Il presente contributo alla ricerca riguardante la sfera della commensalità in Basilicata si sviluppa attraverso l'analisi di alcuni contesti funerari della Basilicata indigena datati fra VII e V secolo a.C. La trattazione è stata condotta sulla base del riesame della documentazione edita. Il materiale disponibile è risultato estremamente eterogeneo, in quanto solo in ridotta parte derivante da pubblicazioni integrali , mentre prevalgono le edizioni parziali , e, soprattutto rapporti di scavo o notizie preliminari, spesso uniche indicazioni reperibili d'indagini archeologiche condotte molti anni addietro o ancora in corso d'opera. Tale mancanza di sistematicità offre, dunque, un quadro solamente parziale della documentazione raccolta sul terreno. L'analisi si è soffermata sulle aree sepolcrali dei siti indagati , per evidenziare il rapporto topografico e cronologico con i centri demici, l'articolazione spaziale e il costume funerario adottato. Di ogni contesto sono state inserite in catalogo tutte le sepolture individuate per il periodo interessato, che hanno restituito manufatti di produzione o tradizione greca, con particolare attenzione verso la sfera della commensalità, ma non tralasciando gli altri oggetti ellenici che gli indigeni avevano adottato come repertorio dei corredi funerari (elementi della panoplia greca, vasi per unguenti). Si è operata una distinzione fra la ceramica locale e quella di tradizione greca, inserendo in quest'ultima categoria i vasi prodotti in loco ma di chiara ispirazione ellenica. La loro presenza nei contesti tombali è da considerarsi un marker di quel ristretto gruppo della società che ha la capacità di intrattenere rapporti con le genti ellenizzate, da cui desume oggetti di pregio, che non vanno mai a sostituire integralmente il corredo tradizionale. La volontà di preservare la propria identità è particolarmente evidente per la rielaborazione di oggetti greci, ora adattati al substrato culturale indigeno. Per comprendere in che modo i motivi di matrice ellenica fossero stati integrati nel repertorio locale è stata, dunque, necessaria un'analisi del complesso rituale del simposio greco, per tentare di riproporre una rilettura delle necropoli inserite in catalogo, cercando di ricostruire le tendenze dei singoli siti nel periodo preso in esame. Una revisione complessiva dei fenomeni, segnalando analogie e diversità fra i diversi comprensori, ha permesso, inoltre, di individuare alcuni comportamenti adottati dalle élite epicorie, di cui si è tentato di cogliere gli aspetti originali rispetto al rituale di matrice ellenica.
IDEOLOGIA FUNERARIA E ASPETTI DI COMMENSALITÀ NEL MONDO INDIGENO DELLA BASILICATA: LA DOCUMENTAZIONE ARCHEOLOGICA TRA VIII E V SECOLO A.C.
GARAGUSO, MARIA PINA
2012/2013
Abstract
Il presente contributo alla ricerca riguardante la sfera della commensalità in Basilicata si sviluppa attraverso l'analisi di alcuni contesti funerari della Basilicata indigena datati fra VII e V secolo a.C. La trattazione è stata condotta sulla base del riesame della documentazione edita. Il materiale disponibile è risultato estremamente eterogeneo, in quanto solo in ridotta parte derivante da pubblicazioni integrali , mentre prevalgono le edizioni parziali , e, soprattutto rapporti di scavo o notizie preliminari, spesso uniche indicazioni reperibili d'indagini archeologiche condotte molti anni addietro o ancora in corso d'opera. Tale mancanza di sistematicità offre, dunque, un quadro solamente parziale della documentazione raccolta sul terreno. L'analisi si è soffermata sulle aree sepolcrali dei siti indagati , per evidenziare il rapporto topografico e cronologico con i centri demici, l'articolazione spaziale e il costume funerario adottato. Di ogni contesto sono state inserite in catalogo tutte le sepolture individuate per il periodo interessato, che hanno restituito manufatti di produzione o tradizione greca, con particolare attenzione verso la sfera della commensalità, ma non tralasciando gli altri oggetti ellenici che gli indigeni avevano adottato come repertorio dei corredi funerari (elementi della panoplia greca, vasi per unguenti). Si è operata una distinzione fra la ceramica locale e quella di tradizione greca, inserendo in quest'ultima categoria i vasi prodotti in loco ma di chiara ispirazione ellenica. La loro presenza nei contesti tombali è da considerarsi un marker di quel ristretto gruppo della società che ha la capacità di intrattenere rapporti con le genti ellenizzate, da cui desume oggetti di pregio, che non vanno mai a sostituire integralmente il corredo tradizionale. La volontà di preservare la propria identità è particolarmente evidente per la rielaborazione di oggetti greci, ora adattati al substrato culturale indigeno. Per comprendere in che modo i motivi di matrice ellenica fossero stati integrati nel repertorio locale è stata, dunque, necessaria un'analisi del complesso rituale del simposio greco, per tentare di riproporre una rilettura delle necropoli inserite in catalogo, cercando di ricostruire le tendenze dei singoli siti nel periodo preso in esame. Una revisione complessiva dei fenomeni, segnalando analogie e diversità fra i diversi comprensori, ha permesso, inoltre, di individuare alcuni comportamenti adottati dalle élite epicorie, di cui si è tentato di cogliere gli aspetti originali rispetto al rituale di matrice ellenica.File | Dimensione | Formato | |
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