This dissertation aims to explain how intercomprehension and translation represent the two sides of cultural mediation. For the first time, this assumption is not only demonstrated theoretically, but also by providing practical, concrete examples taken from multilingual communications. These are communications that take place in the educational environment, but are of a semi-formal nature, as they are not carried out within the classroom, but in external contexts. Participants have, in fact, the opportunity to express themselves more freely, spontaneously and with greater autonomy, albeit under the guidance of the teacher. In order to demonstrate the importance of intercomprehension and translation in mediation, the following paper is divided into three main chapters, which are in turn divided into paragraphs and sub-paragraphs. The first chapter serves as the theoretical and bibliographical basis of this research project, as it is concerned with describing how the strong multilingualism present in Europe is a benefit for this continent. Next, some information is provided on the phenomenon of intercomprehension, in order to outline the fundamental characteristics of this recent linguistic phenomenon. Likewise, equal space is offered to the sphere of translation, with particular reference to the professional figure of the translator, a role that increasingly takes on the connotations of interpreter and mediator of reality in interactions between different languages and cultures. Finally, an attempt is made to show how the phenomenon of intercomprehension and that of translation are connected, to the point of constituting a considerable source of advantage for one another. The second chapter, on the other hand, focuses on the structural aspects that gave rise to the research project and analysis conducted in this dissertation. Firstly, the reference context concerning the UNITA project and, in particular, the intercomprehension laboratory promoted by the University of Turin is defined. Next, it is described what the data corpus of the analysis is composed of. Thirdly, the three reference frameworks that support the analysis are presented, in particular the EVALIC and REFIC frameworks help us to understand how translation is assessed in the context of multilingual interactions, while the CEFR describes the function exercised by mediation in the field of language teaching and learning. Finally, a general overview is given of the language profiles of the participants in the video recordings, which are the subject of analysis. The third and final chapter is devoted to the precise and punctual analysis of 3 video recordings of multilingual interactions that have been transcribed and will be reported in their entirety in the Appendix section. In this chapter, it was examined how and for what purposes translation was used by the participants, trying to show that translation is not only used as a compensation strategy when our interlocutor cannot understand us or when we are the ones who do not understand something. Subsequently, an attempt is made to prove that the joint use of intercomprehension and translation strategies can help a subject to increase his or her attitudes and propensity as a cultural mediator, contributing to more effective and inclusive communication. In conclusion, the results obtained from this analysis contribute to the general conclusions of this research project.

