Nel corso della nostra trattazione analizzeremo il rapporto di Aldous Huxley con l'India, in particolare con il pensiero tradizionale indiano e con gli insegnamenti della religione e della filosofia hinduiste, in modo da riconoscere l'influenza che questi esercitarono sulla sua opera letteraria. Questo rapporto può essere esaminato secondo innumerevoli punti di vista: dal contatto diretto che Huxley ebbe con l'India durante i suoi viaggi in Oriente, descritti nella sua opera Jesting Pilate (1926), al suo disprezzo per quelli che considerava gli eccessi della religione e della spiritualità indiane, dalla sua ammirazione per alcuni dotti pensatori indiani, come J. Krishnamurti, alla sua personale rilettura delle scritture hinduiste e buddhiste, dal profondo impatto che ebbe la filosofia orientale sulla sua formulazione della cosiddetta filosofia perenne all'individuazione di Prabhavananda, un monaco dell'Ordine Ramakrishna, come suo guru, che più tardi prese le distanze dallo scrittore a causa del suo uso di droghe allucinogene. Entrare in contatto con la cultura indiana consentì a Huxley, nato in Occidente, di avere i mezzi per poter riconciliare la dimensione materiale con quella spirituale; e a questa missione di riconciliazione Huxley dedicò il resto della sua esistenza, avendo inteso che un pensiero esclusivamente razionale precludeva la strada per il raggiungimento di una verità totale. Riconoscendo tutte le difficoltà che comportava la ricerca di una via autentica per il raggiungimento della verità, Huxley non risparmiò d'inserire nei suoi resoconti anche i rappresentanti di una spiritualità falsa e deviata, guru imperfetti e incapaci di condurre i loro seguaci a una vera illuminazione. Un altro punto di interesse che Huxley derivò dalla sua esperienza in India fu quello per le condizioni di vita di questo Paese: egli rimase impressionato soprattutto dalla povertà e dalla miseria in cui versavano molti Indiani all'epoca dei suoi viaggi. La questione sociale e quella ambientale, la guerra, le relazioni internazionali e altri argomenti simili non furono mai messi da Huxley in secondo piano rispetto al crescente interesse che gli suscitavano la spiritualità e la religione. Egli accolse il pensiero indiano secondo cui la vera spiritualità di un uomo veniva messa alla prova non sulla solitaria cima di un monte, ma nel caos di un mercato cittadino, e proprio per questo nell'ultima parte della sua vita si dedicò più alla questione sociale che non, come si potrebbe forse pensare, alla ricerca interiore e spirituale. Ciò che Aldous Huxley si augurava era di poter dire un giorno che non solo l'Occidente si era arricchito del pensiero indiano grazie al suo lavoro, ma anche che la tradizione millenaria dell'India aveva interagito con la sua opera traendone un qualche beneficio. Se un'interazione del genere sia avvenuta o meno, lo lasceremo giudicare ad altri. Tuttavia non escludiamo la possibilità che tramite uno studio accurato e comparativo dell'opera di Huxley e della filosofia indiana, si possa imparare un po' di più di entrambe.
Aldous Huxley e l'India: un rapporto di reciproco scambio
BALMATIVOLA, MARCO
2011/2012
Abstract
Nel corso della nostra trattazione analizzeremo il rapporto di Aldous Huxley con l'India, in particolare con il pensiero tradizionale indiano e con gli insegnamenti della religione e della filosofia hinduiste, in modo da riconoscere l'influenza che questi esercitarono sulla sua opera letteraria. Questo rapporto può essere esaminato secondo innumerevoli punti di vista: dal contatto diretto che Huxley ebbe con l'India durante i suoi viaggi in Oriente, descritti nella sua opera Jesting Pilate (1926), al suo disprezzo per quelli che considerava gli eccessi della religione e della spiritualità indiane, dalla sua ammirazione per alcuni dotti pensatori indiani, come J. Krishnamurti, alla sua personale rilettura delle scritture hinduiste e buddhiste, dal profondo impatto che ebbe la filosofia orientale sulla sua formulazione della cosiddetta filosofia perenne all'individuazione di Prabhavananda, un monaco dell'Ordine Ramakrishna, come suo guru, che più tardi prese le distanze dallo scrittore a causa del suo uso di droghe allucinogene. Entrare in contatto con la cultura indiana consentì a Huxley, nato in Occidente, di avere i mezzi per poter riconciliare la dimensione materiale con quella spirituale; e a questa missione di riconciliazione Huxley dedicò il resto della sua esistenza, avendo inteso che un pensiero esclusivamente razionale precludeva la strada per il raggiungimento di una verità totale. Riconoscendo tutte le difficoltà che comportava la ricerca di una via autentica per il raggiungimento della verità, Huxley non risparmiò d'inserire nei suoi resoconti anche i rappresentanti di una spiritualità falsa e deviata, guru imperfetti e incapaci di condurre i loro seguaci a una vera illuminazione. Un altro punto di interesse che Huxley derivò dalla sua esperienza in India fu quello per le condizioni di vita di questo Paese: egli rimase impressionato soprattutto dalla povertà e dalla miseria in cui versavano molti Indiani all'epoca dei suoi viaggi. La questione sociale e quella ambientale, la guerra, le relazioni internazionali e altri argomenti simili non furono mai messi da Huxley in secondo piano rispetto al crescente interesse che gli suscitavano la spiritualità e la religione. Egli accolse il pensiero indiano secondo cui la vera spiritualità di un uomo veniva messa alla prova non sulla solitaria cima di un monte, ma nel caos di un mercato cittadino, e proprio per questo nell'ultima parte della sua vita si dedicò più alla questione sociale che non, come si potrebbe forse pensare, alla ricerca interiore e spirituale. Ciò che Aldous Huxley si augurava era di poter dire un giorno che non solo l'Occidente si era arricchito del pensiero indiano grazie al suo lavoro, ma anche che la tradizione millenaria dell'India aveva interagito con la sua opera traendone un qualche beneficio. Se un'interazione del genere sia avvenuta o meno, lo lasceremo giudicare ad altri. Tuttavia non escludiamo la possibilità che tramite uno studio accurato e comparativo dell'opera di Huxley e della filosofia indiana, si possa imparare un po' di più di entrambe.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14240/56217