Negli ultimi anni, nuove droghe psicoattive, conosciute anche come smart drugs, legal highs e herbal highs, stanno vivendo un periodo di forte espansione. In particolare dal 2004, sono emerse sul mercato nuove droghe ricreative, come alternativa legale alla marijuana: si tratta dei prodotti ¿Spice¿ o ¿simil-Spice¿, miscele di erbe pubblicizzate e vendute principalmente su Internet e negli smart shop sottoforma di incensi o profumatori ambientali, che se volutamente inalate, sono in grado di provocare effetti simili e più potenti rispetto a quelli dei cannabinoidi attivi della Cannabis (THC). Ad oggi, la composizione delle ¿Spice¿ è ancora poco chiara dal punto di vista qualitativo e quantitativo: lo scopo principale di questo lavoro è, dunque, quello di approfondire la conoscenza delle sostanze caratterizzanti tali droghe e individuare i fattori che le hanno rese così popolari tra i giovani e non ancora del tutto illegali. Le ¿Spice¿ sono composte principalmente da piante scelte per le loro presunte proprietà psicoattive, in quanto tradizionalmente usate nella cultura popolare di alcuni gruppi etnici sud americani e asiatici. La maggior parte di queste piante non è soggetta a restrizioni legislative e le relative informazioni in letteratura scientifica sono scarse. Tali miscele di erbe sono intenzionalmente alterate con cannabinoidi di sintesi: questi composti, sviluppati per sfruttare le proprietà terapeutiche del THC, sono dei potenti agonisti dei recettori cannabinoidi CB1 e CB2. La pericolosità dell'assunzione impropria dei cannabinoidi sintetici risiede nella limitata conoscenza dei loro profili farmacocinetici, farmacodinamici e tossicologici. Il successo e la larga diffusione delle ¿Spice¿ sono principalmente motivati dalla promessa di effetti simili/superiori a quelli provocati dalla Cannabis, dalla facilità con cui tale droga si può reperire (senza nessuna restrizione d'età) e dalla consapevolezza di evitare la perseguibilità penale per uso e possesso.

Nuove frontiere per le droghe "legali" da abuso: "Spice" un mix di piante e cannabinoidi di sintesi

SACCO, ELENA
2011/2012

Abstract

Negli ultimi anni, nuove droghe psicoattive, conosciute anche come smart drugs, legal highs e herbal highs, stanno vivendo un periodo di forte espansione. In particolare dal 2004, sono emerse sul mercato nuove droghe ricreative, come alternativa legale alla marijuana: si tratta dei prodotti ¿Spice¿ o ¿simil-Spice¿, miscele di erbe pubblicizzate e vendute principalmente su Internet e negli smart shop sottoforma di incensi o profumatori ambientali, che se volutamente inalate, sono in grado di provocare effetti simili e più potenti rispetto a quelli dei cannabinoidi attivi della Cannabis (THC). Ad oggi, la composizione delle ¿Spice¿ è ancora poco chiara dal punto di vista qualitativo e quantitativo: lo scopo principale di questo lavoro è, dunque, quello di approfondire la conoscenza delle sostanze caratterizzanti tali droghe e individuare i fattori che le hanno rese così popolari tra i giovani e non ancora del tutto illegali. Le ¿Spice¿ sono composte principalmente da piante scelte per le loro presunte proprietà psicoattive, in quanto tradizionalmente usate nella cultura popolare di alcuni gruppi etnici sud americani e asiatici. La maggior parte di queste piante non è soggetta a restrizioni legislative e le relative informazioni in letteratura scientifica sono scarse. Tali miscele di erbe sono intenzionalmente alterate con cannabinoidi di sintesi: questi composti, sviluppati per sfruttare le proprietà terapeutiche del THC, sono dei potenti agonisti dei recettori cannabinoidi CB1 e CB2. La pericolosità dell'assunzione impropria dei cannabinoidi sintetici risiede nella limitata conoscenza dei loro profili farmacocinetici, farmacodinamici e tossicologici. Il successo e la larga diffusione delle ¿Spice¿ sono principalmente motivati dalla promessa di effetti simili/superiori a quelli provocati dalla Cannabis, dalla facilità con cui tale droga si può reperire (senza nessuna restrizione d'età) e dalla consapevolezza di evitare la perseguibilità penale per uso e possesso.
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