La morte in mare era considerata dagli antichi Greci la peggiore delle morti, dal momento che non permetteva ai defunti di essere seppelliti con tutti gli onori. Spesso, dopo un naufragio, il corpo risultava disperso e, di conseguenza, la sua tomba rimaneva vuota, accompagnata da un'inutile pietra. Questa condizione è testimoniata da fonti storiche, letterarie ed epigrafiche, ciascuna delle quali pone il problema con approcci differenti; tuttavia, tali fonti erano accomunate dalla necessità di esorcizzare l'oblio del defunto rimasto senza sepoltura, poiché per i Greci questo destino condannava la vittima a non trovare pace nell'oltretomba.

LA MORTE IN MARE E LE SUE CONSEGUENZE RELIGIOSE

VIALE, ELEONORA
2021/2022

Abstract

La morte in mare era considerata dagli antichi Greci la peggiore delle morti, dal momento che non permetteva ai defunti di essere seppelliti con tutti gli onori. Spesso, dopo un naufragio, il corpo risultava disperso e, di conseguenza, la sua tomba rimaneva vuota, accompagnata da un'inutile pietra. Questa condizione è testimoniata da fonti storiche, letterarie ed epigrafiche, ciascuna delle quali pone il problema con approcci differenti; tuttavia, tali fonti erano accomunate dalla necessità di esorcizzare l'oblio del defunto rimasto senza sepoltura, poiché per i Greci questo destino condannava la vittima a non trovare pace nell'oltretomba.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14240/55928