ABSTRACT Introduzione e obiettivo: In generale, gli eventi di violenza si verificano più frequentemente nei servizi di emergenza-urgenza e nelle strutture psichiatriche ospedaliere e territoriali. Infermieri, medici e operatori sanitari sono a rischio più alto in quanto sono a diretto contatto con i pazienti e devono gestire rapporti caratterizzati da una forte emotività sia da parte del paziente che dei familiari, che si trovano in uno stato di vulnerabilità, frustrazione o perdita di controllo. Proprio l'infermiere, come dimostrano i dati, è la figura più in pericolo, più soggetta all'aggressione, perché è colui che sta più a contatto con il paziente e che quindi necessita di adeguata formazione. L'obiettivo di questa tesi è quindi raccogliere in un unico testo direttive di comportamento per la prevenzione e la gestione del comportamento aggressivo, e indicazioni sulle patologie psichiatriche che sono a maggior rischio di svilupparlo: schizofrenia e disturbo bipolare (psicosi) e disturbi di personalità borderline e antisociale. Materiali e metodi: la tesi inizia cercando di chiarire la definizione di aggressività e le varie teorie sull'aggressività. Ho consultato tesi su argomenti simili e ricercato procedure e raccomandazioni del Ministero della Sanità per avere un quadro completo del ciclo dell'aggressione e delle indicazioni sul comportamento da tenere, oltre a riviste di pertinenza infermieristica. Per affrontare il rapporto patologia/aggressività ho fatto delle ricerche sulla banca dati Pubmed, inserendo le parole chiave ¿schizophrenia¿ ¿bipolar disorder¿ ¿personality disorder¿ combinate con l'operatore boleano AND e ¿aggression¿. Ho messo i limiti ¿free full text available¿ e ¿5 years¿, dopodichè ho fatto una ricerca manuale leggendo gli abstract degli articoli per selezionare quelli più adatti. Ho integrato il tutto con la lettura di altri libri, siti sull'argomento e del DSM IV TR. Risultati: Il rischio di violenza è aumentato dalla comorbidità con disturbi da uso di sostanze, dal tratto dell'impulsività, dall'aderenza al trattamento, dai sintomi deliranti. Clozapina è il più efficace trattamento farmacologico del comportamento aggressivo nella schizofrenia, litio e valproato per il disturbo bipolare, carbamazapina per i disturbi di personalità. I metodi non farmacologici del trattamento dell'aggressione nella schizofrenia e nel disturbo bipolare sono sempre più importanti. La terapia cognitivo-comportamentale mostra significativi benefici per le psicosi, ma deve essere modificata per i disturbi di personalità, nella terapia metacognitiva-interpersonale. L'infermiere, oltre a fornire le prestazioni tecniche, ha un ruolo fondamentale nella relazione terapeutica e nell'educazione sia del paziente che di care-givers e familiari. Analisi, discussione e conclusioni: Per ridurre le aggressioni, è opportuno un programma di prevenzione valutando i rischi nei luoghi di lavoro, formando il personale con particolare attenzione alle competenze comunicative e informando l'utenza dell'esistenza di una politica aziendale di tolleranza zero alle aggressioni. Per offrire un servizio adeguato al paziente, è essenziale il lavoro di equipe. Gli infermieri devono lavorare assieme agli altri professionisti in un'ottica e un clima positivi.

Il comportamento aggressivo nella patologia psichiatrica grave: il ruolo dell'infermiere nella gestione e nelle possibilità preventive

PALMAS, CHIARA
2012/2013

Abstract

ABSTRACT Introduzione e obiettivo: In generale, gli eventi di violenza si verificano più frequentemente nei servizi di emergenza-urgenza e nelle strutture psichiatriche ospedaliere e territoriali. Infermieri, medici e operatori sanitari sono a rischio più alto in quanto sono a diretto contatto con i pazienti e devono gestire rapporti caratterizzati da una forte emotività sia da parte del paziente che dei familiari, che si trovano in uno stato di vulnerabilità, frustrazione o perdita di controllo. Proprio l'infermiere, come dimostrano i dati, è la figura più in pericolo, più soggetta all'aggressione, perché è colui che sta più a contatto con il paziente e che quindi necessita di adeguata formazione. L'obiettivo di questa tesi è quindi raccogliere in un unico testo direttive di comportamento per la prevenzione e la gestione del comportamento aggressivo, e indicazioni sulle patologie psichiatriche che sono a maggior rischio di svilupparlo: schizofrenia e disturbo bipolare (psicosi) e disturbi di personalità borderline e antisociale. Materiali e metodi: la tesi inizia cercando di chiarire la definizione di aggressività e le varie teorie sull'aggressività. Ho consultato tesi su argomenti simili e ricercato procedure e raccomandazioni del Ministero della Sanità per avere un quadro completo del ciclo dell'aggressione e delle indicazioni sul comportamento da tenere, oltre a riviste di pertinenza infermieristica. Per affrontare il rapporto patologia/aggressività ho fatto delle ricerche sulla banca dati Pubmed, inserendo le parole chiave ¿schizophrenia¿ ¿bipolar disorder¿ ¿personality disorder¿ combinate con l'operatore boleano AND e ¿aggression¿. Ho messo i limiti ¿free full text available¿ e ¿5 years¿, dopodichè ho fatto una ricerca manuale leggendo gli abstract degli articoli per selezionare quelli più adatti. Ho integrato il tutto con la lettura di altri libri, siti sull'argomento e del DSM IV TR. Risultati: Il rischio di violenza è aumentato dalla comorbidità con disturbi da uso di sostanze, dal tratto dell'impulsività, dall'aderenza al trattamento, dai sintomi deliranti. Clozapina è il più efficace trattamento farmacologico del comportamento aggressivo nella schizofrenia, litio e valproato per il disturbo bipolare, carbamazapina per i disturbi di personalità. I metodi non farmacologici del trattamento dell'aggressione nella schizofrenia e nel disturbo bipolare sono sempre più importanti. La terapia cognitivo-comportamentale mostra significativi benefici per le psicosi, ma deve essere modificata per i disturbi di personalità, nella terapia metacognitiva-interpersonale. L'infermiere, oltre a fornire le prestazioni tecniche, ha un ruolo fondamentale nella relazione terapeutica e nell'educazione sia del paziente che di care-givers e familiari. Analisi, discussione e conclusioni: Per ridurre le aggressioni, è opportuno un programma di prevenzione valutando i rischi nei luoghi di lavoro, formando il personale con particolare attenzione alle competenze comunicative e informando l'utenza dell'esistenza di una politica aziendale di tolleranza zero alle aggressioni. Per offrire un servizio adeguato al paziente, è essenziale il lavoro di equipe. Gli infermieri devono lavorare assieme agli altri professionisti in un'ottica e un clima positivi.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14240/56040