I carcinomi della prostata (PCa) non rilevabili all’imaging mediante risonanza magnetica (MRI) sono ad oggi un quesito clinico aperto. La possibilità di rilevare questi tumori dipende da caratteristiche istopatologiche e molecolari intrinseche delle cellule neoplastiche ad oggi poco esplorate. Inoltre, la rilevabilità all’imaging di tali lesioni potrebbe anche dipendere dall’interazione con il microambiente peritumorale. L’obiettivo del presente studio è quello di caratterizzare il profilo trascrittomico di una casistica di 34 carcinomi della prostata suddivisi in 17 MRI visibili e 17 MRI invisibili, al fine di identificare la presenza di signature specifiche dei tumori invisibili. Le analisi molecolari sono state eseguite mediante tecnologia Nanostring attraverso l’nCounter® Tumor Signaling 360™ Panel, eseguendo dei confronti sulla base delle seguenti caratteristiche istologiche: Gleason score primario, pattern di crescita cribriforme/glomeruloide, cellule schiumose e dimensioni del tumore. La valutazione istopatologica non ha mostrato alcuna differenza tra i PCa MRI invisibili e i PCa MRI visibili, tuttavia l’analisi molecolare ha evidenziato nei primi l’up-regolazione di pathway e di signature geniche coinvolte sia in processi oncogenici sia nel rimodellamento del microambiente tumorale (HIPPO, PDGF ed EMT). I confronti eseguiti su sottogruppi stratificati per le caratteristiche istologiche analizzate hanno mostrato dati concordi con il confronto generale, evidenziando inoltre un incremento di espressione delle vie di MET e del TGF- nei tumori di piccole dimensioni e nei tumori con Gleason primario 3. In quest’ultimo sottogruppo è stato anche riscontrato l’aumento delle vie di VEGF e della senescenza, nonché una ridotta presenza di linfociti T e cellule citotossiche. I risultati ottenuti suggeriscono che i PCa MRI invisibili presentino delle differenze molecolari rispetto ai PCa MRI visibili, in particolare nei pathway coinvolti nel rimodellamento del microambiente, nell’immunosoppressione e nel processo di metastatizzazione. Ulteriori approfondimenti sono necessari per la caratterizzazione funzionale di tali differenze molecolari e per identificarne gli eventuali epifenomeni istopatologici.

CARATTERIZZAZIONE DEL TRASCRITTOMA E DEL MICROAMBIENTE TUMORALE MEDIANTE MULTIPLEX GENE EXPRESSION PROFILING DI CARCINOMI PROSTATICI NON VISIBILI ALL’IMAGING MEDIANTE RISONANZA MAGNETICA

MANGHERINI, LUCA
2021/2022

Abstract

I carcinomi della prostata (PCa) non rilevabili all’imaging mediante risonanza magnetica (MRI) sono ad oggi un quesito clinico aperto. La possibilità di rilevare questi tumori dipende da caratteristiche istopatologiche e molecolari intrinseche delle cellule neoplastiche ad oggi poco esplorate. Inoltre, la rilevabilità all’imaging di tali lesioni potrebbe anche dipendere dall’interazione con il microambiente peritumorale. L’obiettivo del presente studio è quello di caratterizzare il profilo trascrittomico di una casistica di 34 carcinomi della prostata suddivisi in 17 MRI visibili e 17 MRI invisibili, al fine di identificare la presenza di signature specifiche dei tumori invisibili. Le analisi molecolari sono state eseguite mediante tecnologia Nanostring attraverso l’nCounter® Tumor Signaling 360™ Panel, eseguendo dei confronti sulla base delle seguenti caratteristiche istologiche: Gleason score primario, pattern di crescita cribriforme/glomeruloide, cellule schiumose e dimensioni del tumore. La valutazione istopatologica non ha mostrato alcuna differenza tra i PCa MRI invisibili e i PCa MRI visibili, tuttavia l’analisi molecolare ha evidenziato nei primi l’up-regolazione di pathway e di signature geniche coinvolte sia in processi oncogenici sia nel rimodellamento del microambiente tumorale (HIPPO, PDGF ed EMT). I confronti eseguiti su sottogruppi stratificati per le caratteristiche istologiche analizzate hanno mostrato dati concordi con il confronto generale, evidenziando inoltre un incremento di espressione delle vie di MET e del TGF- nei tumori di piccole dimensioni e nei tumori con Gleason primario 3. In quest’ultimo sottogruppo è stato anche riscontrato l’aumento delle vie di VEGF e della senescenza, nonché una ridotta presenza di linfociti T e cellule citotossiche. I risultati ottenuti suggeriscono che i PCa MRI invisibili presentino delle differenze molecolari rispetto ai PCa MRI visibili, in particolare nei pathway coinvolti nel rimodellamento del microambiente, nell’immunosoppressione e nel processo di metastatizzazione. Ulteriori approfondimenti sono necessari per la caratterizzazione funzionale di tali differenze molecolari e per identificarne gli eventuali epifenomeni istopatologici.
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