Obiettivo della mia indagine sono principalmente Milton Friedman e Gary Becker, entrambi esponenti della Scuola di Chicago, che possiamo considerare emblematici per quanto riguarda alcuni degli aspetti relativi al neoliberalismo. Il primo ricevette il Premio Nobel per la scienza economica nel 1976, mentre il secondo nel 1992, ed appartengono quindi a due diverse generazioni della cosiddetta Scuola di Chicago. Di questi autori ho scelto di trattare in particolare le prolusioni pronunciate al momento stesso del conferimento del Premio Nobel per la scienza economica, integrandoli con alcuni testi degli stessi autori che riorganizzano i temi focali trattati in quell'occasione. Per svolgere al meglio la ricerca, è innanzitutto necessario chiarire a cosa mi riferisco in particolare citando due termini specifici: quello di neoliberalismo e quello di mito. Per quanto riguarda il termine neoliberalismo, il riferimento a Foucault ed ai suoi discorsi tenuti al College de France è fondamentale. Il concetto di biopolitica risulta dunque necessario per comprendere cosa sia il neoclassicismo economico. La biopolitica si configura come strumento principale del neoliberalismo, di fatto permettendo ad esso di muoversi nella vita sociale con maggiore pervasività rispetto all'originario laissez faire tipico del regime liberale. È l'invenzione di una modalità nuova di gestione della conflittualità sociale. Nei volumi che raccolgono i corsi tenuti al College de France, in particolare in quello che diverrà più famoso e che titola Nascita della biopolitica, Foucault delinea alla perfezione quello che si identifica come passaggio dal liberalismo classico a quella nuova politica di governo che è il neoliberalismo. Proprio l'aspetto di massimizzazione è quello che maggiormente verrà evidenziato quando parleremo dei discorsi con più precisione. A proposito del mito, invece, dopo aver analizzato alcune concezioni e definizioni attribuite ai termini mito e religione, per chiarire al meglio quale idea di sovrumano si adatta all'analisi proposta, si propone una lettura più ampia del termine. Molti dei temi proposti dai neoliberali sembrano poggiare su basi mitiche. Primo fra tutti, il ragionamento sul mercato, e sulla sua capacità di autoregolarsi, quasi fosse un luogo - appunto - mitico e non il sistema virtuale nel quale immettiamo capitale, o più spesso capitale virtuale anch'esso. Per studiare a fondo il tema è un'ottima fonte Michael Callon, il quale sostiene che ¿senza l'economia il mercato non esiste¿. In conclusione, sembra di poter accettare la definizione ancora una volta di Callon quando si riferisce alla performatività dell'economia (la traduzione del termine inglese performativity non ha in italiano un corrispondente significativo): se sono gli economisti stessi a produrre ciò di cui si occupano, se i modelli teorici sono prodotti dagli agenti economici, se è l'economista a creare il concetto di mercato nel quale pretende poi di agire, è evidente che la distorsione è stata compiuta.
Neoliberalismo: il discorso economico tra mito e realtà
CUPELLI, CAMILLA
2012/2013
Abstract
Obiettivo della mia indagine sono principalmente Milton Friedman e Gary Becker, entrambi esponenti della Scuola di Chicago, che possiamo considerare emblematici per quanto riguarda alcuni degli aspetti relativi al neoliberalismo. Il primo ricevette il Premio Nobel per la scienza economica nel 1976, mentre il secondo nel 1992, ed appartengono quindi a due diverse generazioni della cosiddetta Scuola di Chicago. Di questi autori ho scelto di trattare in particolare le prolusioni pronunciate al momento stesso del conferimento del Premio Nobel per la scienza economica, integrandoli con alcuni testi degli stessi autori che riorganizzano i temi focali trattati in quell'occasione. Per svolgere al meglio la ricerca, è innanzitutto necessario chiarire a cosa mi riferisco in particolare citando due termini specifici: quello di neoliberalismo e quello di mito. Per quanto riguarda il termine neoliberalismo, il riferimento a Foucault ed ai suoi discorsi tenuti al College de France è fondamentale. Il concetto di biopolitica risulta dunque necessario per comprendere cosa sia il neoclassicismo economico. La biopolitica si configura come strumento principale del neoliberalismo, di fatto permettendo ad esso di muoversi nella vita sociale con maggiore pervasività rispetto all'originario laissez faire tipico del regime liberale. È l'invenzione di una modalità nuova di gestione della conflittualità sociale. Nei volumi che raccolgono i corsi tenuti al College de France, in particolare in quello che diverrà più famoso e che titola Nascita della biopolitica, Foucault delinea alla perfezione quello che si identifica come passaggio dal liberalismo classico a quella nuova politica di governo che è il neoliberalismo. Proprio l'aspetto di massimizzazione è quello che maggiormente verrà evidenziato quando parleremo dei discorsi con più precisione. A proposito del mito, invece, dopo aver analizzato alcune concezioni e definizioni attribuite ai termini mito e religione, per chiarire al meglio quale idea di sovrumano si adatta all'analisi proposta, si propone una lettura più ampia del termine. Molti dei temi proposti dai neoliberali sembrano poggiare su basi mitiche. Primo fra tutti, il ragionamento sul mercato, e sulla sua capacità di autoregolarsi, quasi fosse un luogo - appunto - mitico e non il sistema virtuale nel quale immettiamo capitale, o più spesso capitale virtuale anch'esso. Per studiare a fondo il tema è un'ottima fonte Michael Callon, il quale sostiene che ¿senza l'economia il mercato non esiste¿. In conclusione, sembra di poter accettare la definizione ancora una volta di Callon quando si riferisce alla performatività dell'economia (la traduzione del termine inglese performativity non ha in italiano un corrispondente significativo): se sono gli economisti stessi a produrre ciò di cui si occupano, se i modelli teorici sono prodotti dagli agenti economici, se è l'economista a creare il concetto di mercato nel quale pretende poi di agire, è evidente che la distorsione è stata compiuta.I documenti in UNITESI sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.
https://hdl.handle.net/20.500.14240/56617