Introduction: dietary habits typical of the Western diet, characterised by high intake of saturated fatty acids, simple sugars and frequent consumption of processed foods and low intakes of fiber and unsaturated fatty acids, may favour the development of inflammatory bowel diseases. In particular, in patients with Crohn's Disease (CD) the diet may adversely affect the microbiome, intestinal barrier function and innate immunity. Exclusive enteral nutrition (EEN) represents the first-line treatment of mild to moderate CD in children. In recent years, the effectiveness in inducing remission of the Crohn's disease exclusion diet (CDED), which excludes foods with a pro-inflammatory effect on the intestinal mucosa and promotes a state of dysbiosis, in combination with partial enteral nutrition (PEN) has been demonstrated. After positive results in cohorts of paediatric patients, recent studies have shown its effectiveness also in adults, without the limitation of reduced compliance with EEN therapy in subjects over 18 years. For this reason, unlike the other exclusion diets, it was included in the latest ESPEN guidelines. The primary objective of this study was to verify the presence of clinical response in adult patients with mild to moderate CD with improvement in inflammatory markers and, as secondary objectives, to assess dietary compliance and treatment effects on nutritional status and quality of life. Materials and methods: a prospective cohort study was conducted between January and September 2023, involving adult patients with CD who need a therapy escalation, followed for a total duration of 12 weeks. In the first 6 weeks, patients received CDED plus 50% of the total daily caloric requirement from PEN; from week 7 to 12, CDED with 25% of the total daily caloric requirement from PEN. At the end of week 12 the maintenance diet was delivered. Biochemical and faecal markers of inflammation were monitored at each follow-up. Anthropometric assessment was performed at all controls, at baseline and at week 12 body composition was assessed by bioimpedance analysis. Quality of life was also assessed with the SF-12 questionnaire. Results: the study included a total of 11 patients, with a median age of 45 years. A reduction in median faecal calprotectin values from 490 mcg/g to 201 mcg/g was observed over 12 weeks of treatment, while no significant changes in PCR and VES levels were recorded. Compliance was high (>75%) and, in cases of treatment intolerance, this occurred in the first 6 weeks. No changes in nutritional status were recorded at the biochemical level, and the median weight of the sample remained stable, although there was a reduction in minimum values. About body composition, an increase in lean mass and a reduction in fat mass was observed. The perceived quality of life progressively improved. Conclusion: despite the low sample size, therapy with CDED + PEN proved effective in improving the clinical condition. Due to the high level of compliance, it can also be considered as a treatment option for adult patients and as an effective way of managing these patients without the need to resort to drug therapy.
Introduzione: abitudini alimentari tipiche della Western diet, caratterizzata da elevate quote di acidi grassi saturi, zuccheri semplici e frequente consumo di prodotti processati e da bassi apporti di fibre e acidi grassi insaturi, possono favorire lo sviluppo di malattie infiammatorie croniche intestinali. In particolare, in pazienti con malattia di Crohn (MC) sembrerebbe che la dieta possa influenzare negativamente il microbioma, la funzione di barriera intestinale e l’immunità innata. Una nutrizione enterale esclusiva (EEN) rappresenta il primo approccio per il trattamento della MC da lieve a moderata nei bambini. Negli ultimi anni è stata dimostrata l’efficacia nell’induzione della remissione della dieta di esclusione per la malattia di Crohn (CDED), che esclude alimenti ad effetto pro-infiammatorio sulla mucosa intestinale e favorenti uno stato di disbiosi, in associazione a una nutrizione enterale parziale (PEN). Dopo aver raccolto risultati positivi in coorti di pazienti pediatrici, recenti studi ne hanno mostrato l’efficacia anche negli adulti, aggirando la limitazione della ridotta compliance della terapia con EEN in soggetti con più di 18 anni. Per tale ragione, a differenza delle altre diete di esclusione, è stata inserita all’interno delle ultime linee guida ESPEN. L’obiettivo primario di questo studio è stato verificare la presenza di risposta clinica in pazienti adulti con MC da lieve a moderata, con miglioramento dei marker di flogosi e, come obiettivi secondari, valutare compliance alla dieta e gli effetti del trattamento sullo stato nutrizionale e sulla qualità di vita. Materiali e metodi: è stato condotto uno studio di coorte prospettico tra gennaio e settembre 2023, che ha coinvolto pazienti adulti con MC con necessità di escalation di terapia, seguiti per una durata totale di 12 settimane. Nelle prime 6 settimane, i pazienti hanno ricevuto la CDED più un 50% del fabbisogno calorico totale giornaliero da PEN; dalla settimana 7 alla 12, la CDED con un 25% del fabbisogno calorico totale giornaliero dalla PEN. Al termine della dodicesima settimana è stato consegnato lo schema di mantenimento. Ad ogni controllo sono stati monitorati marker biochimici e fecali di flogosi. La valutazione antropometrica è stata eseguita a tutti i controlli, al baseline e alla dodicesima settimana è stata valutata la composizione corporea attraverso la bioimpedenziometria. È stata inoltre valutata la qualità di vita attraverso il questionario SF-12. Risultati: lo studio ha incluso un totale di 11 pazienti, con età mediana di 45 anni. È stata rilevata una riduzione dei valori mediani di calprotectina fecale da 490 mcg/g a 201 mcg/g nell’arco delle 12 settimane di trattamento, mentre non sono state registrate variazioni significative nei livelli di PCR e VES. La compliance è stata elevata (>75%) e, nei casi di intolleranza al trattamento, questa si è manifestata nelle prime 6 settimane. Non sono stati registrati cambiamenti dello stato nutrizionale a livello biochimico e il peso mediano del campione è rimasto stabile, seppur registrando una riduzione dei valori minimi. Relativamente alla composizione corporea, è stata riscontrato un aumento della massa magra ed una riduzione della massa grassa. La qualità di vita percepita è progressivamente migliorata. Conclusione: nonostante la bassa numerosità campionaria, la terapia con CDED + PEN si è dimostrata efficace nel miglioramento delle condizioni cliniche. Dato l’elevato livello di compliance riscontrato, può essere considerata come opzione terapeutica anche per pazienti adulti e come modo efficace per la gestione di questi pazienti senza la necessità di ricorrere alla terapia farmacologica.
