Il fulcro del presente lavoro è il neo-standard, una varietà di italiano che accetta fenomeni del parlato in passato rifiutati o sconsigliati dallo standard. L'intento è quello di analizzare alcuni dei fenomeni più significativi che caratterizzano il neo-standard per come si presenta in un corpus di italiano giornalistico. L'analisi si concentra sull'uso dei pronomi soggetto di 3ª persona, sulla sostituzione del pronome dimostrativo neutro ciò con pronomi alternativi e sull'estensione della forma dativale gli al plurale e al singolare femminile. In particolare si è quantificata l'occorrenza di questi tre fenomeni nel linguaggio giornalistico, confrontando la lingua dei giornali nazionali con quella presente sulle pagine di Lunanuova, un bisettimanale di informazione locale della valle di Susa. Il primo capitolo del presente lavoro è dedicato alla presentazione generale dell'italiano neo-standard e all'illustrazione dell'obiettivo che si intende raggiungere. Nel secondo capitolo vengono delineate le caratteristiche salienti del neo-standard, si colloca questa varietà nell'architettura dell'italiano contemporaneo proposta da Gatano Berruto e si elencano i fenomeni più significativi, privilegiando i tratti del neo-standard maggiormente indagati in corpora di italiano giornalistico. Un paragrafo è inoltre dedicato alla diffusione dell'italiano dell'uso medio in tipi diversi di testi. Nel terzo capitolo si procede all'analisi empirica, riguardante il grado di adesione del linguaggio giornalistico provinciale all'italiano neo-standard. L'analisi si concentra sull'occorrenza di tre significativi fenomeni di ristandardizzazione nella stampa locale. Il materiale emerso è confrontato con i dati sul comportamento dei giornali nazionali, raccolti da Ilaria Bonomi e con altri tipi di tesi. Il quarto capitolo tratta la conclusione e concede spazio a considerazioni finali sulla ricerca condotta.

L'italiano neo-standard e il linguaggio giornalistico. Tendenze di ristandardizzazione nella stampa nazionale e locale

RICHIERO, ARIANNA
2011/2012

Abstract

Il fulcro del presente lavoro è il neo-standard, una varietà di italiano che accetta fenomeni del parlato in passato rifiutati o sconsigliati dallo standard. L'intento è quello di analizzare alcuni dei fenomeni più significativi che caratterizzano il neo-standard per come si presenta in un corpus di italiano giornalistico. L'analisi si concentra sull'uso dei pronomi soggetto di 3ª persona, sulla sostituzione del pronome dimostrativo neutro ciò con pronomi alternativi e sull'estensione della forma dativale gli al plurale e al singolare femminile. In particolare si è quantificata l'occorrenza di questi tre fenomeni nel linguaggio giornalistico, confrontando la lingua dei giornali nazionali con quella presente sulle pagine di Lunanuova, un bisettimanale di informazione locale della valle di Susa. Il primo capitolo del presente lavoro è dedicato alla presentazione generale dell'italiano neo-standard e all'illustrazione dell'obiettivo che si intende raggiungere. Nel secondo capitolo vengono delineate le caratteristiche salienti del neo-standard, si colloca questa varietà nell'architettura dell'italiano contemporaneo proposta da Gatano Berruto e si elencano i fenomeni più significativi, privilegiando i tratti del neo-standard maggiormente indagati in corpora di italiano giornalistico. Un paragrafo è inoltre dedicato alla diffusione dell'italiano dell'uso medio in tipi diversi di testi. Nel terzo capitolo si procede all'analisi empirica, riguardante il grado di adesione del linguaggio giornalistico provinciale all'italiano neo-standard. L'analisi si concentra sull'occorrenza di tre significativi fenomeni di ristandardizzazione nella stampa locale. Il materiale emerso è confrontato con i dati sul comportamento dei giornali nazionali, raccolti da Ilaria Bonomi e con altri tipi di tesi. Il quarto capitolo tratta la conclusione e concede spazio a considerazioni finali sulla ricerca condotta.
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