L'elaborato tratta l'assistenza che l'infermiere fornisce alla persona assistita con funzionalità cardiaca compromessa, in particolare in caso di scompenso cardiaco ovvero insufficienza cardiaca. Rispetto alla patologia, nel 1° capitolo vengono fornite informazioni di carattere clinico, quali una definizione fisiopatologica, una classificazione di gravità, riconosciuta e utilizzata a livello internazionale, in base al sintomo primariamente manifestato dalla maggior parte dei pazienti, i dati epidemiologici con particolare riferimento alla situazione italiana, una descrizione dei fattori eziologici più comunemente imputabili nella patogenesi dello scompenso cardiaco, una storia fisiopatologica quindi come si manifesta in esordio acuto, quali meccanismi di compenso vengono messi in atto dall'organismo, quali alterazioni funzionali e strutturali intervengono e come la patologia può evolvere verso una condizione cronica. Inoltre, vengono trattate le principali manifestazioni cliniche, quindi i segni e sintomi che l'infermiere raccoglie nell'anamnesi, al fine di elaborare il piano assistenziale più opportuno. In seguito, si accenna alle valutazioni diagnostiche, quindi agli esami strumentali e di laboratorio effettuati con il fine di fornire una diagnosi clinica, ed al trattamento, non esaminando il dettaglio della terapia farmacologica, in quanto prevalente competenza medica, bensì gli aspetti maggiormente assistenziali ed educativi, priorità assoluta del ruolo infermieristico. Nell'approfondire il mio studio circa l'insufficienza cardiaca, ho potuto rilevare che la sua definizione fisiopatologica non è univoca in quanto sono molteplici le cause eziologiche così come le conseguenze. In generale, si può definire lo scompenso cardiaco come una sindrome clinica in cui il cuore si dimostra incapace di pompare sangue in quantità adeguata alle richieste metaboliche tissutali o può farlo solo modificando la propria conformazione e quindi la propria fisiologia. Una bassa portata cardiaca è quindi la principale anomalia fisiopatologica dello scompenso cardiaco che nelle fasi iniziali limita la tolleranza allo sforzo del paziente. Lo scompenso cardiaco, presenta sintomi caratteristici quali dispnea, a riposo o durante esercizio fisico, affaticabilità, stanchezza associati a segni quali tachicardia, tachipnea, ritenzione di liquidi con conseguente formazione di edemi periferici e congestione polmonare. Si tratta, in altri termini, di una patologia del miocardio in cui emerge un problema di contrazione cardiaca (disfunzione sistolica) o di riempimento cardiaco (disfunzione diastolica). Molti casi sono reversibili, a seconda della causa, ma spesso si instaura invece un quadro di patologia cronica che richiede un trattamento farmacologico continuo per prevenire l'insorgenza di episodi acuti. Questo, in estrema sintesi, è il quadro che si presenta agli occhi dell'infermiere che si trova ad assistere una persona che soffre di insufficienza cardiaca. Nel 2° capitolo la centralità dell'argomento è proprio il ruolo dell'infermiere all'interno delle strutture di degenza dedicate allo scompenso cardiaco, con particolare rilievo all'aspetto educativo, essenziale per ottenere la compliance della persona e quindi la sua massima aderenza al progetto terapeutico che prevede, oltre alla gestione della fase critica, una modificazione di eventuali stili di vita non corretti, quindi la sospensione dal fumo, dall'abuso di alcol, il calo ponderale in caso la persona s
L'assistenza infermieristica alla persona assistita ricoverata nell'Unità Scompenso Cardiaco
BRUNO, ELENA
2012/2013
Abstract
L'elaborato tratta l'assistenza che l'infermiere fornisce alla persona assistita con funzionalità cardiaca compromessa, in particolare in caso di scompenso cardiaco ovvero insufficienza cardiaca. Rispetto alla patologia, nel 1° capitolo vengono fornite informazioni di carattere clinico, quali una definizione fisiopatologica, una classificazione di gravità, riconosciuta e utilizzata a livello internazionale, in base al sintomo primariamente manifestato dalla maggior parte dei pazienti, i dati epidemiologici con particolare riferimento alla situazione italiana, una descrizione dei fattori eziologici più comunemente imputabili nella patogenesi dello scompenso cardiaco, una storia fisiopatologica quindi come si manifesta in esordio acuto, quali meccanismi di compenso vengono messi in atto dall'organismo, quali alterazioni funzionali e strutturali intervengono e come la patologia può evolvere verso una condizione cronica. Inoltre, vengono trattate le principali manifestazioni cliniche, quindi i segni e sintomi che l'infermiere raccoglie nell'anamnesi, al fine di elaborare il piano assistenziale più opportuno. In seguito, si accenna alle valutazioni diagnostiche, quindi agli esami strumentali e di laboratorio effettuati con il fine di fornire una diagnosi clinica, ed al trattamento, non esaminando il dettaglio della terapia farmacologica, in quanto prevalente competenza medica, bensì gli aspetti maggiormente assistenziali ed educativi, priorità assoluta del ruolo infermieristico. Nell'approfondire il mio studio circa l'insufficienza cardiaca, ho potuto rilevare che la sua definizione fisiopatologica non è univoca in quanto sono molteplici le cause eziologiche così come le conseguenze. In generale, si può definire lo scompenso cardiaco come una sindrome clinica in cui il cuore si dimostra incapace di pompare sangue in quantità adeguata alle richieste metaboliche tissutali o può farlo solo modificando la propria conformazione e quindi la propria fisiologia. Una bassa portata cardiaca è quindi la principale anomalia fisiopatologica dello scompenso cardiaco che nelle fasi iniziali limita la tolleranza allo sforzo del paziente. Lo scompenso cardiaco, presenta sintomi caratteristici quali dispnea, a riposo o durante esercizio fisico, affaticabilità, stanchezza associati a segni quali tachicardia, tachipnea, ritenzione di liquidi con conseguente formazione di edemi periferici e congestione polmonare. Si tratta, in altri termini, di una patologia del miocardio in cui emerge un problema di contrazione cardiaca (disfunzione sistolica) o di riempimento cardiaco (disfunzione diastolica). Molti casi sono reversibili, a seconda della causa, ma spesso si instaura invece un quadro di patologia cronica che richiede un trattamento farmacologico continuo per prevenire l'insorgenza di episodi acuti. Questo, in estrema sintesi, è il quadro che si presenta agli occhi dell'infermiere che si trova ad assistere una persona che soffre di insufficienza cardiaca. Nel 2° capitolo la centralità dell'argomento è proprio il ruolo dell'infermiere all'interno delle strutture di degenza dedicate allo scompenso cardiaco, con particolare rilievo all'aspetto educativo, essenziale per ottenere la compliance della persona e quindi la sua massima aderenza al progetto terapeutico che prevede, oltre alla gestione della fase critica, una modificazione di eventuali stili di vita non corretti, quindi la sospensione dal fumo, dall'abuso di alcol, il calo ponderale in caso la persona sFile | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14240/56613