Introduzione: A partire dal 2009 è emersa in letteratura una possibile correlazione tra rischio di cancro nei pazienti diabetici e uso di insulina. In particolare, gli studi condotti hanno evidenziato un rischio aumentato per gli utilizzatori di insulina glargine, un analogo dell'insulina a lenta durata d'azione, immessa in commercio in Italia nel 2003. I risultati di questi primi studi, non conclusivi, hanno acceso i riflettori sull'insulina glargine che ancora oggi è oggetto di studi. Scopo della Tesi: Analizzare come il dibattito sul rischio di cancro da insulina glargine è iniziato e continua ad evolvere. Metodi: Sono stati presi in considerazione gli articoli pubblicati dal 2009 al maggio 2012, dando particolare rilievo a quelli pubblicati sulla rivista Diabetologia, rivista ufficiale della European Association for the Study of Diabetes. Discussione dei risultati: Nel 2009, cinque studi condotti, sia in Germania (1), in cui era stata dimostrata una dose-dipendenza tra l'uso di insulina glargine e l'insorgenza di neoplasie, che in Regno Unito (2), Svezia (3), Scozia (4), Danimarca (5), in cui non è stata trovata alcuna associazione specifica di aumento dell'incidenza di cancro con l'uso di insulina glargine rispetto all'uso di altre insuline, hanno dato avvio al dibattito: il rischio di neoplasia con insulina è maggiore nel caso della glargine? Il recente studio pubblicato su Diabetologia e condotto in Francia (6) conferma i dati precedenti: l'insulina glargine non incrementa il rischio di cancro nei pazienti con diabete di tipo 2. Conclusioni: Nell'insieme gli studi non dimostrano un'associazione tra insulina glargine e incidenza di tumori maligni a breve termine. In effetti se esiste un rischio più alto di sviluppare il cancro in pazienti trattati con insulina glargine, può essere definito dalla presenza di sottopopolazioni che si collocano ad un rischio più alto rispetto ad altre a causa di fattori genetici. I risultati sono comunque di difficile interpretazione per la presenza di numerosi fattori confondenti e per il numero esiguo di casi registrati in alcune serie e soprattutto per il breve tempo tra l'inizio dell'esposizione e l'insorgenza di cancro, tempo ritenuto non idoneo a dimostrare una relazione causale tra l'esposizione all'insulina glargine e l'insorgenza neoplastica. Quindi è verosimile ed auspicabile che gli studi sull'insulina glargine continuino nel tempo fino ad arrivare ad una conclusione univoca e definitiva a riguardo.
ESISTE UN RISCHIO DI NEOPLASIA CON LE INSULINE: IL CASO GLARGINE CONTINUA
FABBRI, ELEONORA
2011/2012
Abstract
Introduzione: A partire dal 2009 è emersa in letteratura una possibile correlazione tra rischio di cancro nei pazienti diabetici e uso di insulina. In particolare, gli studi condotti hanno evidenziato un rischio aumentato per gli utilizzatori di insulina glargine, un analogo dell'insulina a lenta durata d'azione, immessa in commercio in Italia nel 2003. I risultati di questi primi studi, non conclusivi, hanno acceso i riflettori sull'insulina glargine che ancora oggi è oggetto di studi. Scopo della Tesi: Analizzare come il dibattito sul rischio di cancro da insulina glargine è iniziato e continua ad evolvere. Metodi: Sono stati presi in considerazione gli articoli pubblicati dal 2009 al maggio 2012, dando particolare rilievo a quelli pubblicati sulla rivista Diabetologia, rivista ufficiale della European Association for the Study of Diabetes. Discussione dei risultati: Nel 2009, cinque studi condotti, sia in Germania (1), in cui era stata dimostrata una dose-dipendenza tra l'uso di insulina glargine e l'insorgenza di neoplasie, che in Regno Unito (2), Svezia (3), Scozia (4), Danimarca (5), in cui non è stata trovata alcuna associazione specifica di aumento dell'incidenza di cancro con l'uso di insulina glargine rispetto all'uso di altre insuline, hanno dato avvio al dibattito: il rischio di neoplasia con insulina è maggiore nel caso della glargine? Il recente studio pubblicato su Diabetologia e condotto in Francia (6) conferma i dati precedenti: l'insulina glargine non incrementa il rischio di cancro nei pazienti con diabete di tipo 2. Conclusioni: Nell'insieme gli studi non dimostrano un'associazione tra insulina glargine e incidenza di tumori maligni a breve termine. In effetti se esiste un rischio più alto di sviluppare il cancro in pazienti trattati con insulina glargine, può essere definito dalla presenza di sottopopolazioni che si collocano ad un rischio più alto rispetto ad altre a causa di fattori genetici. I risultati sono comunque di difficile interpretazione per la presenza di numerosi fattori confondenti e per il numero esiguo di casi registrati in alcune serie e soprattutto per il breve tempo tra l'inizio dell'esposizione e l'insorgenza di cancro, tempo ritenuto non idoneo a dimostrare una relazione causale tra l'esposizione all'insulina glargine e l'insorgenza neoplastica. Quindi è verosimile ed auspicabile che gli studi sull'insulina glargine continuino nel tempo fino ad arrivare ad una conclusione univoca e definitiva a riguardo.File | Dimensione | Formato | |
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