This paper explores the genito-pelvic pain/penetration disorder (GPPPD), a diagnostic category introduced in the latest edition of the Diagnostic and Statistical Manual of Mental Disorders (DSM-5), published by the American Psychiatric Association in 2013. This diagnostic category includes a series of conditions characterized by genital and / or pelvic pain and difficulties in vaginal penetration that can be very debilitating for those who suffer from it and in the literature have been studied in a relatively scarce and uneven way. We will try to explore the complex reality that can be hidden behind a diagnostic label, trying to identify risk and vulnerability factors, pathogenetic mechanisms and common consequences of this disorder, with the awareness that each real clinical case will have different, unique and unrepeatable manifestations, roots and evolutionary trajectories. The framework chosen to approach the study of GPPPD is that of the biopsychosocial model, theorized by George Engel in 1977 and today indicated in research and clinical practice. The biopsychosocial approach has also been outlined as the gold standard in sexual medicine and clinical sexology (Berry and Berry, 2013), although its implementation in clinical practice is still at the dawn. Another reference perspective for this paper is the «stress-vulnerability-resilience continuum» model by Ingram and Price (Ingram and Price, 2010). Both models seek to overcome scientific reductionism on the one hand, and humanistic psychological holisticity on the other. In the first chapter we will analyze the genito-pelvic pain/penetration disorder in relation to the diagnostic criteria of the DSM-5 and we will try to grasp its qualitative dimension by bringing some of the APA’s specifications to the criteria and integrating them with information taken from the PDM-2, the updated edition of the first diagnostic manual based on psychodynamic clinical and theoretical models. Then, we will investigate the epidemiology of GPPPD, from an inclusive perspective from the point of view of age, gender, and different cultures. Then, we will discuss the nosographic criticalities, trying to describe and distinguish the main disorders of the genito-pelvic area that may or may not reflect the criteria of the GPPPD according to the DSM-5 (vaginismus, dyspareunia and provoked vulvodynia/vestibulodynia), and comparing the categorization of the DSM-5 with the categorization of the International Classification of Diseases of the WHO, now in its eleventh edition. In the second chapter, after a premise on the biospsychosocial model and approach and the limits of its implementation in research and clinical practice, the main biological and genetic, psychological, environmental and interpersonal factors related to the development of GPPPD conditions will be addressed. The third chapter will be dedicated to the consequences of GPPPD, trying to explore and grasp the psychological suffering of women with genito-pelvic pain/penetration disorder and the impact of GPPPD on the couple relationship and on the partner. We will also investigate the resilience factors that improve the GPPPD patient experience and are associated with more favorable prognostic outcomes. In the fourth chapter we will examine the literature on the perspectives of therapy and prevention, with a particular focus on sex education interventions. Conclusions will follow.