Questa dissertazione si propone di spiegare in che modo l’intercomprensione e la traduzione rappresentino le due facce della mediazione culturale. Per la prima volta, questo assunto non viene dimostrato solo in linea teorica, ma anche fornendo degli esempi pratici e concreti tratti da comunicazioni plurilingui. Si tratta di comunicazioni che hanno luogo in ambiente didattico, ma che presentano una natura semi formale, in quanto non vengono realizzate all’interno dell’aula, ma in contesti esterni. I partecipanti hanno, infatti, la possibilità di esprimersi più liberamente, spontaneamente e con maggior autonomia, seppur sotto la guida dell’insegnante. Al fine di dimostrare l’importanza dell’intercomprensione e della traduzione nell’ambito della mediazione, il seguente elaborato è suddiviso in 3 capitoli principali, ripartiti a loro volta in paragrafi e sotto paragrafi. Il primo capitolo funge da base teorica e bibliografica di questo progetto di ricerca, in quanto si occupa di descrivere quanto il forte plurilinguismo presente in Europa costituisca un beneficio per questo continente. In seguito, si provvede a fornire alcune informazioni circa il fenomeno di intercomprensione, al fine di delineare le caratteristiche fondamentali di questo recente fenomeno linguistico. Allo stesso modo, eguale spazio viene offerto all’ambito della traduzione, con particolare riferimento alla figura professionale del traduttore, ruolo che assume sempre più le connotazioni di interprete e mediatore della realtà nelle interazioni tra lingue e culture diverse. Infine, si tenta di dimostrare quanto il fenomeno di intercomprensione e quello di traduzione siano connessi, al punto da costituire una considerevole fonte di vantaggio l’uno per l’altro. Il secondo capitolo, invece, si concentra sugli aspetti strutturali che hanno dato vita al progetto di ricerca e all’analisi condotta in questa dissertazione. In primo luogo, viene definito il contesto di riferimento che riguarda l’ambito del progetto UNITA e in particolare, il laboratorio di intercomprensione promosso dall’Università di Torino. Successivamente, si descrive da cosa è composto il corpus dati dell’analisi. In terzo luogo, vengono presentati i 3 quadri di riferimento che fungono da sostegno dell’analisi, in particolare i quadri EVALIC e REFIC ci aiutano a comprendere in che modo la traduzione viene valutata nell’ambito delle interazioni plurilingui, invece il QCER descrive la funziona esercitata dalla mediazione nel campo dell’insegnamento e dell’apprendimento delle lingue. In ultimo, viene fornita una panoramica generale dei profili linguistici dei partecipanti alle videoregistrazioni, oggetto d’analisi. Il terzo e ultimo capitolo è dedicato all’analisi precisa e puntuale di 3 videoregistrazioni di interazioni plurilingui che sono state trascritte e che verranno riportate nella loro interezza nella sezione Appendice. In questo capitolo, è stato esaminato in che modo e per quali scopi la traduzione venisse impiegata dai partecipanti, provando a dimostrare che la traduzione non si usi solo come strategia di compensazione quanto il nostro interlocutore non riesce a comprenderci o quando siamo noi a non capire qualcosa. In seguito, si tenta di dare prova del fatto che il ricorso congiunto alle strategie di intercomprensione e di traduzione possano aiutare un soggetto a incrementare le proprie attitudini e la propria propensione da mediatore culturale, contribuendo a rendere la comunicazione più efficace e inclusiva. In conclusione, trovano spazio i risultati ottenuti da questa analisi che contribuiscono a formulare le conclusioni generali di questo progetto di ricerca.

