Il lavoro di questa tesi si propone una prima delineazione del percorso stilistico di Mattia Franceschini e prova a tracciare i legami del pittore con le personalità che animavano il contesto artistico torinese di metà Settecento. Per questo, tra l'ampio e complesso corpus delle opere, ne sono state scelte alcune che per cronologia, per dati documentari e per elementi stilistici meglio documentano il percorso e il linguaggio figurativo del pittore. La ricerca ha visto intrecciarsi ricerche d'archivio a sopralluoghi sul territorio ed ha messo in luce un artista indipendente, capace di intrecciare legami con importanti personalità dell'ambiente artistico e culturale torinese, in grado di collaborare con i pittori quadraturisti cimentandosi nella decorazione di grandi spazi e di incontrare il gusto sia della committenza religiosa sia di quella laica e della élite torinese. Emerge inoltre un aspetto insolito, ovvero quello di Franceschini mercante di colori e soprattutto stimato conoscitore dei materiali usati per la pittura, per i quali ho cercato di dare informazioni sul loro uso attraverso la lettura di trattati e ricettari di pittura.
Mattia Franceschini. Un pittore torinese alla metà del Settecento
PANTALEO, VALERIA
2012/2013
Abstract
Il lavoro di questa tesi si propone una prima delineazione del percorso stilistico di Mattia Franceschini e prova a tracciare i legami del pittore con le personalità che animavano il contesto artistico torinese di metà Settecento. Per questo, tra l'ampio e complesso corpus delle opere, ne sono state scelte alcune che per cronologia, per dati documentari e per elementi stilistici meglio documentano il percorso e il linguaggio figurativo del pittore. La ricerca ha visto intrecciarsi ricerche d'archivio a sopralluoghi sul territorio ed ha messo in luce un artista indipendente, capace di intrecciare legami con importanti personalità dell'ambiente artistico e culturale torinese, in grado di collaborare con i pittori quadraturisti cimentandosi nella decorazione di grandi spazi e di incontrare il gusto sia della committenza religiosa sia di quella laica e della élite torinese. Emerge inoltre un aspetto insolito, ovvero quello di Franceschini mercante di colori e soprattutto stimato conoscitore dei materiali usati per la pittura, per i quali ho cercato di dare informazioni sul loro uso attraverso la lettura di trattati e ricettari di pittura.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14240/56958