Il presente lavoro si propone di indagare le caratteristiche del ruolo e le dinamiche d'interazione dell'educatore che opera all'interno di comunità educative di seconda accoglienza per minori adolescenti. Attraverso l'analisi del funzionamento, dell'organizzazione e delle finalità alla base delle comunità educative si cerca di delineare una più ampia prospettiva sulle principali modalità d'azione dell'operato dell'educatore nella gestione di i minori stranieri non accompagnati e i minori in misura di messa alla prova. La prima parte del lavoro indaga le motivazioni alla base della nascita delle comunità educative di tipo familiare, il contesto in cui si originano e, quindi, l'excursus politico e sociale dal quale prendono vita e quello di funzionamento, nonché gli obiettivi e le caratteristiche dell'utenza. Le interazioni che inevitabilmente si vengono a creare, nella quotidiana convivenza, comportano certamente una serie di rischi, di difficoltà, di complessità che non sempre sono di semplice gestione per gli educatori; tuttavia, è precisamente all'interno di questa cornice, che il professionista competente è in grado di trasformare il rischio in opportunità, la complessità in ricchezza, la difficoltà in sfida. Proprio il tema delle competenze è ulteriore oggetto di analisi, nel tentativo di inquadrare, da un punto di vista oggettivo e organico, quella che non sempre riesce a configurarsi come una coerente ¿cassetta degli attrezzi¿ dell'educatore. Sarà indagata quindi l'interazione tra dimensione soggettiva ed intersoggettiva nella professionalità dell'educatore, il significato del suo ruolo, il ¿peso¿ e le ricadute delle sue scelte per il futuro dei minori che gli sono affidati, nella consapevolezza che ogni gesto, ogni intervento, ogni decisione presa, in quanto connotati pedagogicamente, non sono mai neutri. In quest'ottica e nella convinzione che l'educatore non possa che operare all'interno di un gruppo di lavoro, si amplia il punto d'osservazione, cercando di comprendere anche il valore aggiunto del lavoro d'équipe, nella sua capacità generativa derivante dal fatto di costituire un vero e proprio catalizzatore degli sforzi individuali L'ultima parte del lavoro raccoglie l'esperienza e i risultati derivanti da una ricerca qualitativa effettuata nell'ambito di una comunità educativa della provincia di Pavia, presso la quale la scrivente ha collaborato. Dall'indagine effettuata emerge come il lavoro dell'educatore non potrà mai considerarsi definitivamente perfetto, né la sua professionalità e le sue competenze pienamente raggiunti, poiché, come si è potuto rilevare, l'evoluzione è continua e multidirezionale: evolve l'ambiente in cui l'educatore agisce e il più ampio contesto politico e sociale dove egli opera e cambiano anche i soggetti con cui si interagisce. Tutto ciò si traduce, per gli educatori, nella necessità di doversi assumere rischi consistenti, in termini educativi, e di mettersi sempre in gioco, di accettare sfide sempre nuove, in termini professionali, rischi e sfide che riescono ad essere meglio gestiti laddove si attivino competenze di tipo collettivo.
La relazione educativa nelle comunità per adolescenti. Lo sguardo degli educatori tra quotidianità e lungo periodo.
VIOLA, IRENE
2012/2013
Abstract
Il presente lavoro si propone di indagare le caratteristiche del ruolo e le dinamiche d'interazione dell'educatore che opera all'interno di comunità educative di seconda accoglienza per minori adolescenti. Attraverso l'analisi del funzionamento, dell'organizzazione e delle finalità alla base delle comunità educative si cerca di delineare una più ampia prospettiva sulle principali modalità d'azione dell'operato dell'educatore nella gestione di i minori stranieri non accompagnati e i minori in misura di messa alla prova. La prima parte del lavoro indaga le motivazioni alla base della nascita delle comunità educative di tipo familiare, il contesto in cui si originano e, quindi, l'excursus politico e sociale dal quale prendono vita e quello di funzionamento, nonché gli obiettivi e le caratteristiche dell'utenza. Le interazioni che inevitabilmente si vengono a creare, nella quotidiana convivenza, comportano certamente una serie di rischi, di difficoltà, di complessità che non sempre sono di semplice gestione per gli educatori; tuttavia, è precisamente all'interno di questa cornice, che il professionista competente è in grado di trasformare il rischio in opportunità, la complessità in ricchezza, la difficoltà in sfida. Proprio il tema delle competenze è ulteriore oggetto di analisi, nel tentativo di inquadrare, da un punto di vista oggettivo e organico, quella che non sempre riesce a configurarsi come una coerente ¿cassetta degli attrezzi¿ dell'educatore. Sarà indagata quindi l'interazione tra dimensione soggettiva ed intersoggettiva nella professionalità dell'educatore, il significato del suo ruolo, il ¿peso¿ e le ricadute delle sue scelte per il futuro dei minori che gli sono affidati, nella consapevolezza che ogni gesto, ogni intervento, ogni decisione presa, in quanto connotati pedagogicamente, non sono mai neutri. In quest'ottica e nella convinzione che l'educatore non possa che operare all'interno di un gruppo di lavoro, si amplia il punto d'osservazione, cercando di comprendere anche il valore aggiunto del lavoro d'équipe, nella sua capacità generativa derivante dal fatto di costituire un vero e proprio catalizzatore degli sforzi individuali L'ultima parte del lavoro raccoglie l'esperienza e i risultati derivanti da una ricerca qualitativa effettuata nell'ambito di una comunità educativa della provincia di Pavia, presso la quale la scrivente ha collaborato. Dall'indagine effettuata emerge come il lavoro dell'educatore non potrà mai considerarsi definitivamente perfetto, né la sua professionalità e le sue competenze pienamente raggiunti, poiché, come si è potuto rilevare, l'evoluzione è continua e multidirezionale: evolve l'ambiente in cui l'educatore agisce e il più ampio contesto politico e sociale dove egli opera e cambiano anche i soggetti con cui si interagisce. Tutto ciò si traduce, per gli educatori, nella necessità di doversi assumere rischi consistenti, in termini educativi, e di mettersi sempre in gioco, di accettare sfide sempre nuove, in termini professionali, rischi e sfide che riescono ad essere meglio gestiti laddove si attivino competenze di tipo collettivo.File | Dimensione | Formato | |
---|---|---|---|
753062_tesi_viola_irene.pdf
non disponibili
Tipologia:
Altro materiale allegato
Dimensione
1.04 MB
Formato
Adobe PDF
|
1.04 MB | Adobe PDF |
I documenti in UNITESI sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.
https://hdl.handle.net/20.500.14240/56062