , cercando di selezionare gli articoli più recenti per poter avere una visione più vicina ai nostri giorni, tra le evidenze presenti in letteratura. Inoltre è stata utilizzata la navigazione in rete per poter reperire documenti legislativi, etici e notizie di cronaca. Risultati. Dall'analisi del contesto e della letteratura sono emerse diverse discrepanze tra i vari studi selezionati, tra gli aspetti legislativi, etici e religiosi che non permettono di arrivare ad una decisione comune e concretamente realizzabile riguardante questo tema. Attraverso la lettura degli articoli selezionati, lo studio effettuato dall'autore Bruera del 2013, che metteva a confronto gli effetti dell'idratazione parenterale, somministrando 1000ml/die di soluzione fisiologica, e quelli del placebo, somministrandone 100ml/die, rispondeva meglio al quesito di ricerca. Discussione e conclusione. Lo studio effettuato da Bruera non ha notato differenze significative nel miglioramento dei sintomi conseguenti allo stato di disidratazione, quali l'affaticamento, il mioclono, la sedazione, le allucinazioni, e il delirio, della qualità della vita o della sopravvivenza, tra il gruppo che riceveva l'idratazione parenterale e il gruppo che riceveva il placebo, concludendo che l'idratazione artificiale non dovrebbe essere somministrata di routine nei pazienti in fase terminale. Potrebbe essere opportuno in futuro eseguire un nuovo studio sull'argomento, includendo i pazienti esclusi dallo studio di Bruera. Parole chiave. Paziente terminale, idratazione artificiale, disidratazione, aspetti etici e legali, infermieri.
L'IDRATAZIONE NEL PAZIENTE TERMINALE
BRUNATTI FONTE, GIUSEPPINA
2012/2013
Abstract
Introduzione ed obiettivi. La maggior parte dei pazienti alla fine della vita tendono a ridurre l'assunzione orale di liquidi come conseguenza alla comparsa di alcuni sintomi. Quando l'apporto non è sufficiente, molti pazienti terminali vengono idratati per via parenterale. Le cure palliative sono contrarie all'utilizzo di metodi invasivi, ma il dibattito circa l'uso dell'idratazione artificiale è tuttora aperto. La decisione di sospendere o non iniziare un'idratazione artificiale crea un impatto emotivo importante nei pazienti, nei familiari, e nelle figure professionali sanitarie. Questo elaborato si propone di valutare l'eventuale efficacia dell'idratazione artificiale nel paziente in fase terminale, considerando gli aspetti legislativi ed etici riguardanti il fine vita. Materiali e metodi. La ricerca ha avuto inizio partendo dalla formulazione di un PICO; successivamente è stata svolta una ricerca bibliografica utilizzando le banche dati Cinhal e PubMed , cercando di selezionare gli articoli più recenti per poter avere una visione più vicina ai nostri giorni, tra le evidenze presenti in letteratura. Inoltre è stata utilizzata la navigazione in rete per poter reperire documenti legislativi, etici e notizie di cronaca. Risultati. Dall'analisi del contesto e della letteratura sono emerse diverse discrepanze tra i vari studi selezionati, tra gli aspetti legislativi, etici e religiosi che non permettono di arrivare ad una decisione comune e concretamente realizzabile riguardante questo tema. Attraverso la lettura degli articoli selezionati, lo studio effettuato dall'autore Bruera del 2013, che metteva a confronto gli effetti dell'idratazione parenterale, somministrando 1000ml/die di soluzione fisiologica, e quelli del placebo, somministrandone 100ml/die, rispondeva meglio al quesito di ricerca. Discussione e conclusione. Lo studio effettuato da Bruera non ha notato differenze significative nel miglioramento dei sintomi conseguenti allo stato di disidratazione, quali l'affaticamento, il mioclono, la sedazione, le allucinazioni, e il delirio, della qualità della vita o della sopravvivenza, tra il gruppo che riceveva l'idratazione parenterale e il gruppo che riceveva il placebo, concludendo che l'idratazione artificiale non dovrebbe essere somministrata di routine nei pazienti in fase terminale. Potrebbe essere opportuno in futuro eseguire un nuovo studio sull'argomento, includendo i pazienti esclusi dallo studio di Bruera. Parole chiave. Paziente terminale, idratazione artificiale, disidratazione, aspetti etici e legali, infermieri.File | Dimensione | Formato | |
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