This study is part of a wider program of research aimed at making the most of conversion to tall trees of beech and aged coppice was to determine the main parameters dendrometrics experimental areas already set in previous work carried out by the department AGROSELVITER. The forest improvements, undertaken since go years (regulation eec 2081/93-objective 5b) at the regional level focused on the beech, especially through conversion to tall trees that have affected a total surface 3881 hectares (Gottero et al., 2007). The problem that arises today for populations that were the subject of these interventions which have already reached 50-70 years of age is how to proceed with the following thinning outs start cuts to tall trees (Wolynski, 2002). The three experimental areas being studied have each an area of 3330 m2 for a total area of about one hectare. In the forestry area 1 was to leave the forest to natural evolution, as witness area. In the forestry area 2 was to apply a free thinning, that is best plants were chosen to take at the end of the round (candidates) and the were removed all potentially competing plants. In the forestry area 3 was to apply a thinning for below, that is delete all plants that were part of the plan dominated until been observed class of 25 cm.. The main parameters were taken into account, the number of plants with in each individual area with measurement threshold of 2.5 cm, heights stock assessment of a sub-sample of plants (about 30 for every area). With the data so collected have calculated the main parameters dendrometrics and have made comparisons between areas and between the two periods considered. Matched the average diameter, 3 area is that which in the past consisted of diametricamente smaller plants, followed by 2 and 1 with larger plants. After the treatment the 2002 forestry, the choice of plants has led to an increase in the average diameter in 3 area of to elimination of all plants on the floor dominated. Instead, the forestry management 2 area has led to the elimination of some large diameter trees that were in direct competition with the candidate. The best of basal area increments were obtained in 3 area , where all the plants present in the plan has dominated, strongly reduced competition between the parties giving greater availability of sun-light, nutrients, allowing a better growth. Despite the thinning and selection of candidate the increments were lower. The reason can be traced back to an insufficient sampling of plants that did not limit competition between them, reducing the speed of growth. 1 area, a term of comparison for the other 2, it was found an average increase greater than the previous one. Probably the reason lies in the fact that there are a larger number of plants, and then in the collection had an overall higher growth of 2. This comparison allowed us to assess what was most appropriate forestry intervention among those applied in different areas. The results allow us to confirm that the method applied to the area 3 was the most appropriate.
Il presente studio si inquadra in un più ampio programma di ricerca mirato alla valorizzazione degli interventi di conversione all'alto fusto di cedui invecchiati di faggio ed è consistito nel determinare i principali parametri dendrometrici in aree sperimentali già impostate in precedenti lavori svolti dal Dipartimento AGROSELVITER. I programmi di ¿miglioramenti boschivi¿ intrapresi a partire dagli anni '90 (Regolamento CEE 2081/93-obbiettivo 5b) a livello regionale hanno privilegiato le faggete, soprattutto attraverso interventi di conversione all'alto fusto che hanno interessato una superficie complessiva di 3811 ettari (Gottero et al., 2007). Il problema che si pone oggi per i popolamenti che sono stati oggetto di questi interventi e che hanno già raggiunto 50-70 anni di età è come procedere con i diradamenti che seguono i tagli di avviamento ad alto fusto (Wolynski, 2002). Le 3 aree sperimentali oggetto di studio hanno ognuna una superficie di 3.330 m2 per una superficie complessiva di circa un ettaro. Nell'area 1 la scelta selvicolturale fu quella di lasciare il bosco ad evoluzione naturale, con funzione di area testimone. Nell'area 2 la scelta selvicolturale fu quella di applicare un diradamento libero, cioè furono scelte le piante migliori da portare a fine turno (i candidati) e furono eliminate tutte le piante potenzialmente concorrenti ad esse. Nell'area tre la scelta selvicolturale fu quella di applicare un diradamento dal basso, furono cioè eliminate tutte le piante che facevano parte del piano dominato fino alla classe diametrica di 25 centimetri. I principali parametri presi in considerazione sono stati, il numero di piante presenti all'interno di ogni singola area con soglia di cavvallettamento di 2,5 cm, le altezze dendrometriche di un sottocampione di piante (circa 30 per ogni area). Con i dati così rilevati si sono calcolati i principali pararametri dendrometrici e si sono effettuati i confronti tra aree e tra i due periodi considerati. Confrontando il diametro medio, l'area 3 è quella che in passato era costituita da piante diametricamente più piccole, seguita dalla 2 e dalla 1 con piante più grosse. Già dopo il trattamento selvicolturale del 2002, la scelta delle piante ha portato a un aumento del diametro medio nell'area 3 dovuto all'eliminazione di tutte le piante presenti nel piano dominato. Al contrario, nell'area 2 la gestione selvicolturale ha portato all'eliminazione di alcune piante di diametro elevato che erano in diretta competizione con le candidate. Gli incrementi migliori dell'area basimetrica si sono ottenuti nell'area 3, dove l'eliminazione di tutte le piante presenti nel piano dominato ha ridotto fortemente la competizione tra i soggetti dando maggiore disponibilita di luce solare, di nutrimenti, permettendo così una crescita migliore. Nonostante il diradamento e la scelta delle candidate gli incrementi sono stati i più bassi. Il motivo può essere ricondotto a un intervento di insufficiente prelievo di piante che non ha limitato la competizione tra esse riducendone la velocità di crescita. Nell'area 1, termine di paragone per le altre due, si è riscontrato un incremento medio superiore al precedente. Probabilmente il motivo è da ricercare nel fatto che qui ci sono un numero più elevato di piante e quindi nell'insieme ha avuto un accrescimento complessivo maggiore dell'area 2. Questo confronto ci ha permesso di valutare quale sia stato l'intervento selvicolturale più idoneo fra quelli applicati nelle diverse aree. I risultati ci permettono di affermare che il metodo applicato all'area tre sia stato il più appropriato.
