Poiché la storia ermeneutica del pensiero politico di Platone nella seconda metà del Novecento è stata condizionata dall'interpretazione di Popper, ho approfondito alcuni aspetti della lettura che quest'ultimo fa della Repubblica nel primo volume della sua opera, La società aperta e i suoi nemici. Popper ritiene che Platone sia il teorico paradigmatico della tradizione antidemocratica e totalitaria. Egli non ricostruisce filologicamente il pensiero di Platone, ma ne opera un'interpretazione-deformazione che ho sviluppato analizzando due delle caratteristiche che farebbero della polis platonica un progetto totalitario: l'organicismo e la costruzione di un modello sociale statico. Esse vanno indubbiamente considerate come conseguenze di quelli che sono i principali capi d'accusa della requisitoria che Popper svolge contro Platone: ¿lo storicismo¿ e ¿l'ingegneria sociale utopica¿. Ho tentato di spiegare le ¿ragioni teoriche¿ di Popper connettendo questa sua concitazione polemica contro Platone al particolare momento storico in cui lui scrisse e alla sua adesione al razionalismo critico, che lo porteranno a teorizzare la società aperta come una società liberal-democratica opposta a quella totalitaria. L'intento non può e non deve essere quello di salvare Platone dalla requisitoria di Popper. L'approccio diretto al testo platonico consente, invece, di restituire l'identità e la diversità al pensiero del passato. Pertanto, nel primo capitolo, ho tentato, grazie all'ausilio delle letteratura critica, di mettere in luce i punti principali del progetto politico del Platone della Repubblica.

Platone politico nell'interpretazione di Popper

VIZZA, GIACINTA
2011/2012

Abstract

Poiché la storia ermeneutica del pensiero politico di Platone nella seconda metà del Novecento è stata condizionata dall'interpretazione di Popper, ho approfondito alcuni aspetti della lettura che quest'ultimo fa della Repubblica nel primo volume della sua opera, La società aperta e i suoi nemici. Popper ritiene che Platone sia il teorico paradigmatico della tradizione antidemocratica e totalitaria. Egli non ricostruisce filologicamente il pensiero di Platone, ma ne opera un'interpretazione-deformazione che ho sviluppato analizzando due delle caratteristiche che farebbero della polis platonica un progetto totalitario: l'organicismo e la costruzione di un modello sociale statico. Esse vanno indubbiamente considerate come conseguenze di quelli che sono i principali capi d'accusa della requisitoria che Popper svolge contro Platone: ¿lo storicismo¿ e ¿l'ingegneria sociale utopica¿. Ho tentato di spiegare le ¿ragioni teoriche¿ di Popper connettendo questa sua concitazione polemica contro Platone al particolare momento storico in cui lui scrisse e alla sua adesione al razionalismo critico, che lo porteranno a teorizzare la società aperta come una società liberal-democratica opposta a quella totalitaria. L'intento non può e non deve essere quello di salvare Platone dalla requisitoria di Popper. L'approccio diretto al testo platonico consente, invece, di restituire l'identità e la diversità al pensiero del passato. Pertanto, nel primo capitolo, ho tentato, grazie all'ausilio delle letteratura critica, di mettere in luce i punti principali del progetto politico del Platone della Repubblica.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14240/56442