INTRODUZIONE E OBIETTIVI DEL LAVORO: l'emotrasfusione è un atto sanitario e quindi non più solo di pertinenza medica, ma nel suo insieme riguarda certamente anche la professione infermieristica, sostenuta da recenti dettami legislativi. L'obiettivo di questo lavoro è quindi quello di identificare il ruolo dell'infermiere nella gestione dell'emotrasfusione descrivendone le competenze, le responsabilità e le ricadute giuridiche in caso di errore, valutare le competenze percepite effettive e analizzare le differenze tra il contesto osservato e l'atteso descritto in letteratura. MATERIALE E METODI: la prima parte del lavoro è basata sulla revisione della letteratura in materia, di leggi e protocolli aziendali riguardanti la trasfusione di sangue e lo svolgimento delle attività ad essa correlate; la seconda parte invece è legata alla raccolta di dati relativi all'argomento attraverso la metodica del focus group, ovvero un'intervista guidata applicata ad un gruppo di infermieri operanti nelle strutture con maggiore frequenza di utilizzo della pratica trasfusionale. Il primo capitolo definisce il concetto di trasfusione ed inoltre è dedicato alla revisione della legislazione in materia. Il secondo capitolo descrive l'assistenza infermieristica legata ai diversi passaggi del processo di trasfusione. Il terzo capitolo definisce le responsabilità della figura dell'infermiere nel danno da emotrasfusione analizzando il tema della responsabilità professionale, in particolare l'aspetto giuridico, penale, civile, disciplinare e deontologico. Il quarto capitolo espone l'approccio delle aziende e degli operatori sanitari riguardo il verificarsi di eventi avversi tramite il governo clinico, l'incident reporting e gli strumenti di regolamentazione dell'assistenza sanitaria (linee guida, protocolli e procedure). Il quinto capitolo invece si concentra sulla registrazione dei dati ricavati dall'indagine svolta per mezzo di un focus group precedentemente descritta. CONCLUSIONI: l'errore trasfusionale è spesso legato al fattore umano correlato all'operato del professionista, eventualità che può essere aggravata dalla sua mancata adesione ai protocolli aziendali. La responsabilità legata alla propria condizione professionale indirizza l'infermiere ad operare per il bene del paziente tramite la collaborazione all'interno dell'equipe multidisciplinare che la pratica trasfusionale, come atto sanitario, richiede. Gli aspetti critici evidenziati rispetto alla quotidianità lavorativa all'interno di un reparto ospedaliero sono legati alla carenza di personale infermieristico che non permette la giusta calma e serenità nell'eseguire e verificare la correttezza di tutti i passaggi descritti dai protocolli ospedalieri, il tutto aggravato da eventuali omonimie e una bassa durata di degenza ospedaliera che determina un rapido passaggio di più pazienti in un tempo limitato. Questi fattori portano spesso alla mancanza di un doppio controllo nell'identificazione della persona assistita, passaggio fondamentale nella prevenzione riguardo l'insorgenza di errori trasfusionali operatore-correlati. La stesura dei protocolli aziendali viene invece vista come un miglioramento che, tramite un percorso sistematizzato che non lascia dubbi al professionista, rende più funzionale ed accessibile il processo trasfusionale.
La gestione dell'emotrasfusione e la responsabilità dell'infermiere
CERULLI, MARCO
2012/2013
Abstract
INTRODUZIONE E OBIETTIVI DEL LAVORO: l'emotrasfusione è un atto sanitario e quindi non più solo di pertinenza medica, ma nel suo insieme riguarda certamente anche la professione infermieristica, sostenuta da recenti dettami legislativi. L'obiettivo di questo lavoro è quindi quello di identificare il ruolo dell'infermiere nella gestione dell'emotrasfusione descrivendone le competenze, le responsabilità e le ricadute giuridiche in caso di errore, valutare le competenze percepite effettive e analizzare le differenze tra il contesto osservato e l'atteso descritto in letteratura. MATERIALE E METODI: la prima parte del lavoro è basata sulla revisione della letteratura in materia, di leggi e protocolli aziendali riguardanti la trasfusione di sangue e lo svolgimento delle attività ad essa correlate; la seconda parte invece è legata alla raccolta di dati relativi all'argomento attraverso la metodica del focus group, ovvero un'intervista guidata applicata ad un gruppo di infermieri operanti nelle strutture con maggiore frequenza di utilizzo della pratica trasfusionale. Il primo capitolo definisce il concetto di trasfusione ed inoltre è dedicato alla revisione della legislazione in materia. Il secondo capitolo descrive l'assistenza infermieristica legata ai diversi passaggi del processo di trasfusione. Il terzo capitolo definisce le responsabilità della figura dell'infermiere nel danno da emotrasfusione analizzando il tema della responsabilità professionale, in particolare l'aspetto giuridico, penale, civile, disciplinare e deontologico. Il quarto capitolo espone l'approccio delle aziende e degli operatori sanitari riguardo il verificarsi di eventi avversi tramite il governo clinico, l'incident reporting e gli strumenti di regolamentazione dell'assistenza sanitaria (linee guida, protocolli e procedure). Il quinto capitolo invece si concentra sulla registrazione dei dati ricavati dall'indagine svolta per mezzo di un focus group precedentemente descritta. CONCLUSIONI: l'errore trasfusionale è spesso legato al fattore umano correlato all'operato del professionista, eventualità che può essere aggravata dalla sua mancata adesione ai protocolli aziendali. La responsabilità legata alla propria condizione professionale indirizza l'infermiere ad operare per il bene del paziente tramite la collaborazione all'interno dell'equipe multidisciplinare che la pratica trasfusionale, come atto sanitario, richiede. Gli aspetti critici evidenziati rispetto alla quotidianità lavorativa all'interno di un reparto ospedaliero sono legati alla carenza di personale infermieristico che non permette la giusta calma e serenità nell'eseguire e verificare la correttezza di tutti i passaggi descritti dai protocolli ospedalieri, il tutto aggravato da eventuali omonimie e una bassa durata di degenza ospedaliera che determina un rapido passaggio di più pazienti in un tempo limitato. Questi fattori portano spesso alla mancanza di un doppio controllo nell'identificazione della persona assistita, passaggio fondamentale nella prevenzione riguardo l'insorgenza di errori trasfusionali operatore-correlati. La stesura dei protocolli aziendali viene invece vista come un miglioramento che, tramite un percorso sistematizzato che non lascia dubbi al professionista, rende più funzionale ed accessibile il processo trasfusionale.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14240/56263