ANALISI DENDRO-AUXOMETRICHE DI POPOLAMENTI CEDUI DI FAGGIO IN VAL SESSERA (BI)
ROSSETTI, MARTINO
2011/2012
Abstract
Il presente studio si inquadra in un più ampio programma di ricerca mirato alla valorizzazione degli interventi di conversione all'alto fusto di cedui invecchiati di faggio ed è consistito nel determinare i principali parametri dendrometrici in aree sperimentali già impostate in precedenti lavori svolti dal Dipartimento AGROSELVITER. I programmi di ¿miglioramenti boschivi¿ intrapresi a partire dagli anni '90 (Regolamento CEE 2081/93-obbiettivo 5b) a livello regionale hanno privilegiato le faggete, soprattutto attraverso interventi di conversione all'alto fusto che hanno interessato una superficie complessiva di 3811 ettari (Gottero et al., 2007). Il problema che si pone oggi per i popolamenti che sono stati oggetto di questi interventi e che hanno già raggiunto 50-70 anni di età è come procedere con i diradamenti che seguono i tagli di avviamento ad alto fusto (Wolynski, 2002). Le 3 aree sperimentali oggetto di studio hanno ognuna una superficie di 3.330 m2 per una superficie complessiva di circa un ettaro. Nell'area 1 la scelta selvicolturale fu quella di lasciare il bosco ad evoluzione naturale, con funzione di area testimone. Nell'area 2 la scelta selvicolturale fu quella di applicare un diradamento libero, cioè furono scelte le piante migliori da portare a fine turno (i candidati) e furono eliminate tutte le piante potenzialmente concorrenti ad esse. Nell'area tre la scelta selvicolturale fu quella di applicare un diradamento dal basso, furono cioè eliminate tutte le piante che facevano parte del piano dominato fino alla classe diametrica di 25 centimetri. I principali parametri presi in considerazione sono stati, il numero di piante presenti all'interno di ogni singola area con soglia di cavvallettamento di 2,5 cm, le altezze dendrometriche di un sottocampione di piante (circa 30 per ogni area). Con i dati così rilevati si sono calcolati i principali pararametri dendrometrici e si sono effettuati i confronti tra aree e tra i due periodi considerati. Confrontando il diametro medio, l'area 3 è quella che in passato era costituita da piante diametricamente più piccole, seguita dalla 2 e dalla 1 con piante più grosse. Già dopo il trattamento selvicolturale del 2002, la scelta delle piante ha portato a un aumento del diametro medio nell'area 3 dovuto all'eliminazione di tutte le piante presenti nel piano dominato. Al contrario, nell'area 2 la gestione selvicolturale ha portato all'eliminazione di alcune piante di diametro elevato che erano in diretta competizione con le candidate. Gli incrementi migliori dell'area basimetrica si sono ottenuti nell'area 3, dove l'eliminazione di tutte le piante presenti nel piano dominato ha ridotto fortemente la competizione tra i soggetti dando maggiore disponibilita di luce solare, di nutrimenti, permettendo così una crescita migliore. Nonostante il diradamento e la scelta delle candidate gli incrementi sono stati i più bassi. Il motivo può essere ricondotto a un intervento di insufficiente prelievo di piante che non ha limitato la competizione tra esse riducendone la velocità di crescita. Nell'area 1, termine di paragone per le altre due, si è riscontrato un incremento medio superiore al precedente. Probabilmente il motivo è da ricercare nel fatto che qui ci sono un numero più elevato di piante e quindi nell'insieme ha avuto un accrescimento complessivo maggiore dell'area 2. Questo confronto ci ha permesso di valutare quale sia stato l'intervento selvicolturale più idoneo fra quelli applicati nelle diverse aree. I risultati ci permettono di affermare che il metodo applicato all'area tre sia stato il più appropriato.File | Dimensione | Formato | |
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