Intercomprendere, tradurre, mediare in un'analisi di interazioni plurilingui

ALESSI, GIULIANA
2021/2022

Abstract

Questa dissertazione si propone di spiegare in che modo l’intercomprensione e la traduzione rappresentino le due facce della mediazione culturale. Per la prima volta, questo assunto non viene dimostrato solo in linea teorica, ma anche fornendo degli esempi pratici e concreti tratti da comunicazioni plurilingui. Si tratta di comunicazioni che hanno luogo in ambiente didattico, ma che presentano una natura semi formale, in quanto non vengono realizzate all’interno dell’aula, ma in contesti esterni. I partecipanti hanno, infatti, la possibilità di esprimersi più liberamente, spontaneamente e con maggior autonomia, seppur sotto la guida dell’insegnante. Al fine di dimostrare l’importanza dell’intercomprensione e della traduzione nell’ambito della mediazione, il seguente elaborato è suddiviso in 3 capitoli principali, ripartiti a loro volta in paragrafi e sotto paragrafi. Il primo capitolo funge da base teorica e bibliografica di questo progetto di ricerca, in quanto si occupa di descrivere quanto il forte plurilinguismo presente in Europa costituisca un beneficio per questo continente. In seguito, si provvede a fornire alcune informazioni circa il fenomeno di intercomprensione, al fine di delineare le caratteristiche fondamentali di questo recente fenomeno linguistico. Allo stesso modo, eguale spazio viene offerto all’ambito della traduzione, con particolare riferimento alla figura professionale del traduttore, ruolo che assume sempre più le connotazioni di interprete e mediatore della realtà nelle interazioni tra lingue e culture diverse. Infine, si tenta di dimostrare quanto il fenomeno di intercomprensione e quello di traduzione siano connessi, al punto da costituire una considerevole fonte di vantaggio l’uno per l’altro. Il secondo capitolo, invece, si concentra sugli aspetti strutturali che hanno dato vita al progetto di ricerca e all’analisi condotta in questa dissertazione. In primo luogo, viene definito il contesto di riferimento che riguarda l’ambito del progetto UNITA e in particolare, il laboratorio di intercomprensione promosso dall’Università di Torino. Successivamente, si descrive da cosa è composto il corpus dati dell’analisi. In terzo luogo, vengono presentati i 3 quadri di riferimento che fungono da sostegno dell’analisi, in particolare i quadri EVALIC e REFIC ci aiutano a comprendere in che modo la traduzione viene valutata nell’ambito delle interazioni plurilingui, invece il QCER descrive la funziona esercitata dalla mediazione nel campo dell’insegnamento e dell’apprendimento delle lingue. In ultimo, viene fornita una panoramica generale dei profili linguistici dei partecipanti alle videoregistrazioni, oggetto d’analisi. Il terzo e ultimo capitolo è dedicato all’analisi precisa e puntuale di 3 videoregistrazioni di interazioni plurilingui che sono state trascritte e che verranno riportate nella loro interezza nella sezione Appendice. In questo capitolo, è stato esaminato in che modo e per quali scopi la traduzione venisse impiegata dai partecipanti, provando a dimostrare che la traduzione non si usi solo come strategia di compensazione quanto il nostro interlocutore non riesce a comprenderci o quando siamo noi a non capire qualcosa. In seguito, si tenta di dare prova del fatto che il ricorso congiunto alle strategie di intercomprensione e di traduzione possano aiutare un soggetto a incrementare le proprie attitudini e la propria propensione da mediatore culturale, contribuendo a rendere la comunicazione più efficace e inclusiva. In conclusione, trovano spazio i risultati ottenuti da questa analisi che contribuiscono a formulare le conclusioni generali di questo progetto di ricerca.
ITA
This dissertation aims to explain how intercomprehension and translation represent the two sides of cultural mediation. For the first time, this assumption is not only demonstrated theoretically, but also by providing practical, concrete examples taken from multilingual communications. These are communications that take place in the educational environment, but are of a semi-formal nature, as they are not carried out within the classroom, but in external contexts. Participants have, in fact, the opportunity to express themselves more freely, spontaneously and with greater autonomy, albeit under the guidance of the teacher. In order to demonstrate the importance of intercomprehension and translation in mediation, the following paper is divided into three main chapters, which are in turn divided into paragraphs and sub-paragraphs. The first chapter serves as the theoretical and bibliographical basis of this research project, as it is concerned with describing how the strong multilingualism present in Europe is a benefit for this continent. Next, some information is provided on the phenomenon of intercomprehension, in order to outline the fundamental characteristics of this recent linguistic phenomenon. Likewise, equal space is offered to the sphere of translation, with particular reference to the professional figure of the translator, a role that increasingly takes on the connotations of interpreter and mediator of reality in interactions between different languages and cultures. Finally, an attempt is made to show how the phenomenon of intercomprehension and that of translation are connected, to the point of constituting a considerable source of advantage for one another. The second chapter, on the other hand, focuses on the structural aspects that gave rise to the research project and analysis conducted in this dissertation. Firstly, the reference context concerning the UNITA project and, in particular, the intercomprehension laboratory promoted by the University of Turin is defined. Next, it is described what the data corpus of the analysis is composed of. Thirdly, the three reference frameworks that support the analysis are presented, in particular the EVALIC and REFIC frameworks help us to understand how translation is assessed in the context of multilingual interactions, while the CEFR describes the function exercised by mediation in the field of language teaching and learning. Finally, a general overview is given of the language profiles of the participants in the video recordings, which are the subject of analysis. The third and final chapter is devoted to the precise and punctual analysis of 3 video recordings of multilingual interactions that have been transcribed and will be reported in their entirety in the Appendix section. In this chapter, it was examined how and for what purposes translation was used by the participants, trying to show that translation is not only used as a compensation strategy when our interlocutor cannot understand us or when we are the ones who do not understand something. Subsequently, an attempt is made to prove that the joint use of intercomprehension and translation strategies can help a subject to increase his or her attitudes and propensity as a cultural mediator, contributing to more effective and inclusive communication. In conclusion, the results obtained from this analysis contribute to the general conclusions of this research project.
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