Questo elaborato approfondisce il disturbo del dolore genito-pelvico e della penetrazione (genito-pelvic pain/penetration disorder, GPPPD), una categoria diagnostica introdotta nell’ultima edizione del Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali (DSM-5), pubblicato dall’American Psychiatric Association nel 2013. Questa categoria diagnostica comprende una serie di condizioni caratterizzate da dolore genitale e/o pelvico e difficoltà nella penetrazione vaginale che possono essere molto invalidanti per chi ne soffre e in letteratura sono state studiate in modo relativamente esiguo e poco uniforme. Si cercherà di esplorare la complessa realtà che può celarsi dietro a un’etichetta diagnostica, provando a identificare fattori di rischio e vulnerabilità, meccanismi patogenetici e conseguenze comuni del disturbo, con la consapevolezza che ogni caso clinico reale avrà manifestazioni, radici e traiettorie evolutive diverse, uniche e irripetibili. La cornice scelta per approcciarsi allo studio del GPPPD è quella del modello biopsicosociale, teorizzato da George Engel nel 1977 e oggi indicato nella ricerca e nella pratica clinica. L’approccio biopsicosociale è stato inoltre delineato come il gold standard nella medicina sessuale e nella sessuologia clinica (Berry e Berry, 2013), benché la sua implementazione nella pratica clinica sia ancora agli albori. Un’altra prospettiva di riferimento per questo elaborato è il modello del «continuum stress-vulnerabilità-resilience» di Ingram e Price (Ingram e Price, 2010). Entrambi i modelli cercano di superare da un lato il riduzionismo scientifico, dall’altro l’olisticità psicologica di stampo umanistico. Nel primo capitolo il disturbo del dolore genito-pelvico e della penetrazione verrà analizzato in relazione ai criteri diagnostici del DSM-5 e si tenterà già di coglierne la dimensione qualitativa riportando alcune delle specificazioni dell’APA ai criteri e integrandole con informazioni tratte dal PDM-2, l’edizione aggiornata del primo manuale diagnostico fondato su modelli clinici e teorici a orientamento psicodinamico. Si indagherà poi l’epidemiologia del GPPPD, in una prospettiva inclusiva dal punto di vista dell’età, del genere, e delle differenti culture. Verranno poi discusse le criticità nosografiche, tentando di descrivere e distinguere i principali disturbi dell’area genito-pelvica che possono o meno rispecchiare i criteri del GPPPD secondo il DSM-5 (vaginismo, dispareunia e vulvodinia/vestibolodinia provocata), e confrontando la categorizzazione del DSM-5 con quella dell’International Classification of Diseases del’OMS, giunta alla sua undicesima edizione. Nel secondo capitolo, dopo una premessa sul modello e sull’approccio biospsicosociale e sui limiti della sua implementazione nella ricerca e nella pratica clinica si affronteranno i principali fattori biologici e genetici, piscologici, ambientali e interpersonali legati allo sviluppo di condizioni di GPPPD. Il terzo capitolo sarà dedicato alle conseguenze del GPPPD, cercando di esplorare e cogliere la sofferenza psicologica delle donne con disturbo del dolore genito-pelvico e della penetrazione e l’impatto del GPPPD sulla relazione di coppia e sul partner. Verranno anche indagati i fattori di resilienza che migliorano il vissuto di chi soffre di GPPPD e sono associati a esiti prognostici più favorevoli. Nel quarto capitolo si esaminerà la letteratura sulle prospettive di terapia e prevenzione, con una particolare attenzione agli interventi di educazione sessuale. Seguiranno le conclusioni.

Approfondimento biopsicosociale del disturbo del dolore genito-pelvico e della penetrazione

