La crisi economico-finanziaria ha portato in evidenza alcuni dei problemi nell'erogazione di servizi professionali di consulenza che i privati ricevono dagli intermediari finanziari. La tesi focalizza l'attenzione sulle caratteristiche dei processi decisionali e di scelta in ambito di investimento finanziario da parte della clientela retail e sul ruolo svolto dal consulente finanziario durante il processo di scelta. Il ruolo svolto assume un duplice aspetto: può risultare uno strumento per migliorare la reciproca conoscenza tra società-prodotto che offrono al mercato i propri prodotti finanziari e investitori privati; uno strumento ¿educativo¿, in particolare per investitori con specifiche caratteristiche di ¿ingenuità¿, volto a compensare le diverse distorsioni cognitive (bias) che insistono nel processo di scelta di investimento dell'investitore. Ulteriore elemento di complessità che connota la relazione tra consulente e cliente è l'asimmetria informativa, che può incentivare il consulente finanziario a sfruttare l'ingenuità ed i bias cognitivi degli investitori per trarne vantaggio economico. Dagli elementi illustrati emergono degli spunti di riflessione in materia di iniziative e proposte in ambito normativo riguardanti: la trasparenza informativa; la definizione di standard informativi obbligatori sia per le società prodotto sia per gli intermediari finanziari; la regolamentazione diretta dell'informativa riguardante la struttura commissionale.
La consulenza finanziaria nel segmento retail
BORRO, LUCA
2012/2013
Abstract
La crisi economico-finanziaria ha portato in evidenza alcuni dei problemi nell'erogazione di servizi professionali di consulenza che i privati ricevono dagli intermediari finanziari. La tesi focalizza l'attenzione sulle caratteristiche dei processi decisionali e di scelta in ambito di investimento finanziario da parte della clientela retail e sul ruolo svolto dal consulente finanziario durante il processo di scelta. Il ruolo svolto assume un duplice aspetto: può risultare uno strumento per migliorare la reciproca conoscenza tra società-prodotto che offrono al mercato i propri prodotti finanziari e investitori privati; uno strumento ¿educativo¿, in particolare per investitori con specifiche caratteristiche di ¿ingenuità¿, volto a compensare le diverse distorsioni cognitive (bias) che insistono nel processo di scelta di investimento dell'investitore. Ulteriore elemento di complessità che connota la relazione tra consulente e cliente è l'asimmetria informativa, che può incentivare il consulente finanziario a sfruttare l'ingenuità ed i bias cognitivi degli investitori per trarne vantaggio economico. Dagli elementi illustrati emergono degli spunti di riflessione in materia di iniziative e proposte in ambito normativo riguardanti: la trasparenza informativa; la definizione di standard informativi obbligatori sia per le società prodotto sia per gli intermediari finanziari; la regolamentazione diretta dell'informativa riguardante la struttura commissionale.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14240/56372