The final report addressed the theme "Wine as an investment asset". Fine wines have proved to be a valuable refuge, which remains stable even in times of great turbulence and volatility in the markets. It is understood that not all bottles are, however, investment: belong to about 100/125 labels in the world, of which 70/80 French wines, 20/25 Italian wines and 10/20 wines from other countries. These are exceptional wines from the best vineyards in the world, from grapes of the highest quality and from the most acclaimed winemakers. It was pointed out that it is important to invest in geographically different wines and not to limit oneself to a single wine-growing area. The impact of wine ageing on its price and the long-term investment performance of fine wines were also discussed. It has been seen that young wines in maturation, from high quality vintages, provide the best financial returns. Prices rise strongly until maturity and then stabilize. When these wines start to be considered as collectors' items, instead of consumer goods, prices rise again. It was concluded that fine wines play an important role in portfolio diversification, because they are not closely related to traditional assets. Wine can therefore reduce portfolio risk and increase return. The estimated average annual real return of wine is 4.1%. It was observed that a portfolio containing all three investment instruments (shares, bonds and wine) is more profitable than portfolios excluding wine. The different channels for investing in quality wine were also considered, not forgetting the role of assessors. The study theme was analyzed trying to consider not only the advantages but also the disadvantages of investing in wine. The investor profile was also outlined, and it was concluded that there is no specific description because it has changed over time. In summary, wine as an investment asset is certainly a good opportunity, but it still remains a niche market, often driven by passion.
Nella relazione finale è stato affrontato il tema “Il vino come bene di investimento”. I fine wines sono risultati essere un valido bene rifugio, che si mantiene stabile anche nei periodi di grande turbolenza e di volatilità dei mercati. Si è capito che non tutte le bottiglie sono, però, da investimento: appartengono circa 100/125 etichette al mondo, di cui 70/80 vini francesi, 20/25 vini italiani e 10/20 vini di altri Paesi. Si tratta di vini eccezionali provenienti dai migliori vigneti del mondo, da uve di altissima qualità e dai viticoltori più acclamati. Si è precisato, che è importante investire in vini geograficamente diversi e non limitarsi a un’unica area vitivinicola. Ci si è poi soffermati sull’impatto dell’invecchiamento del vino sul suo prezzo e sulla performance degli investimenti a lungo termine del vino pregiato. Si è visto che i vini giovani in maturazione, provenienti da annate di alta qualità, forniscono i rendimenti finanziari migliori. I prezzi aumentano fortemente fino alla maturità e poi si stabilizzano. Quando questi vini cominciano a essere considerati oggetti da collezione, invece che beni di consumo, i prezzi aumentano nuovamente. Si è concluso, che i fine wines hanno un ruolo importante nella diversificazione del portafoglio, perché non sono strettamente correlati con gli asset tradizionali. Il vino, pertanto, può ridurre il rischio del portafoglio e aumentarne il rendimento. La stima del rendimento reale medio annuo del vino è 4,1%. È stato osservato, che un portafoglio contenente tutti e tre gli strumenti d’investimento (azioni, obbligazioni e vino) è più redditizio rispetto ai portafogli che escludono il vino. Si sono poi considerati i diversi canali per investire nel vino di pregio, senza dimenticare il ruolo dei valutatori. Il tema di studio è stato analizzato cercando di considerare non soltanto i vantaggi, ma anche gli svantaggi dell’investire nel vino. Si è, inoltre, delineato il profilo dell’investitore, giungendo alla conclusione che non esiste una descrizione puntuale, perché è cambiato nel tempo. Riassumendo, il vino come asset di investimento è sicuramente una valida opportunità, ma rimane ancora un mercato di nicchia, spesso mosso dalla passione.
Il vino come bene di investimento
CARDONE, ALBERTO
2023/2024
Abstract
Nella relazione finale è stato affrontato il tema “Il vino come bene di investimento”. I fine wines sono risultati essere un valido bene rifugio, che si mantiene stabile anche nei periodi di grande turbolenza e di volatilità dei mercati. Si è capito che non tutte le bottiglie sono, però, da investimento: appartengono circa 100/125 etichette al mondo, di cui 70/80 vini francesi, 20/25 vini italiani e 10/20 vini di altri Paesi. Si tratta di vini eccezionali provenienti dai migliori vigneti del mondo, da uve di altissima qualità e dai viticoltori più acclamati. Si è precisato, che è importante investire in vini geograficamente diversi e non limitarsi a un’unica area vitivinicola. Ci si è poi soffermati sull’impatto dell’invecchiamento del vino sul suo prezzo e sulla performance degli investimenti a lungo termine del vino pregiato. Si è visto che i vini giovani in maturazione, provenienti da annate di alta qualità, forniscono i rendimenti finanziari migliori. I prezzi aumentano fortemente fino alla maturità e poi si stabilizzano. Quando questi vini cominciano a essere considerati oggetti da collezione, invece che beni di consumo, i prezzi aumentano nuovamente. Si è concluso, che i fine wines hanno un ruolo importante nella diversificazione del portafoglio, perché non sono strettamente correlati con gli asset tradizionali. Il vino, pertanto, può ridurre il rischio del portafoglio e aumentarne il rendimento. La stima del rendimento reale medio annuo del vino è 4,1%. È stato osservato, che un portafoglio contenente tutti e tre gli strumenti d’investimento (azioni, obbligazioni e vino) è più redditizio rispetto ai portafogli che escludono il vino. Si sono poi considerati i diversi canali per investire nel vino di pregio, senza dimenticare il ruolo dei valutatori. Il tema di studio è stato analizzato cercando di considerare non soltanto i vantaggi, ma anche gli svantaggi dell’investire nel vino. Si è, inoltre, delineato il profilo dell’investitore, giungendo alla conclusione che non esiste una descrizione puntuale, perché è cambiato nel tempo. Riassumendo, il vino come asset di investimento è sicuramente una valida opportunità, ma rimane ancora un mercato di nicchia, spesso mosso dalla passione.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14240/5692