Il lavoro nasce da un moto di curiosità che spinge ad interrogarsi sulla natura di alcuni testi egiziani del principio del II millennio avanti Cristo. Tale interrogativo è scaturito soprattutto dall'osservazione dell'esplosione di una letteratura già estremamente matura e consapevole la cui attuale conoscenza sconvolge le precedenti convinzioni sulla nascita dell'eloquenza e del gusto della bella parola (e poi delle belle lettere) gravitante intorno ai poemi omerici, anticipandone la genesi di almeno due millenni. Si osserva un cambiamento decisivo nella transizione tra il III ed il II millennio, quando si passa da un'epoca in cui le testimonianze letterarie non mancano, ma sono lo specchio di un ambiente che ancora teme di usare la scrittura (perché coincide con la parola e con l'azione in un mondo ancora popolato da divinità e dominato da una sapienza di tipo misterico) ad un periodo di fioritura testuale che possiamo definire laica, età in cui il mondo divino trascendente è ben distinto nei suoi campi di competenza da quello della società laica. Conseguentemente si può considerare quello del II millennio un mondo di uomini in contrasto con il mondo di dei del millennio precedente. La produzione letteraria in questione è costituita da un primo gruppo di testi conservato da manoscritti su papiro della XII-XIII dinastia da tombe di Tebe: Racconto del Naufrago, Insegnamento di Ptahhotep, Avventure di Sinuhe, Oasita Facondo, Dialogo di un disperato con la propria anima e da alcune citazioni epigrafiche che confermano l'antichità di composizioni trasmesse da copie più tarde (come l'Insegnamento di Kaires). Un altro importante nucleo è pervenuto attraverso la tradizione su papiro ascrivibile alla XVIII dinastia: Avventure di Sinuhe, Insegnamento di Ptahhotep, Insegnamento per Merikara, Insegnamento di Amenemhat I, Insegnamento di un uomo a suo figlio, Insegnamento di Kaires, Inno ad Amon del Cairo. Nel periodo ramesside (in particolare XX dinastia) molti dei testi della XII dinastia erano studiati nelle scuole per imparare la lingua antica e si ritrovano pertanto su moltissimi ostraca (Insegnamento di Ptahhotep, Avventure di Sinuhe, Insegnamento di Hardedef, Insegnamento di Amenemhat I, la Profezia di Neferti, la Satira dei mestieri o Insegnamento di Kheti, Insegnamento di un uomo a suo figlio, Insegnamento di Kaires, Inno ad Amon del Cairo, Inno al Nilo). Il presente lavoro parte da e si concentra sull'analisi dell'Insegnamento di Ptahhotep; il motivo della scelta di tale componimento, non certo nuovo agli studi egittologici, risiede nella sua antichità (principio del secondo millennio) e al contempo nella sua sorprendente maturità letteraria. Si tratta infatti del componimento sapienziale più antico tra quelli finora conosciuti e, nonostante ciò, costituisce un eccellente prodotto di consapevolezza letteraria. L'insegnamento è stato analizzato sia nella forma sia nel contenuto, nel tentativo di ottenere una organizzazione razionale delle principali tematiche che nel testo sono presentate in modo discontinuo e quanto mai lontano dalle aspettative di un lettore moderno. L'isolamento di tali contenuti è stato importante al fine di individuare i valori che costituiscono la base del genere sapienziale e non solo. Uno degli scopi principali è infatti quello di proporre un'indagine che prende in considerazione diverse opere come espressione di un insieme (motivo appunto del boom letterario), le quali sono state finora indagate separatam

L'Insegnamento di Ptahhotep, la letteratura sapienziale come modello di comportamento sociale

MIMMO, STEFANIA
2011/2012

Abstract

Il lavoro nasce da un moto di curiosità che spinge ad interrogarsi sulla natura di alcuni testi egiziani del principio del II millennio avanti Cristo. Tale interrogativo è scaturito soprattutto dall'osservazione dell'esplosione di una letteratura già estremamente matura e consapevole la cui attuale conoscenza sconvolge le precedenti convinzioni sulla nascita dell'eloquenza e del gusto della bella parola (e poi delle belle lettere) gravitante intorno ai poemi omerici, anticipandone la genesi di almeno due millenni. Si osserva un cambiamento decisivo nella transizione tra il III ed il II millennio, quando si passa da un'epoca in cui le testimonianze letterarie non mancano, ma sono lo specchio di un ambiente che ancora teme di usare la scrittura (perché coincide con la parola e con l'azione in un mondo ancora popolato da divinità e dominato da una sapienza di tipo misterico) ad un periodo di fioritura testuale che possiamo definire laica, età in cui il mondo divino trascendente è ben distinto nei suoi campi di competenza da quello della società laica. Conseguentemente si può considerare quello del II millennio un mondo di uomini in contrasto con il mondo di dei del millennio precedente. La produzione letteraria in questione è costituita da un primo gruppo di testi conservato da manoscritti su papiro della XII-XIII dinastia da tombe di Tebe: Racconto del Naufrago, Insegnamento di Ptahhotep, Avventure di Sinuhe, Oasita Facondo, Dialogo di un disperato con la propria anima e da alcune citazioni epigrafiche che confermano l'antichità di composizioni trasmesse da copie più tarde (come l'Insegnamento di Kaires). Un altro importante nucleo è pervenuto attraverso la tradizione su papiro ascrivibile alla XVIII dinastia: Avventure di Sinuhe, Insegnamento di Ptahhotep, Insegnamento per Merikara, Insegnamento di Amenemhat I, Insegnamento di un uomo a suo figlio, Insegnamento di Kaires, Inno ad Amon del Cairo. Nel periodo ramesside (in particolare XX dinastia) molti dei testi della XII dinastia erano studiati nelle scuole per imparare la lingua antica e si ritrovano pertanto su moltissimi ostraca (Insegnamento di Ptahhotep, Avventure di Sinuhe, Insegnamento di Hardedef, Insegnamento di Amenemhat I, la Profezia di Neferti, la Satira dei mestieri o Insegnamento di Kheti, Insegnamento di un uomo a suo figlio, Insegnamento di Kaires, Inno ad Amon del Cairo, Inno al Nilo). Il presente lavoro parte da e si concentra sull'analisi dell'Insegnamento di Ptahhotep; il motivo della scelta di tale componimento, non certo nuovo agli studi egittologici, risiede nella sua antichità (principio del secondo millennio) e al contempo nella sua sorprendente maturità letteraria. Si tratta infatti del componimento sapienziale più antico tra quelli finora conosciuti e, nonostante ciò, costituisce un eccellente prodotto di consapevolezza letteraria. L'insegnamento è stato analizzato sia nella forma sia nel contenuto, nel tentativo di ottenere una organizzazione razionale delle principali tematiche che nel testo sono presentate in modo discontinuo e quanto mai lontano dalle aspettative di un lettore moderno. L'isolamento di tali contenuti è stato importante al fine di individuare i valori che costituiscono la base del genere sapienziale e non solo. Uno degli scopi principali è infatti quello di proporre un'indagine che prende in considerazione diverse opere come espressione di un insieme (motivo appunto del boom letterario), le quali sono state finora indagate separatam
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