Studio di coorte prospettico sull'efficacia della Dieta di Esclusione della Malattia di Crohn + Nutrizione Enterale Parziale nell'indurre la remissione in pazienti con Malattia di Crohn
LUPO, CHIARA
2022/2023
Abstract
Introduzione: abitudini alimentari tipiche della Western diet, caratterizzata da elevate quote di acidi grassi saturi, zuccheri semplici e frequente consumo di prodotti processati e da bassi apporti di fibre e acidi grassi insaturi, possono favorire lo sviluppo di malattie infiammatorie croniche intestinali. In particolare, in pazienti con malattia di Crohn (MC) sembrerebbe che la dieta possa influenzare negativamente il microbioma, la funzione di barriera intestinale e l’immunità innata. Una nutrizione enterale esclusiva (EEN) rappresenta il primo approccio per il trattamento della MC da lieve a moderata nei bambini. Negli ultimi anni è stata dimostrata l’efficacia nell’induzione della remissione della dieta di esclusione per la malattia di Crohn (CDED), che esclude alimenti ad effetto pro-infiammatorio sulla mucosa intestinale e favorenti uno stato di disbiosi, in associazione a una nutrizione enterale parziale (PEN). Dopo aver raccolto risultati positivi in coorti di pazienti pediatrici, recenti studi ne hanno mostrato l’efficacia anche negli adulti, aggirando la limitazione della ridotta compliance della terapia con EEN in soggetti con più di 18 anni. Per tale ragione, a differenza delle altre diete di esclusione, è stata inserita all’interno delle ultime linee guida ESPEN. L’obiettivo primario di questo studio è stato verificare la presenza di risposta clinica in pazienti adulti con MC da lieve a moderata, con miglioramento dei marker di flogosi e, come obiettivi secondari, valutare compliance alla dieta e gli effetti del trattamento sullo stato nutrizionale e sulla qualità di vita. Materiali e metodi: è stato condotto uno studio di coorte prospettico tra gennaio e settembre 2023, che ha coinvolto pazienti adulti con MC con necessità di escalation di terapia, seguiti per una durata totale di 12 settimane. Nelle prime 6 settimane, i pazienti hanno ricevuto la CDED più un 50% del fabbisogno calorico totale giornaliero da PEN; dalla settimana 7 alla 12, la CDED con un 25% del fabbisogno calorico totale giornaliero dalla PEN. Al termine della dodicesima settimana è stato consegnato lo schema di mantenimento. Ad ogni controllo sono stati monitorati marker biochimici e fecali di flogosi. La valutazione antropometrica è stata eseguita a tutti i controlli, al baseline e alla dodicesima settimana è stata valutata la composizione corporea attraverso la bioimpedenziometria. È stata inoltre valutata la qualità di vita attraverso il questionario SF-12. Risultati: lo studio ha incluso un totale di 11 pazienti, con età mediana di 45 anni. È stata rilevata una riduzione dei valori mediani di calprotectina fecale da 490 mcg/g a 201 mcg/g nell’arco delle 12 settimane di trattamento, mentre non sono state registrate variazioni significative nei livelli di PCR e VES. La compliance è stata elevata (>75%) e, nei casi di intolleranza al trattamento, questa si è manifestata nelle prime 6 settimane. Non sono stati registrati cambiamenti dello stato nutrizionale a livello biochimico e il peso mediano del campione è rimasto stabile, seppur registrando una riduzione dei valori minimi. Relativamente alla composizione corporea, è stata riscontrato un aumento della massa magra ed una riduzione della massa grassa. La qualità di vita percepita è progressivamente migliorata. Conclusione: nonostante la bassa numerosità campionaria, la terapia con CDED + PEN si è dimostrata efficace nel miglioramento delle condizioni cliniche. Dato l’elevato livello di compliance riscontrato, può essere considerata come opzione terapeutica anche per pazienti adulti e come modo efficace per la gestione di questi pazienti senza la necessità di ricorrere alla terapia farmacologica.File | Dimensione | Formato | |
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