La caccia al cinghiale calidonio. Il mito di Meleagro tra iniziazione ed elaborazione letteraria.

The myth of Meleager is known through a rough and often fragmentary literary tradition. However, this tradition attests the existence of numerous variations of the legend, which cause visible differences in the narrative. It is possible, by the way, to isolate some recurrent motifs, that form the structure of the traditional narrative. First of all, the Calydonian boar hunt, and this connects the legend to a wider group of hunting myths. Each shows similar situations, which lead to suppose they are based upon the same cultural structure: these myths tell about individual and social transition, the one of passage from childhood to maturity in relation to an individual person, and the sunset of the hunting-gathering society in favor of social structures based on agriculture. The heroic figure becomes the incarnation of this transition. The myth of Meleager represents a failed initiation, because the hero doesn't achieve maturity, but dies in his blossom. The reason of his failure is probably to be found in the wrong intrusion of the realm of Aphrodite in the one of Artemis: Meleager woes Atalanta during the hunt, so he does not respect the rules of the margin ¿ and Artemis's ones ¿ and this is the reason why he fails in his rite of passage. The analysis of the principal figures of the myth tries to confirm this interpretation. I chose three principal texts: Hom. Il. 9, Bacch. Ep. 5, Ps. Apolld. Bibl 1, 8, since they are ¿ respectively ¿ the first literary account of the myth, the first in introducing the motif of the firebrand, the detailed mythographic account which reports almost all known versions and widely tells the one which contains Atalanta. All variants are to be explained according to the circumstances of composition of the texts. Common and uncommon motifs are analyzed with the aim to examine the initiatory content of the myth, but also to explain their concrete relation with the fruition of the narratives.

Il mito di Meleagro ci è noto attraverso una tradizione testuale tormentata e spesso frammentaria. Essa testimonia l'esistenza di numerose varianti, le quali apportano sensibili differenze nell'economia del racconto. Tuttavia è possibile isolare alcuni tratti ricorrenti, i quali costituiscono l'ossatura del racconto tradizionale. Primo fra tutti, la caccia al cinghiale calidonio, che riconduce la leggenda ad un gruppo più ampio di miti di argomento venatorio. Tutti questi presentano situazioni analoghe che fanno ipotizzare una medesima istanza culturale alla base: i miti parlano di transizione, individuale e sociale, ovvero di momenti di passaggio all'età adulta per quanto riguarda singoli individui, e del tramonto del sistema economico caccia-raccolta in favore di forme sociali basate sull'agricoltura. La figura eroica diventa l'incarnazione di tale trasformazione. Il mito di Meleagro rappresenta una iniziazione fallita, in quanto l'eroe protagonista non raggiunge la maturità, ma muore nel fiore degli anni. La ragione di questo fallimento è probabilmente da ricercarsi nell'errata intrusione del reame di Artemide in quello di Afrodite: Meleagro, cioè, corteggiando Atalanta durante la caccia, non rispetta le regole del margine e di Artemide, e per questo fallisce nella sua iniziazione. L'analisi delle figure principali del mito cerca di confermare questa interpretazione. Sono stati scelti tre testi principali per condurre l'analisi: Hom. Il. 9, Bacch. Ep. 5, Ps. Apolld. Bibl 1, 8 in quanto rispettivamente: prima attestazione scritta del mito, primo introduttore del motivo del tizzone, resoconto mitografico dettagliato che tiene conto di quasi tutte le versioni note e che racconta per esteso quella contenente Atalanta. Le varianti pertinenti ai testi si spiegano con le circostanze di composizione dei testi. I vari tratti, comuni e non comuni, sono analizzati di volta in volta per esaminare il contenuto iniziatico del mito, ma anche per spiegarne la relazione concreta con la realtà di fruizione dei racconti.