SILVESTRI, BEATRICE
2021/2022

Abstract

Questo elaborato approfondisce il disturbo del dolore genito-pelvico e della penetrazione (genito-pelvic pain/penetration disorder, GPPPD), una categoria diagnostica introdotta nell’ultima edizione del Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali (DSM-5), pubblicato dall’American Psychiatric Association nel 2013. Questa categoria diagnostica comprende una serie di condizioni caratterizzate da dolore genitale e/o pelvico e difficoltà nella penetrazione vaginale che possono essere molto invalidanti per chi ne soffre e in letteratura sono state studiate in modo relativamente esiguo e poco uniforme. Si cercherà di esplorare la complessa realtà che può celarsi dietro a un’etichetta diagnostica, provando a identificare fattori di rischio e vulnerabilità, meccanismi patogenetici e conseguenze comuni del disturbo, con la consapevolezza che ogni caso clinico reale avrà manifestazioni, radici e traiettorie evolutive diverse, uniche e irripetibili. La cornice scelta per approcciarsi allo studio del GPPPD è quella del modello biopsicosociale, teorizzato da George Engel nel 1977 e oggi indicato nella ricerca e nella pratica clinica. L’approccio biopsicosociale è stato inoltre delineato come il gold standard nella medicina sessuale e nella sessuologia clinica (Berry e Berry, 2013), benché la sua implementazione nella pratica clinica sia ancora agli albori. Un’altra prospettiva di riferimento per questo elaborato è il modello del «continuum stress-vulnerabilità-resilience» di Ingram e Price (Ingram e Price, 2010). Entrambi i modelli cercano di superare da un lato il riduzionismo scientifico, dall’altro l’olisticità psicologica di stampo umanistico. Nel primo capitolo il disturbo del dolore genito-pelvico e della penetrazione verrà analizzato in relazione ai criteri diagnostici del DSM-5 e si tenterà già di coglierne la dimensione qualitativa riportando alcune delle specificazioni dell’APA ai criteri e integrandole con informazioni tratte dal PDM-2, l’edizione aggiornata del primo manuale diagnostico fondato su modelli clinici e teorici a orientamento psicodinamico. Si indagherà poi l’epidemiologia del GPPPD, in una prospettiva inclusiva dal punto di vista dell’età, del genere, e delle differenti culture. Verranno poi discusse le criticità nosografiche, tentando di descrivere e distinguere i principali disturbi dell’area genito-pelvica che possono o meno rispecchiare i criteri del GPPPD secondo il DSM-5 (vaginismo, dispareunia e vulvodinia/vestibolodinia provocata), e confrontando la categorizzazione del DSM-5 con quella dell’International Classification of Diseases del’OMS, giunta alla sua undicesima edizione. Nel secondo capitolo, dopo una premessa sul modello e sull’approccio biospsicosociale e sui limiti della sua implementazione nella ricerca e nella pratica clinica si affronteranno i principali fattori biologici e genetici, piscologici, ambientali e interpersonali legati allo sviluppo di condizioni di GPPPD. Il terzo capitolo sarà dedicato alle conseguenze del GPPPD, cercando di esplorare e cogliere la sofferenza psicologica delle donne con disturbo del dolore genito-pelvico e della penetrazione e l’impatto del GPPPD sulla relazione di coppia e sul partner. Verranno anche indagati i fattori di resilienza che migliorano il vissuto di chi soffre di GPPPD e sono associati a esiti prognostici più favorevoli. Nel quarto capitolo si esaminerà la letteratura sulle prospettive di terapia e prevenzione, con una particolare attenzione agli interventi di educazione sessuale. Seguiranno le conclusioni.
ITA
This paper explores the genito-pelvic pain/penetration disorder (GPPPD), a diagnostic category introduced in the latest edition of the Diagnostic and Statistical Manual of Mental Disorders (DSM-5), published by the American Psychiatric Association in 2013. This diagnostic category includes a series of conditions characterized by genital and / or pelvic pain and difficulties in vaginal penetration that can be very debilitating for those who suffer from it and in the literature have been studied in a relatively scarce and uneven way. We will try to explore the complex reality that can be hidden behind a diagnostic label, trying to identify risk and vulnerability factors, pathogenetic mechanisms and common consequences of this disorder, with the awareness that each real clinical case will have different, unique and unrepeatable manifestations, roots and evolutionary trajectories. The framework chosen to approach the study of GPPPD is that of the biopsychosocial model, theorized by George Engel in 1977 and today indicated in research and clinical practice. The biopsychosocial approach has also been outlined as the gold standard in sexual medicine and clinical sexology (Berry and Berry, 2013), although its implementation in clinical practice is still at the dawn. Another reference perspective for this paper is the «stress-vulnerability-resilience continuum» model by Ingram and Price (Ingram and Price, 2010). Both models seek to overcome scientific reductionism on the one hand, and humanistic psychological holisticity on the other. In the first chapter we will analyze the genito-pelvic pain/penetration disorder in relation to the diagnostic criteria of the DSM-5 and we will try to grasp its qualitative dimension by bringing some of the APA’s specifications to the criteria and integrating them with information taken from the PDM-2, the updated edition of the first diagnostic manual based on psychodynamic clinical and theoretical models. Then, we will investigate the epidemiology of GPPPD, from an inclusive perspective from the point of view of age, gender, and different cultures. Then, we will discuss the nosographic criticalities, trying to describe and distinguish the main disorders of the genito-pelvic area that may or may not reflect the criteria of the GPPPD according to the DSM-5 (vaginismus, dyspareunia and provoked vulvodynia/vestibulodynia), and comparing the categorization of the DSM-5 with the categorization of the International Classification of Diseases of the WHO, now in its eleventh edition. In the second chapter, after a premise on the biospsychosocial model and approach and the limits of its implementation in research and clinical practice, the main biological and genetic, psychological, environmental and interpersonal factors related to the development of GPPPD conditions will be addressed. The third chapter will be dedicated to the consequences of GPPPD, trying to explore and grasp the psychological suffering of women with genito-pelvic pain/penetration disorder and the impact of GPPPD on the couple relationship and on the partner. We will also investigate the resilience factors that improve the GPPPD patient experience and are associated with more favorable prognostic outcomes. In the fourth chapter we will examine the literature on the perspectives of therapy and prevention, with a particular focus on sex education interventions. Conclusions will follow.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14240/55953