Introduzione. Il disturbo comportamentale è quello che maggiormente impatta sulla qualità di vita della persona affetta da demenza, poiché interferisce con le normali attività di vita quotidiana e grava sul carico assistenziale del caregiver che, non riuscendo più a gestire il famigliare a casa, è costretto ad istituzionalizzarlo. L'infermiere che opera in un Nucleo Alzheimer, a stretto contatto con la persona demente, sperimenta come la gestione dell' ambiente e le strategie relazionali siano efficaci nel gestire il sintomo comportamentale che la malattia comporta. Obiettivi. Lo scopo della ricerca è duplice: il primo obiettivo è presentare il tema della demenza e descrivere i disturbi comportamentali più frequenti nei pazienti affetti dalla malattia. Il secondo obiettivo è estrapolare dati concreti sui disturbi comportamentali degli ospiti ricoverati presso il Nucleo Alzheimer Temporaneo (NAT) di Cuneo, e sull'efficacia delle relative strategie assistenziali messe in atto dagli operatori sanitari. Indagare come attraverso tali strategie sia possibile gestire il disturbo comportamentale, dimostrandone la riduzione di frequenza e gravità durante il periodo di degenza. Materiali e metodi. A partire dalla ricerca bibliografica su banche dati scientificamente validate (CINAHL, PUBMED), è stata costituita una griglia predefinita per la raccolta di dati statistici circa tutti gli ospiti ricoverati presso il NAT dall'Aprile 2009, anno in cui il Nucleo è stato aperto. L'indagine è stata condotta su di un campione di 68 pazienti, dei quali si è raccolto i dati circa l'anamnesi socio-famigliare e clinico-patologica direttamente dalle cartelle cliniche presenti in archivio presso la Struttura. Per l'analisi dei disturbi comportamentali si ci è serviti della scala UCLA Neuropsychiatric Inventory (NPI)(Cummings et al, 1994). Analisi e risultati. I risultati dell'indagine condotta dimostrano, in modo statisticamente significativo, come durante il periodo di degenza presso il NAT i disturbi del comportamento degli utenti vadano migliorando in termini di gravità e frequenza. Il test t di Student mostra un valore di p  0,001. La differenza media calcolata tra il punteggio NPI all'ingresso e quello ottenuto alla dimissione, che riflette il miglioramento clinico della sintomatologia comportamentale, è pari a 19,4 punti. Conclusioni. Dai risultati dell'indagine è emerso come, grazie agli interventi protesici multidimensionali ed alle strategie assistenziali messe in atto presso il NAT, sia possibile gestire al meglio i disturbi comportamentali degli ospiti che ne avevano precedentemente determinato l'istituzionalizzazione. L'indagine prova, in modo statisticamente significativo, che durante il periodo di degenza presso il Nucleo Alzheimer Temporaneo i disturbi del comportamento degli utenti vanno migliorando in termini di gravità e frequenza, ridimensionandosi alla dimissione rispetto al momento dell'ingresso. Viene così confermata la mission della struttura che è quella di garantire il miglior benessere e la miglior qualità di vita possibili agli ospiti inseriti, promuovendo il mantenimento e la riabilitazione delle funzioni residue, la socializzazione, l'integrazione e l'inclusione sociale. Parole chiave. Dementia; Alzheimer; behavioral disorders; behavioral symptoms; environmental strategies.

I disturbi comportamentali della persona affetta da demenza; l'esperienza di un Nucleo Alzheimer Temporaneo.

FERRERO, ILARIA
2012/2013

Abstract

Introduzione. Il disturbo comportamentale è quello che maggiormente impatta sulla qualità di vita della persona affetta da demenza, poiché interferisce con le normali attività di vita quotidiana e grava sul carico assistenziale del caregiver che, non riuscendo più a gestire il famigliare a casa, è costretto ad istituzionalizzarlo. L'infermiere che opera in un Nucleo Alzheimer, a stretto contatto con la persona demente, sperimenta come la gestione dell' ambiente e le strategie relazionali siano efficaci nel gestire il sintomo comportamentale che la malattia comporta. Obiettivi. Lo scopo della ricerca è duplice: il primo obiettivo è presentare il tema della demenza e descrivere i disturbi comportamentali più frequenti nei pazienti affetti dalla malattia. Il secondo obiettivo è estrapolare dati concreti sui disturbi comportamentali degli ospiti ricoverati presso il Nucleo Alzheimer Temporaneo (NAT) di Cuneo, e sull'efficacia delle relative strategie assistenziali messe in atto dagli operatori sanitari. Indagare come attraverso tali strategie sia possibile gestire il disturbo comportamentale, dimostrandone la riduzione di frequenza e gravità durante il periodo di degenza. Materiali e metodi. A partire dalla ricerca bibliografica su banche dati scientificamente validate (CINAHL, PUBMED), è stata costituita una griglia predefinita per la raccolta di dati statistici circa tutti gli ospiti ricoverati presso il NAT dall'Aprile 2009, anno in cui il Nucleo è stato aperto. L'indagine è stata condotta su di un campione di 68 pazienti, dei quali si è raccolto i dati circa l'anamnesi socio-famigliare e clinico-patologica direttamente dalle cartelle cliniche presenti in archivio presso la Struttura. Per l'analisi dei disturbi comportamentali si ci è serviti della scala UCLA Neuropsychiatric Inventory (NPI)(Cummings et al, 1994). Analisi e risultati. I risultati dell'indagine condotta dimostrano, in modo statisticamente significativo, come durante il periodo di degenza presso il NAT i disturbi del comportamento degli utenti vadano migliorando in termini di gravità e frequenza. Il test t di Student mostra un valore di p  0,001. La differenza media calcolata tra il punteggio NPI all'ingresso e quello ottenuto alla dimissione, che riflette il miglioramento clinico della sintomatologia comportamentale, è pari a 19,4 punti. Conclusioni. Dai risultati dell'indagine è emerso come, grazie agli interventi protesici multidimensionali ed alle strategie assistenziali messe in atto presso il NAT, sia possibile gestire al meglio i disturbi comportamentali degli ospiti che ne avevano precedentemente determinato l'istituzionalizzazione. L'indagine prova, in modo statisticamente significativo, che durante il periodo di degenza presso il Nucleo Alzheimer Temporaneo i disturbi del comportamento degli utenti vanno migliorando in termini di gravità e frequenza, ridimensionandosi alla dimissione rispetto al momento dell'ingresso. Viene così confermata la mission della struttura che è quella di garantire il miglior benessere e la miglior qualità di vita possibili agli ospiti inseriti, promuovendo il mantenimento e la riabilitazione delle funzioni residue, la socializzazione, l'integrazione e l'inclusione sociale. Parole chiave. Dementia; Alzheimer; behavioral disorders; behavioral symptoms; environmental strategies.
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