Questa ricerca analizza la prima produzione di Carlo Cassola per coglierlo nel pieno sviluppo della formulazione e della messa in atto della sua poetica. Nel primo capitolo viene presentata la genesi di tale poetica attraverso l'intreccio di alcune componenti essenziali: le tappe del percorso formativo del giovane Cassola, l'incontro con Joyce attraverso la lettura di Gente di Dublino e infine le amicizie giovanili, soprattutto quella che lo lega a Cancogni, il quale contribuisce a definire e inaugurare la comune poetica del sublimine. L'analisi procede nel secondo capitolo con la lettura di alcuni racconti della raccolta La visita nei quali si realizza tale poetica. La prima parte della raccolta mostra come Cassola sia animato dall'intento di stabilire un cauto contatto con la realtà per tratteggiare personaggi e ambienti rivolgendo l'attenzione alla loro essenza. Nella seconda parte della Visita si registra invece un cambiamento determinato da una maggiore consapevolezza dell'autore, che trasferisce nei racconti molti elementi autobiografici. Nella terza parte della raccolta, infine, Cassola riesce ad affiancare alla cronaca oggettiva una lieve ironia che caratterizza i suoi personaggi nella loro condizione di semplicità. Nel terzo capitolo viene ancora individuata la presenza della poetica subliminare nei tre racconti lunghi della raccolta Il taglio del bosco: Rosa Gagliardi, Le amiche e Il taglio del bosco. In essi Cassola riprende e amplia il tema a lui caro delle esistenze semplici; pone l'attenzione sullo scorrere quotidiano della vita, nel quale non solo individua la dimensione fisica dei gesti compiuti dai personaggi, bensì si inoltra nei loro labirinti mentali fatti di intrecci, di rimandi che riportano a ricordi evocati dalla memoria o dal risveglio di una sensazione.
Il primo tempo di Carlo Cassola
ACTIS TESSITORE, MIRIAM
2011/2012
Abstract
Questa ricerca analizza la prima produzione di Carlo Cassola per coglierlo nel pieno sviluppo della formulazione e della messa in atto della sua poetica. Nel primo capitolo viene presentata la genesi di tale poetica attraverso l'intreccio di alcune componenti essenziali: le tappe del percorso formativo del giovane Cassola, l'incontro con Joyce attraverso la lettura di Gente di Dublino e infine le amicizie giovanili, soprattutto quella che lo lega a Cancogni, il quale contribuisce a definire e inaugurare la comune poetica del sublimine. L'analisi procede nel secondo capitolo con la lettura di alcuni racconti della raccolta La visita nei quali si realizza tale poetica. La prima parte della raccolta mostra come Cassola sia animato dall'intento di stabilire un cauto contatto con la realtà per tratteggiare personaggi e ambienti rivolgendo l'attenzione alla loro essenza. Nella seconda parte della Visita si registra invece un cambiamento determinato da una maggiore consapevolezza dell'autore, che trasferisce nei racconti molti elementi autobiografici. Nella terza parte della raccolta, infine, Cassola riesce ad affiancare alla cronaca oggettiva una lieve ironia che caratterizza i suoi personaggi nella loro condizione di semplicità. Nel terzo capitolo viene ancora individuata la presenza della poetica subliminare nei tre racconti lunghi della raccolta Il taglio del bosco: Rosa Gagliardi, Le amiche e Il taglio del bosco. In essi Cassola riprende e amplia il tema a lui caro delle esistenze semplici; pone l'attenzione sullo scorrere quotidiano della vita, nel quale non solo individua la dimensione fisica dei gesti compiuti dai personaggi, bensì si inoltra nei loro labirinti mentali fatti di intrecci, di rimandi che riportano a ricordi evocati dalla memoria o dal risveglio di una sensazione.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14240/56434